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Il numero 19 raccoglie i comunicati stampa del Giugno del 2015. Nel primo articolo abbiamo commentato il Piano Urbano del Traffico (PUT) e il Piano particolareggiato della sosta urbana (PPSU). Nel secondo articolo abbiamo affrontato la questione della mancata restituzione della villa di Acquatraversa al comune di Formia, come tra l'altro già annuncianto dall'amministrazione comunale. Nel terzo articolo abbiamo stigmatizzato la mancata votazione della deliberazione di iniziativa popolare contro il distacco dei contatori, causata dai condizionamenti che giungono dall'alto. Nel quarto articolo abbiamo condannato la trasformazione del disagio sociale in occasione di profitto per chi gestisce i milioni di euro. Nel quinto articolo abbiamo chiesto che si faccia chiarezza sulla mancata approvazione della variante al P.R.G. da parte del consiglio comunale.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Commenti a margine del Piano Urbano del Traffico (PUT) e il Piano particolareggiato della sosta urbana (PPSU)”

27 Giugno 2015

Ci saremmo aspettati una relazione ben più corposa di 3 grafici e di un sintetico documento pubblicato sul sito del comune di Formia, ma come si suol dire “facciamo di necessità virtù” e quindi proviamo a farci bastare quel poco che ci è stato messo a disposizione.

Sulla circolazione saremo ciechi ma i documenti che abbiamo potuto consultare sono tre, tutti relativi allo schema di circolazione e poli attrattori di traffico 1) Vindicio area centrale est; 2) Area centrale ovest; 3) Santo Janni – Gianola; dove sono riportate le informazioni relative sia alla circolazione sia alla sosta. Diversamente non sono riportate le previsioni relative alle altre zone della città, tra cui i quartieri di Scacciagalline, Acqualonga e Penitro.

Nei disegni sono indicate le rotatorie che si intendono realizzare ed i sensi della circolazione, mentre non sono segnalati i percorsi pedonali da potenziare. Tra questi segnaliamo il percorso tra la stazione ferroviaria ed il porto, che deve essere potenziano in termini di protezioni e facilitazione di spostamento, al fine di rendere più breve ed agevole l’accesso al porto ed alla stazione nella fase di scambio.

Non sono illustrati gli accessi al mare nel tratto di costa tra la stazione dei carabinieri e la spiaggia di lido santo Janni, segno necessario al fine di pubblicizzare quegli accessi che proprietari e concessionari tendono a nascondere, oppure e peggio, a far pagare.

Bene la riqualificazione della circolazione tra Largo Paone e area portuale. Anche se non è dato comprendere in che modo sarà rivisto l’attraversamento della litoranea da parte del traffico commerciale. Pare restare una dichiarazione di intenti che altro.

Mentre appare semplicemente un aberrazione la demolizione del ponte Tallini, unico accesso pedonale sicuro al porto, quando la storia dimostra che in città occorrono decine di anni per costruire un viadotto, come il caso di quello di via Solaro di cui desideriamo sapere quando la città potrà ammirarne l’esistenza.

Bene la realizzazione di sensi unici al fine di migliorare la sezione stradale con l’allargamento dei percorsi pedonali e speriamo ciclabili.

I percorsi ciclabili non sono riportati sul piano, in particolare le intersezioni e i sistemi di attraversamento delle altre linee di traffico, importate problema che limita lo sviluppo delle piste. Sarebbe interessante iniziare a vedere lo sviluppo della pista ciclabile che va realizzata su tutta la costa da Vindicio a Gianola, iniziando a vedere i tratti che è possibile realizzare in prima fase e quelli da realizzare mediante la costruzione di ponti pedonali sulle foci di Acquatraversa e Acqualonga.

Sulla sosta non possiamo che accogliere con soddisfazione l’analisi sistematica della domanda e dell’offerta di parcheggi nel centro urbano, effettuata mediante rilievo strumentale e sistematico, quindi capace di restituire un quadro oggettivo della mobilità urbana, da cui sono emersi in modo pressoché immediato le azioni da adottare. Peccato che dei risultati ottenuti non vi sia traccia. Quindi ne chiediamo la pubblicazione affinché questi documenti siano sottratti al gioco del potere politico e diventino patrimonio dei cittadini che possano capire quali saranno le soluzioni migliori per cui lottare. Mentre diversamente, le azioni non sembrano essere rappresentate in un documento, ma appaiono una dichiarazione d’intenti.

Non sono segnalati i parcheggi pubblici frutto della convenzioni edilizie e dei piani di lottizzazione, che a tutti gli effetti devono rientrare nel piano della sosta. Tra i parcheggi su proprietà demaniale, segnaliamo il parcheggio fronte-stante il lido santo Janni, le cui particelle di terreno sono comprese nell’area del Parco de Curtis, ma che sono invece gestite non si sa a che titolo dal lido. Così come si continua a considerare normale trasformare un’ampia parte del Parte de Curtis in un parcheggio, sottraendo spazio a l’unico polmone verde pubblico rimasto.

