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Il numero 15 raccoglie i comunicati stampa del Febbraio del 2015. Nel primo articolo ci siamo occupati del caos scoppiato il 1° Gennaio 2015, con l’introduzione del nuovo ISEE , creato dal governo Monti nel 2011, e poi “perfezionato” dai governi Letta e Renzi. A causa della mancanza di chiarezza sulle procedure con le quali deve essere calcolato il reddito del nuovo ISEE, l’erogazione di molti servizi “essenziali” è in forte dubbio. Motivo per il quale abbiamo chiesto a tutti gli enti pubblici che erogano le agevolazioni in favore delle famiglie in difficoltà economica, di posticipare l’applicazione delle nuove disposizioni per il calcolo del reddito ISEE. Nel secondo articolo ci siamo occupati delle ombre sui finanziamenti del progetto denominato “Appialatina, via Francigena del Sud Lazio”. Nel terzo articolo abbiamo denunciato il pessimo stato nelle quale versano alcune scuole di Formia, che fa il paio con la politica dei tagli che sta portando le scuole italiane al collasso. Quest’anno, ai tagli degli organici degli anni precedenti, si aggiungono ulteriori tagli ai finanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo e in particolari tagli dei fondi per le supplenze del personale assente e in particolare per gli insegnanti di sostegno, con la riduzione del monte ore. Nel quarto articolo abbiamo denunciato lo stato di abbandono nel quale versa la Torre di Castellone, nonostante che nel 2012 la giunta Forte acquistò, grazie ad un mutuo di 300mila euro contratto con la Cassa Deposti e Prestiti, l’appartamento adiacente proprio alla Torre di Castellone. Nel quinto articolo abbiamo denunciato gli effetti devastati del decreto “Sblocca Italia”, che prevede la svendita del patrimonio pubblico, il via all’aumento degli inceneritori, il via libera a perforazioni per la ricerca di idrocarburi e alla costruzione di gasdotti, la deregolamentazione delle bonifiche e la “semplificazione” delle procedure a favore degli inquinatori, il regali ai costruttori con l’aumento del cemento, la riduzione controlli a tutela di paesaggio e del patrimonio storico-architettonico. Nel sesto articolo, infine, abbiamo denunciato le numerose anomalie nella procedura per l’affidamento del servizio di Registrazione e trascrizione delle sedute del Consiglio comunale.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

I bisognosi caduti nella trappola del nuovo ISEE:“E’ necessaria una proroga”

24 Febbraio 2015

Come ben sanno tutti la presentazione del modello ISEE è diventata uno strumento essenziale perché venga riconosciuto il diritto a poter usufruire di servizi e di aiuti a chi ne ha bisogno.

Senza di esso infatti è impossibile accedere alle agevolazioni previste, quali quelle inerenti a prestazioni sociali e socio-sanitarie, quelle per le scuole e l’università, per i trasporti; nonché alle agevolazioni per le utenze domestiche e per i contributi per i canoni di locazione e gli affitti agevolati.

Un aiuto indispensabile per le famiglie colpite da una crisi economica, dagli effetti sempre più devastanti e che prende di mira soprattutto le fasce più deboli della popolazione, che non hanno più di che vivere dignitosamente.

Peccato che dal 1° Gennaio 2015, con l’introduzione del nuovo ISEE , creato dal governo Monti nel 2011, e poi “perfezionato” dai governi Letta e Renzi, si è diffuso il caos, a causa della mancanza di chiarezza sulle procedure con le quali deve essere calcolato il reddito del nuovo ISEE, tanto che l’erogazione di molti servizi “essenziali” è in forte dubbio.

A rendere più ingarbugliata la matassa sono giunte tre sentenze del TAR del Lazio (2454/15, 2458/15 e 2459/15), che hanno escluso dal calcolo del nuovo reddito ISEE “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo” e annullano le differenze tra disabili minorenni e maggiorenni”. Nel frattempo però bisogna anche dare una risposta a chi da gennaio ad oggi ha fatto la nuova dichiarazione ISEE, alla luce di queste sentenze le dichiarazioni prodotte sono ancora valide oppure bisogna rifarle? Il governo Renzi tace, mentre i CAF non sanno che fare, non avendo ricevuto alcuna indicazione in merito.

