non disponibile

Il numero 14 raccoglie i comunicati stampa del Gennaio del 2015. Nel primo articolo ci siamo occupati dello stato di malessere in cui versano i lavoratori della Latina Ambiente. Lo denuncia il compagno Giuffrida Vincenzo, che in qualità di rappresentate dei lavoratori della società che si occupa della raccolta dei rifiuti lamenta, non solo il ritardo con il quale vengono pagati, ma anche la mancanza di gestione responsabile del servizio,la mancanza di mezzi per svolgere pienamente il servizio di raccolta,di spazzamento,di taglio dell’erba, finanche gravi situazioni sanitarie e di sicurezza. Nel secondo articolo chiediamo chiarimenti circa il bando per la “manifestazione d’interesse per affidamento di gestione e utilizzo di impianti sportivi minori comunali”, con il quale il comune di Formia ha deciso di dare in affidamento ad associazioni i campi definiti minori, quali quello di S. Giulio, di Gianola, di Rio Fresco e di Penitro, mentre rimangono fuori gli impianti sportivi più appetibili, come quelli di via Cassio e di via Ponteritto (probabilmente considerati di rilevanza economica), così come quelli di Trivio e di Maranola (non sappiamo se considerati di rilevanza economica o meno). Infine denunciamo lo stato disastroso in cui versa il trasporto ferroviario, in particolare quello che interessa i pendolari che, per lavoro o studio, da Formia si spostano verso i centri maggiori. Eppure nel 2012 l’allora amministratore delegato delle ferrovie dello stato, Mauro Moretti, ebbe il coraggio di dire che i pendolari avrebbero dovuto pagare il doppio. La verità è che, in questi ultimi anni, si sono pesi miliari di euro per l’alta velocità ( dove viaggiano i treni dei ricchi) e si è lasciato in completo abbandono la rete ferroviaria tradizionale (dove invece viaggiano i treni dei poveri).

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Rifiuti, un mare di chiacchiere nell’assenza di tutele per i lavoratori

22 Gennaio 2015

Apprendiamo da Giuffrida Vincenzo, nostro iscritto e componente della RSU della Latina Ambiente, che l’azienda che attualmente si occupa dei rifiuti, ha saldato gli stipendi di Dicembre ai dipendenti, che sono circa una settantina, solo nella mattina di Lunedì 19 Gennaio e solo dopo una lunga serie di lamentele. Per questo motivo lui e i suoi colleghi sono entrati in agitazione. Niente azioni eclatanti per carità. Si sono limitati ad indire due assemblee, una tenutasi Sabato e l’altra Lunedì.

La cosa pare non sia piaciuta all’assessore all’ambiente Claudio Marciano, che infatti in suo post su facebook, ha prima garantito che “il Comune di Formia ha pagato regolarmente la fattura, su cui invece ha trattenuto delle somme pari a 25.000 euro per la mancata sostituzione di alcuni mezzi e per una serie di disservizi registrati nel mese di Dicembre” e poi ha aggiunto in un lungo commento che “le assemblee sindacali rientrano tra i diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori e dal CCNL: durante l’orario di servizio possono essere svolte fino a 10 ore annuali retribuite. Tuttavia, spero che la risoluzione del problema stipendi, unita alla riunione sindacale convocata per martedì con la dirigenza del Formia Rifiuti Zero, faccia rientrare l’agitazione.

Formia avrà tra pochi mesi una gestione interamente pubblica del servizio, ha approvato un piano industriale in cui sono garantiti tutti i posti di lavoro sebbene vi sia un taglio delle risorse di 500.000 euro, si avvia ad acquistare un parco mezzi nuovo ed ecologico, a impegnare cifre importanti anche nella messa in sicurezza dell’isola ecologica. Non si tratta di iniziative scontate: nel territorio, quando si parla di rifiuti, spesso si parla anche di licenziamenti, tagli, a volte di fallimenti e inchieste della magistratura. Mi chiedo se non sia questo il momento di fare uno sforzo, di sopportare qualche disagio seppure ingiusto, e di garantire ai cittadini che diverse tonnellate di plastica e organico non vadano perse in discarica.”