Il tempo però passa e se non si prendono subito delle decisioni molti cittadini potrebbero trovarsi senza una dichiarazione ISEE valida, perdendo quindi le già magre agevolazioni di cui hanno diritto.

Anche l’INPS se ne è resa conto dei problemi nati con il calcolo della nuova dichiarazione ISEE, tant’è che sarà possibile presentare le domande per accedere ad alcune agevolazioni anche senza aver precedentemente presentato la dichiarazione sostitutiva unica (vedi Home Care Premium).

Insomma non sanno nemmeno loro che pesci prendere e si arrampicano sugli specchi, in attesa di una soluzione che venga dal governo centrale.

Per lo stesso motivo chiediamo a tutti gli enti pubblici che erogano le agevolazioni in favore delle famiglie in difficoltà economica, di posticipare l’applicazione delle nuove disposizioni per il calcolo del reddito ISEE, fino a quando non verrà fatta piena chiarezza dal governo Renzi, sulle corrette modalità con le quali calcolarlo.

Il rischio è che la caccia ai furbetti, obbiettivo dichiarato del nuovo reddito ISEE, si trasformi in un subdolo trucco dello Stato per erogare meno servizi e far pagare di più le famiglie ridotte sul lastrico, escludendole dai benefici fino a qui giustamente goduti, in virtù proprio del loro stato di indigenza.

Se proprio il governo Renzi vuole dare la caccia agli sprechi, non dovrà fare altro che guardare nelle aule parlamentari, dove da anni bivacca una classe politica che ha fatto della difesa dei propri privilegi la propria ragione di vita

Oppure dare la caccia ai tanti imprenditori che hanno fatto razzia di finanziamenti pubblici, senza creare un solo posto di lavoro.

Ma di certo la smetta di prendersela con chi in questi anni di crisi si è impoverito.

In particolare ad essere colpiti dai tagli allo stato sociale sono i lavoratori, i precari, i disoccupati, i pensionati che sono la vera ossatura di questo paese sempre più allo sbando, e contro i quali viene portata aventi una decisa opera di delegittimazione, accusandoli di essere dei parassiti, al solo scopo di far digerire al resto del paese riforme che azzerano lo “stato sociale”, rendendoci tutti meno cittadini.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La via Francigena:un’opportunità o cos’altro?

21 Febbraio 2015

Nell’ottobre 2014 l’assessore al Turismo Eleonora Zangrillo ha informato i sindaci dei comuni di Monte San Biagio, Fondi, Campodimele, Itri, Gaeta, Minturno ,SS Cosma e Damiano, Castelforte, Castelnuovo Parano, Ausonia, Esperia, S. Giorgio a Liri e Coreno Ausonio , di aver trasmesso, via PEC, alla Regione Lazio il progetto relativo al bando sulla Via Francigena, denominato “Appialatina, via Francigena del Sud Lazio” , con il quale è stato chiesto alla Regione Lazio di riconoscere “una variante alle Vie Francigene ufficiali, che consenta di stabilire un raccordo tra la direttrice Appia e la direttrice Prenestina-Casilina quale premessa anche per sostenere l’ipotesi del riconoscimento della Via Micaelica”. Il valore complessivo del progetto è stato valutato in euro 126.700,00.

Nel dicembre 2014 dalla stampa abbiamo appreso che il progetto è stato approvato, con un esborso da parte della regione Lazio di 61mila euro.

Ovviamente non è mancato il commento dell’assessore Dott.ssa Eleonora ZANGRILLO, che si è venduta il finanziamento come l’ennesima occasione di sviluppo per il turismo locale.