Bene ha fatto il compagno Giuffrida Vincenzo a rispondergli a tono, con la seguente nota:“ Caro,carissimo Assessore, non è solo il salario che ritarda ( è per questo che si lavora ),ma sono anni che ci fate lavorare con una scarpa e una scarpetta,come si dice da noi,ci accusate di scarso rendimento,di poca voglia di lavorare.Non dite però,(azienda e amministrazione )che sono mesi,o addirittura anni che denunciamo la mancanza di gestione responsabile del servizio,la mancanza di mezzi per svolgere pienamente il servizio di raccolta,di spazzamento,di taglio dell’erba. Sono anni che lavoriamo con pochi mezzi e per lo più difettosi nella meccanica di trazione e di scarico. Sono anni che noi lavoratori suppliamo a queste e ad altre gravi situazioni sanitarie e di sicurezza. Sono anni che sopportiamo,e non è qualche disagio,(noi lavoratori siamo professionisti del disagio estremo), ma quando si informano i lavoratori che il salario non sarà erogato il giorno 15 ma il giorno 16,e che la mattina del giorno 16 non è ancora stato dato mandato di pagamento…………Non me ne volere”.

Ovviamente noi siamo a fianco dei lavoratori della Latina Ambiente, in quanto consapevoli dei tanti sacrifici che sono costretti a sopportare, nell’assenza di qualsiasi provvedimento migliorativo della loro condizione lavorativa, da parte di chi ne ha la responsabilità, vedi ad esempio lo stato di degrado in cui versa l’ecocentro che si trova in località ex-Enaoli, nonostante le continue rassicurazioni che sono state date e dei lavori di sistemazione previsti e probabilmente mai effettuati.

Purtroppo non finisce qui, infatti ci sono state segnalate altre anomalie. Pare infatti che l’azienda non versi né il quinto dello stipendio alle finanziarie alle quali alcuni dipendenti si sono rivolte per avere un prestito e né verso la rata del TFR per la pensione integrativa. Eppure nelle loro buste paga è indicato che i soldi sono trattenuti.

Inoltre segnaliamo che nel passaggio dalla Latina Ambiente alla Formia Rifiuti Zero, rischiano di dover passare sotto le forche caudine del Jobs Act.

Secondo la Filcams Cgil, infatti, «leggendo il decreto 183/14, che sancisce la riforma dell’articolo 18 e in sostanza il suo superamento, si evince come i lavoratori in appalto (pulizie, ristorazione collettiva e commerciale, vigilanza etc) in caso di subentro di una nuova azienda, qualora vengano riassunti dalla stessa, si troveranno con ogni probabilità un nuovo contratto a tutele crescenti senza il diritto al reintegro in caso di licenziamento ingiustificato. Il legislatore infatti all’articolo 7 sembra solo preoccuparsi di legare alla reale durata del servizio del lavoratore sull’appalto l’eventuale risarcimento economico, dando per scontato che nelle stazioni appaltanti non esistano anzianità e diritti acquisiti. Se così fosse, saremmo di fronte all’ennesima discriminazione».

Insomma per i lavoratori che si occupano dell’igiene urbana non c’è pace.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Ritiro del bando sugli impianti sportivi minori comunali

14 Gennaio 2015

Finalmente il Comune prova ad avviare una gestione trasparente delle strutture comunali. Il prossimo trenta gennaio scadrà il termine per la consegna delle domande con le quali depositare la propria “manifestazione d’interesse per affidamento di gestione e utilizzo di impianti sportivi minori comunali”, peccato che spulciando il regolamento comunale per la “Gestione ed uso impianti sportivi comunali”, approvato nel febbraio 2014, non abbiamo trovato traccia di cosa siano “gli impianti sportivi minori comunali”.

Infatti l’articolo 22 del regolamento prevede la distinzione tra impianti senza rilevanza economica (la cui concessione è disciplinata dall’articolo 23) e impianti con rilevanza economica (la cui concessione è disciplinata dall’articolo 24). Non vi è traccia alcuna degli “impianti sportivi minori comunali”.

L’estensore dell’avviso probabilmente era distratto e non si accorto dell’errore, che però a nostro avviso non consente di proseguire con l’iter.

Nell’avviso viene inoltre precisato che “La manifestazione di interesse non vincola l’Amministrazione Comunale, che si riserva ogni più ampia verifica, nonché l’espletamento, anche in presenza di un unico soggetto, di specifica procedura di gara ad evidenza pubblica”.

Da cui si deduce una possibilità che il tutto si possa trasformare in un bluff. Quindi è prematuro parlare di procedura trasparente per l’assegnazione degli impianti comunali, come ha fatto il neo-presidente della Consulta dello sport, Pasquale Di Gabriele. Proprio per la discordanza tra regolamento e bando, che genera più di un dubbio. Ad esempio portiamo il caso della rilevanza comunale, richiamata nel primo, di cui sfugge il senso, visto che non è menzionata nel bando, tanto da chiedere all’assessore un chiarimento, magari un elenco con la classificazione dei diversi impianti alla luce di un regolamento, che letti gli atti del bando per grandi parti appare una cenerentola. Infatti, il bando classifica come minori quelli di S. Giulio, Gianola, Rio Fresco e Penitro, senza nulla dire di altri impianti, ad esempio Trivio, o altri.

Per gli impianti a bando, il regolamento prevede inoltre l’obbligo che il concessionario non abbia finalità di lucro, cosa che nell’avviso pubblicato sul sito del comune non è ben esplicitato, come si dovrebbe.

Dalla partita rimangono fuori gli impianti sportivi più appetibili, come quelli di via Cassio e di via Ponteritto (probabilmente considerati di rilevanza economica), così come quelli di Trivio e di Maranola (non sappiamo se considerati di rilevanza economica o meno).

Ultimo, ma non meno importante, la questione dell’agibilità. Siamo sicuri che questi impianti siano agibili? Sarebbe da irresponsabili concedere a terzi strutture sportive prive del requisito di agibilità, senza un pesante intervento di manutenzione straordinaria, di cui molti sembrano necessitare, vista la totale assenza, in molti casi, dei più banali requisiti di sicurezza.

Il bando, meglio la manifestazione di interesse, chiede un progetto di gestione con un piano di investimenti che, per un’associazione senza scopo di lucro, appare arduo alla luce dei costi che sarà necessario sostenere. A meno che di lucro non sia, in quanto nascosto dietro una rappresentazione dei fatti a tal punto per nulla trasparente agli occhi dei cittadini.

Poiché appare difficile porre a carico del gestore un investimento, che presuppone una ristrutturazione o quanto meno una manutenzione straordinaria, quando a questo è demandata solo la manutenzione ordinaria. Da qui la solita confusione, più o meno voluta tra lo scopo sociale che l’impianto sportivo forse dovrebbe servire e l’interesse economico di qualche grande elettore.

Questo lo sapremo solo il 30 Gennaio quando verranno depositate le domande.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

I pendolari ostaggi dei disservizi delle ferrovie dello stato

10 Gennaio 2015

Mercoledì 7 Gennaio, il treno regionale n.2407 partito dalla stazione Termini alle ore 18.36, è giunto alla stazione di Formia alle ore 22.00 circa, cioè con oltre due ore di ritardo, pare a causa di un guasto ad uno scambio tra le stazioni di Priverno-Fossanova e Monte San Biagio. Anche i treni successivi hanno di conseguenza accumulato un pesantissimo ritardo. Alcuni sono stati addirittura soppressi.