“Il progetto – ha spiegato l’Assessore al Turismo Eleonora Zangrillo – si articola lungo i tre piani previsti dal bando regionale: manutenzione ordinaria, servizi e comunicazione. La manutenzione ordinaria investe in particolare i tratti della Via già strutturati che si collocano sull’asse Fondi-Minturno. I servizi sono invece da assicurare a tutti i tratti ma con caratterizzazioni diverse a seconda delle peculiarità dei supporti necessari (informazioni, guide, mezzi). La comunicazione è finalizzata a raggiungere i potenziali camminatori, a coadiuvare il cammino di coloro che si sono già messi in viaggio e a far maturare nelle comunità locali la consapevolezza del fenomeno e la competenza e sensibilità dell’accoglienza, il senso della cittadinanza europea”.

“La manutenzione – ha proseguito – consisterà nel rifacimento di alcuni muri a secco di contenimento e delle staccionate di delimitazione del percorso, nel decespugliamento di alcuni tratti, nella pulizia da rami e soprattutto nella cartellonistica direzionale”. Lungo i tratti interessati, “saranno erogati anche i servizi necessari a questo tipo di turismo: dalla timbratura e accoglienza delle credenziali, alle informazioni su lavanderia, dalle spedizioni postali di bagagli in eccesso al deposito di bagagli fino al ritorno del pellegrino, dal numero telefonico di contatto continuo all’accompagnamento sul territorio, seguendo itinerari legati al patrimonio monumentale, religioso, naturalistico, folkloristico ed enogastronomico del territorio. E’ un grande progetto che risponde al nostro obiettivo di potenziare il turismo creando le condizioni per un aumento della domanda.

Il risultato del bando – conclude l’Assessore – dice che la direzione è quella giusta”. Non vogliamo apparire sempre come quelli che si oppongono allo sviluppo economico del territorio, ma di certo non possiamo non far notare come ci siano alcuni elementi che non quadrano nell’intera faccenda. Dalla documentazione in nostro possesso apprendiamo invece che a fronte di un costo di 105mila (e non di 126.700), il costo ammissibile è pari a 61mila euro, con il contributo regionale che copre solo l’80% dell’importo complessivo (48.800euro).

Quindi mancano ben 12.200euro, che dovranno essere trovati dai comuni che hanno aderito all’invito dell’assessore Eleona Zangrillo. Altra nota stonata è l’incertezza dei finanziamenti. Infatti ci risulta che nella parte nord della provincia i lavori, iniziati nel 2013, sono stati sospesi per il ritardo dei finanziamenti della Regione Lazio e che è tutto in uno stato di completo abbandono. D’altronde la stessa ragione Lazio ha previsto uno stanziamento complessivo, per realizzare l’intera via Francigena, che parte da Roma fino ad arrivare in Puglia, di ben 300mila euro. Insomma un bel bocconcino, troppo gustoso da lasciarsi sfuggire. Come direbbe qualcuno “A buon intenditore poche parole”. A noi invece non rimane che la rabbia per come vengono diversamente affrontate le emergenze sociali, vero tallone d’achille di una città che a parole si professa solidale, ma che in realtà non lo è per nulla.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Lo stato delle scuole di Formia non ci fa dormire sonni tranquilli

14 Febbraio 2015

Nei giorni scorsi la regione Lazio ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un comunicato stampa nel quale informa che ha messo a disposizione dei comuni laziali ben 76,5 milioni di euro che serviranno per finanziare opere davvero utili per gli studenti, i docenti e la struttura scolastica.

Lo stanziamento, che interesserà ben 340 comuni del Lazio, viene definito: “Una risposta concreta ai tanti problemi che ci sono nelle scuole della Regione: dai tetti all’agibilità, e alla messa in sicurezza. I fondi saranno destinati ai comuni, proprietari degli edifici scolastici, in proporzione al numero di alunni”.

Non abbiamo potuto verificare se nell’elenco dei comuni beneficiari dei finanziamenti regionali è incluso anche quello di Formia, poiché non è stato possibile recuperare tale elenco dal sito istituzionale della regione, né tantomeno abbiamo potuto appurare quali siano stati i criteri con i quali sono stati assegnati tali fondi, visto che il comunicato stampa non lo specifica in alcun modo. Non vorremmo che si trasformi in realtà nell’ennesima trovata “pubblicitaria” del presidente Zingaretti, avvezzo ormai a trasformarsi nel peggior venditore di pentole sulla piazza, pur di far ritagliarsi un minuto di celebrità sui quotidiani e far dimenticare i danni che sta procurando ai cittadini, con la sua politica infarcita di tagli e mancata erogazione dei servizi essenziali.

D’altronde nel caso in cui questi soldi arrivino veramente crediamo che sia difficile che questi soldi si trasformino in qualche di utile per gli alunni che frequentano gli istituti scolastici di proprietà comunale, visti i risultati disastrosi ottenuti con la realizzazione di quelli nuovi, che a pochi anni dall’apertura si trovano in condizioni disastrose.

In particolare ci ha lasciato senza parole l’allagamento che, nel dicembre 2014, ha coinvolto la scuola materna “Arcobaleno” di Penitro, inaugurata nel settembre dello stesso anno (al termine dei lavori iniziati nel 2011), ma non è finita qui purtroppo.

Agli inizi del 2014 si sono registrate delle infiltrazioni piovose anche presso la scuola elementare “Italo Calvino”, di Gianola, coinvolte due aule.

La stessa scuola di cui ci occupammo, nel 2012, quando denunciammo i danni provocati dalle infiltrazioni di pioggia all’interno della mensa scolastica da poco ristrutturata.

Non ci rimane che sperare che i soldi pubblici vengano sottratti dalle mani di chi ha tollerato questo andazzo e che finalmente si metta in discussione il sistema delle opere pubbliche, da sempre occasione di sperpero.

Eppure sono tante le cose che non vanno nelle scuole pubbliche della nostra città, soprattutto a causa dei tagli di cui è stata vittima l’istruzione pubblica.

Per risparmiare, vengono continuamente calpestate norme di legge, contratti, regolamenti. La qualità della scuola pubblica viene ridotta in condizioni sempre più penosa, tanto da far pensare che lo si faccia apposta per favorire le scuole private, che in questi anni sono state al contrario sommerse di finanziamenti pubblici.

La politica dei tagli invece sta portando le scuole italiane al collasso. Quest’anno, ai tagli degli organici degli anni precedenti, si aggiungono ulteriori tagli ai finanziamenti per il funzionamento didattico e amministrativo e in particolari tagli dei fondi per le supplenze del personale assente e in particolare per gli insegnanti di sostegno, con la riduzione del monte ore.

Tutto ciò calpesta il diritto allo studio e alla sicurezza dei nostri piccoli studenti. Diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione e che invece continuamente vengono calpestati, con la scusa che è necessario ridurre le spese, quando invece ben altre sarebbero le spese da ridurre, come quelle legate ad una corruzione ormai diventata un marchio di fabbrica della società italiana.

Purtroppo il presidente del consiglio, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi da questo orecchio pare non ci voglia proprio sentire e allora si accanisce contro la scuola pubblica, pur di vendersi come “l’uomo del fare” ai suoi colleghi europei.

Ovviamente a pagarne le conseguenze sono i ceti meno abbienti, privati dei servizi essenziali.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Torre di Castellone, buttati 300mila euro di soldi dei cittadini

10 Febbraio 2015

Negli ultimi anni si sono riempite pagine di giornali, quasi a farne un libro da migliaia di pagine, sulla necessità di fare del turismo uno dei pilastri dell’economia della nostra città.

Ovviamente nulla di tutto questo si è trasformato in moneta sonante per la nostra città, nonostante i nostri politici si siano sempre dichiarati pronti a stracciarsi le vesti.

Però di soldi ne sono stati spesi per illudere i cittadini che qualcosa si stava facendo.