Venerdì 9 Gennaio, il treno regionale n.2411 , che normalmente parte dalla stazione Termini delle ore 20.56, è partito alle ore 21.36. E’ arrivato alla stazione di Formia intorno alle ore 23.30 circa, invece che alle ore 22.26, accumulando cioè oltre un’ora di ritardo. Nessuna giustificazione è stata comunicata ai passeggeri per il grave ritardo.

Entrambi viaggiano quotidianamente sovraffollati fino all’inverosimile, in quanto usati dai numerosi pendolari per fare rientro a casa, dopo aver trascorso nei centri maggiori una faticosa giornata di lavoro. Una situazione, quella del trasporto ferroviario regionale, che si caratterizza perlopiù da treni affollati, lenti, sporchi, spesso in ritardo, treni soppressi, guasti improvvisi, e molto spesso sporche, materiale vecchissimo, assistenza ridotta al lumicino, porte e finestre costantemente bloccate), maleodoranti, riscaldati poco o nulla d’inverno e rinfrescati zero d’estate, senza poi dimenticare il fatto che non si trova un gabinetto utilizzabile nemmeno a pagarlo oro.

D’altronde è lo specchio di quanto poco, e male, hanno fatto in questi anni la regione Lazio e i vari governi per offrire un servizio capace di venire in contro ai bisogni dei tantissimi pendolari, che ogni giorno utilizzano i treni per andare al lavoro, oppure semplicemente per spostarsi, facendo a meno dell’automobile.

Nel suo rapporto Pendolaria 2014, Legambiente segnala che “ad oggi complessivamente si possono stimare in Italia tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale, con differenze tra le diverse regioni ma dentro un quadro in cui diventa ogni giorno più difficile salire su un treno, senza doversi lamentare”.

A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del paese, con la riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato in quasi tutte le regioni italiane un aumento delle tariffe.

Nel Lazio nel periodo 2010-2014 il totale dei tagli ai servizi è stato del 3.7%, a fronte di un aumento del 15% delle tariffe. L’ultimo sostanzioso aumento , in ordine di tempo, è stato quello del BIRG (fascia 7) da 10.50 euro a 14.00 euro, approvato dall’allora giunta Polverini.

Nel solo 2014 la regione Lazio ha stanziato 0 euro per il miglioramento del servizio, e solo 35milioni di euro per il materiale rotabile (pari allo 0.11% del bilancio regionale).

Numeri che gridano vendetta considerando che il Lazio è la seconda regione italiana per numero di pendolari (sono 540mila).

Vorremmo pertanto capire quali sono le vere intenzioni dell’attuale classe politica laziale, che non riesce andare al di là dei soliti slogan trionfalistici, che promettono investimenti e miglioramenti, quando invece la drammatica realtà, con tutte le sue inefficienze, è sotto gli occhi di tutti.

Un’infinità di disservizi che rendono la vita dei pendolari un inferno, veri e propri carri bestiame che si muovono alla volta dei centri maggiori, senza nemmeno che venga garantito il rispetto delle più elementari regole di sicurezza. O almeno è quello che pare guardandosi intorno.

La situazione diventa sempre più insostenibile e tutto viene lasciato nelle mani della “dea bendata”. Tanto poi tutto viene liquidato con un banale “scusate per il disagio”.

Eppure nel 2012 l’allora amministratore delegato delle ferrovie dello stato, Mauro Moretti, ebbe il coraggio di dire che i pendolari avrebbero dovuto pagare il doppio.

La verità è che, in questi ultimi anni, si sono pesi miliari di euro per l’alta velocità ( dove viaggiano i treni dei ricchi) e si è lasciato in completo abbandono la rete ferroviaria tradizionale (dove invece viaggiano i treni dei poveri).

Ed andrà sempre peggio, perché i pendolari sono ormai considerati “cittadini di serie B”.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Table of Contents