Prendiamo ad esempio il caso della Torre di Castellone.

Nell’aprile del 2011 il consiglio comunale di Formia approvò il piano triennale delle opere pubbliche 2011/2013, con il quale si stanziavano 100mila euro per il restauro della torre di Castellone. Non sappiamo se poi questi soldi sono stati realmente spesi.

Ma non finisce qui.

Infatti nel 2012 la giunta Forte acquistò, grazie ad un mutuo di 300mila euro contratto con la Cassa Deposti e Prestiti, l’appartamento adiacente alla Torre di Castellone.

L’obiettivo dichiarato era “di intervenire con opere di manutenzione e restauro non solo sulla parte archeologica della Torre, ma anche sulla struttura immobiliare confinante con il monumento simbolo del quartiere di Castellone”.

L’appartamento sarebbe dovuto essere oggetto di riqualificazione per essere attrezzato in modo da consentire lo svolgimento di attività culturali.

Peccato che siamo all’inizio del 2015 e nulla di tutto ciò è stato realizzato, ma vi è ben altro. Infatti l’acquisto dell’appartamento da parte della giunta Forte ha trovato un suo spazio all’interno dell’inchiesta denominata “Sistema Formia”, di cui si occupa il sostituto procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe Miliano e che ha visto il rinvio a giudizio di esponenti di primo piano della precedente amministrazioni e di dirigenti, ancora in servizio, a cui sono addebitati una lista interminabile di reati. Secondo le accuse della procura di Latina infatti “l’ex sindaco avrebbe esercitato pressioni sugli uffici comunali, perché redigessero una perizia sovrastimata dell’immobile da acquisire al patrimonio comunale facendo assegnare allo stesso un importo pari a 320mila euro poi ridotto a 300mila euro (nonostante una valutazione iniziale di 280mila euro)”.

Aggiungiamo a ciò il fatto che l’immobile era gravato da una procedura di demolizione per una serie di abusi realizzati dai proprietari e a cui non si era dato mai seguito.

Inoltre nel febbraio del 2011 era stato stilato un verbale che, se considerato diversamente, avrebbe consentito al comune di Formia un’acquisizione dell’appartamento a prezzi molti inferiori a quelli poi pattuiti con i vecchi proprietari.

Ci risulta inoltre che sia stato chiesto alla regione Lazio un ulteriore finanziamento di 600mila euro per restauro e la valorizzazione della Torre dell’Orologio e della Torre di Castellone. Così come ben 2 milioni di euro per prolungamento della Piazza Sant’Erasmo e realizzazione del parcheggio.

Peccato che siamo ancora all’anno zero, visto che ci pare che i progetti di cui si è tanto parlato sono rimasti tutti sulla carta, e quelli realizzati hanno attirato l’attenzione della magistratura.

D’altronde l’elenco delle opere che dovrebbero interessare la nostra città, in particolare quelle per la valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico della nostra città, è infinito. Un libro dei sogni che fa a pugni con le reali necessità di noi cittadini.

Non siamo contrari a che vengano spesi soldi in tal senso, siamo solo contrari a che ciò divenga, come al solito,occasione di spreco e di indebito arricchimento, senza ovviamente che questo significhi la soluzione dei problemi che caratterizzano il nostro vivere quotidiano.

Un dato di fatto è certo e cioè che ai nostri politici interessa solo a parole il bene comune, interessa di più lo stipendio, la poltrona ed il potere ad essa collegato, se ritengono di potere gettare al vento centinaia di migliaia di euro come se niente fosse, soldi che sono presi dalle tasche, sempre più dissanguate, delle famiglie.

L’unica certezza e che ad oggi la Torre di Castellone è ancora chiusa e probabilmente lo sarà ancora per molti anni.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Le privatizzazione dei beni comuni da parte del governo Renzi non si ferma:«anche l’acqua nel mirino»

4 Febbraio 2015

Nel decreto “Sblocca Italia” trovano spazio norme, quali il rilancio delle “grandi opere“ (nonostante gli scandali), la svendita del patrimonio pubblico, il via all’aumento degli inceneritori, il via libera a perforazioni per la ricerca di idrocarburi e alla costruzione di gasdotti, la deregolamentazione delle bonifiche e la “semplificazione” delle procedure a favore degli inquinatori, il regali ai costruttori con l’aumento del cemento, la riduzione controlli a tutela di paesaggio e del patrimonio storico-architettonico.

Il decreto del governo Renzi è in contrasto inoltre con la volontà popolare espressa a grande maggioranza nel referendum del 2011. Infatti il Capo III (art 7) del decreto contiene l’imbroglio di norme che trattando di mitigazione del dissesto idrogeologico, in realtà mirano ad un’autentica privatizzazione del servizio idrico.

Infatti, viene modificata la disciplina relativa alla gestione dell’acqua imponendo un unico gestore in ciascun ambito territoriale favorendo le grandi aziende e multiutilities, molte delle quali già sono quotate in borsa e fanno affari trasformando l’acqua in moneta sonante, a discapito delle comunità a cui hanno sottratto il suo controllo.

Il decreto rappresenta infatti un passaggio fondamentale nel solco della piena realizzazione del piano di privatizzazione dei beni comuni e delle aziende pubbliche che troverà pieno compimento nella Legge di Stabilità.

L’obiettivo appare ormai chiaro: imporre agii Enti Locali la quotazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi pubblici, costringere a fusione e accorpamento secondo le prescrizioni già previste dal piano sulla “spending review”. Un vero e proprio ricatto nei confronti degli Enti Locali che costretti dai tagli dei trasferimenti statali, avrebbero come unica possibilità la cessione delle loro quote al mercato azionano per poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo, per questa via. si premura di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.

Il decreto “Sblocca Italia’ svela le reali intenzioni del Governo: consegnare nelle mani dei grandi capitali finanziari la gestione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali.

La strategia governativa, con il “carosello“ propagandistico dello slogan ‘riduzione delle aziende da 8.000 a 1.000″, farà esclusivamente l’interesse dei privati e dei grandi potentati economici, favorendo la massimizzazione dei profitti delle grandi aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto pubblico locale, tutto ciò a scapito dell’interesse pubblico e collettivo.

Sarebbe utile capire cosa ne pensa il sindaco Bartolomeo della posizione assunta dal PD a livello nazionale, così da farci capire se ha intenzione di cacciare Acqualatina dalla nostra città.

E’ infatti necessario che il sindaco chiarisca nell’immediato quali saranno i prossimi passi della sua amministrazione nei riguardi di Acqualatina.

Non basta infatti votare no quando si va all’assemblea dei sindaci ATO4. Sarebbe infatti troppo facile limitarsi ad esprimere un voto di dissenso rispetto alle scelte che vengono imposte dall’alto, visto che poi la maggioranza dei sindaci vota a favore.

I cittadini di Formia, stufi di subire le angherie del gestore idrico. Chiedono al sindaco un’azione più incisiva, che preveda da subito la rescissione del contratto e la ripresa incarico degli impianti che sono di proprietà comunale e contemporaneamente discutere di come approvvigionare le zone servite dalla sorgente di Capodacqua.

Bisogna imporre al gestore la volontà dei cittadini, senza trucchi e tentennamenti.

Da parte nostra continueremo a rivendicare “più gestione pubblica non meno, più trasparenza e partecipazione diretta dei cittadini alla gestione dei servizi e non la cessione ai privati del controllo dei beni comuni”.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Alcune osservazioni sull’affidamento del servizio di Registrazione e trascrizione delle sedute del Consiglio comunale

1 Febbraio 2015

Abbiamo potuto verificare che esistono delle anomalie nella procedura per l’affidamento del servizio di Registrazione e trascrizione delle sedute del Consiglio comunale. La lettura della documentazione ci impone una lunga serie di osservazioni:

1) In tutti i documenti si fa riferimento all’art.57 comma 5 lettera B del codice degli appalti, ma:

a) Il contratto è pluriennale (3 anni), con ulteriori due anni. Ma ciò è possibile nei tre anni successivi alla stipula del contratto e non alla durata, quindi al massimo è possibile per un solo anno;

b) Nel calcolo del costo complessivo dell’appalto non si è tenuto conto dell’opzione art 57 che è obbligatorio inserire nel bando come costo complessivo ( a parte l’errata e corretta indicazione sul dato su cui fare l’offerta (vedi documento Errata Corrige) Come si può leggere nell’art. 29 del codice appalti allegato;

c) In nessun documento si fa riferimento al Progetto di base, previsto dall’art. 57 comma 5 lettera B, che è obbligatorio per l’applicazione dell’opzione, in mancanza del quale è nulla l’offerta.

2)Il disciplinare di gara nel sito è quello sulle spiagge e non sull’appalto in questione. (errore che crediamo sia stato già corretto).

3)Nell’art. 5 del capitolato è previsto un periodo di prova di 3 mesi. I periodi di prova sono ammessi sui rapporti di lavoro, non sugli appalti, se qualcosa non va la legge prevede l’applicazione di penalità, revoca o recesso del contratto. Cose già previste inoltre nel contratto e/o capitolato.

4) Nel bando di gara è obbligatorio inserire che è obbligatoria l’adesione firmata al Patto di Integrità (anticorruzione) (vedi Piano Nazionale Anticorruzione), la mancata adesione obbliga al rigetto dell’offerta.

5) Non viene indicata negli atti l’avvenuta autorizzazione ad effettuare un impegno di spesa pluriennale, che è invece obbligatorio avere. Solo dal 2015 non è più obbligatorio richiederla per le spese in conto capitale (investimenti), mentre questa è una spesa corrente.

6) Essendo una prestazione fatta in pubblico, non viene chiarito se i 500 euro per gli oneri di sicurezza fanno riferimento al costo triennale o a quello annuale, vista poi la Errata Corrige. Vanno indicati correttamente in quanto gli oneri di sicurezza non sono soggetti a ribasso.

7) Nelle due aggiudicazioni non si fa riferimento a quale è il prezzo con il quale è stato aggiudicato l’appalto. E’ importante, invece indicarlo, perché spesso nei contratti a quantità indeterminata, viene messo l’importo a base di gara e non quello scontato, mentre a norma di legge è previsto, in caso di bisogno, il cosiddetto aumento/diminuzione del quinto. Esso deve essere previsto nel bando, scritto sul contratto e la ditta vi deve sottostare (obbligo contrattuale).

8) Nel modello di offerta, non è prevista l’indicazione dei costi sulla sicurezza propri della ditta. E’ invece obbligatorio indicarli, in quanto l’amministrazione ha l’obbligo di valutarne l’eventuale congruità in caso di offerte anomale.

9) Nella determina a contrarre vi è l’indicazione di effettuare una proroga del contratto con la precedente ditta (2 mesi) in attesa della conclusione della procedura, ma:

a) E’ vietata la tacita proroga dei contratti, eventualmente bisognava fare una “lettera ordinativo” visto il basso costo di due mesi.

b) Se il contratto scadeva il 31 dicembre, come mai hanno fatto la determina a contrarre lo stesso giorno?

La norma e la giurisprudenza indicano che non si possono fare contratti in deroga in attesa della conclusione della nuova gara, superiori a 3 mesi, mentre nel caso in esame si è andati intanto a due mesi. Tutti gli altri mesi quale sistema si è usato?

Infine la durata interminabile del bando di gara, che tra il verbale di aggiudicazione, datato 4 Febbraio 2014, all’aggiudicazione definitiva del 19 Gennaio 2015, ha visto passare oltre 11 mesi. La domanda è :“Come mai una inerzia amministrativa di quasi un anno?

Attendiamo risposte alle nostre osservazioni.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

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