Non si risolve il problema dell’accesso alla stazione, che deve essere necessariamente garantito a tutti i cittadini del Golfo. In tal senso, osservando ancora una volta che la politica del restyling delle piazze in città ha penalizzato le infrastrutture viarie, riteniamo che debba essere rivista la sosta in piazza IV Novembre, anche se possibile portando il capolinea dei bus nel parcheggio adiacente; impiegando mezzi a basso impatto ambientale; oppure, ultimo ma non meno importante, aprendo l’accesso alla stazione da via Solaro. Progetto perso nelle nebbie degli uffici del comune, dove il carico di finanziamenti è stato saccheggiato dai diversi amministratori per ristrutturare la piazza ed il belvedere della stazione, con il risultato di dare una bella vetrina al turista che usa per una volta la stazione ed escludere il pendolare, viaggiatore che quella stazione la usa ogni giorno.

Tirate fuori le carte affinché queste siano sottratte al gioco dei ricatti di consiglieri portatori di interessi particolari e siano invece oggetto di pubblica discussione, salvi dall’odioso sistema del fare e disfare che le contrapposizioni, più personali che politiche, hanno portato in città distruggendo qualsiasi accenno di sviluppo.

Concludiamo ricordando il grande assente e cioè il trasporto pubblico. Mica lo vorranno abolire? Al di là della facile battuta, riteniamo invece che il trasporto pubblico vada rafforzato, trasformandosi in una valida alternativa al trasporto privato, quando invece oggi è il vero anello debole della catena della mobilità cittadina.

Perché questo avvenga però è necessario però migliorare notevolmente l’offerta, con l’intensificazione delle corse e il miglioramento dei mezzi, molti dei quali mostrano ormai i segni del tempo trascorso sulle strade pontine.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La villa di Acquatraversa è ritornata al comune di Formia? Temiamo di no

20 Giugno 2015

Nel Novembre 2014 l’ufficio Urbanistica, Edilizia e Patrimonio del comune di Formia in una nota ufficiale inviata all’Associazione “Emmanuel Duemila Onlus” di don Vittorio Valerio , al Sindaco Sandro Bartolomeo e al Presidente della Commissione Beni Confiscati Giuseppe Bortone, segnalò che era stato avviato il procedimento amministrativo per la revoca del contratto di comodato che affidava in comodato d’uso, con atto rep. 10138 del 28.09.2004, proprio alla “Emmanuel Duemila Onlus” la gestione della villa di Acquatraversa confiscata alla camorra.

Le motivazioni che giustificavano la revoca erano legate ad una lunga serie di inadempienze da parte del comodatario in ordine al perseguimento del fine sociale stabilito.

Infatti dai sopralluoghi esperiti negli anni 2013 e 2014 – da parte di personale dell’Ufficio Patrimonio, del Comando di Polizia Municipale e da parte di amministratori comunali – si era constatato un utilizzo quantomeno sottodimensionato dell’immobile per le attività legate alla integrazione di persone diversamente abili, finalità per la quale era stato concesso, nel 2004, all’associazione l’immobile in località Acquatraversa.

D’altronde secondo gli accordi tra l’allora sindaco Bartolomeo e il prelato, la villa sarebbe dovuta essere utilizzata per la realizzazione di un centro di accoglienza ed integrazione per le categorie svantaggiate e un centro per bambini affetti da autismo.

Sembrava un capitolo chiuso, fino a quando, incuriositi dal silenzio calato sulla gestione dell’immobile abbiamo provato a capire cosa gli fosse successo.

Purtroppo sfogliando l’albo pretorio del comune di Formia non abbiamo trovato traccia di nessuna determina che attesti l’avvenuta restituzione dell’immobile sequestrato alla camorra da parte dell’associazione che dal 2004 ha in comodato d’uso l’immobile.

Questo vuol dire forse che è ancora nella disponibilità del vecchio gestore? Oppure è in completo stato di abbandono? Lo chiediamo all’amministrazione comunale.

In entrambi i casi sarebbe un pessimo esempio di (mala)gestione sia da parte dell’amministrazione comunale che dell’associazione in questione.

Esplodono così le contraddizioni tra l’enorme richiesta di servizi per persone svantaggiate di cui il territorio necessita e l’inutile spreco di risorse e strutture che questa gestione rappresenta, grazie alle connivenze di una politica sempre più figlia di interessi personali e poco avvezza invece alla difesa degli interessi della collettività.

Di fronte al diabolico perseverare di questa gestione del nulla, a difesa di tutte quelle persone che necessitano di quei servizi, tanto evocati per convenienza e speculazione politica e sistematicamente negati, continuiamo a chiedere a gran voce: l’immediata revoca della concessione d’uso dell’immobile all’associazione “Emmanuel Duemila Onlus”; l’applicazione del regolamento comunale per la concessione in uso dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata; l’avvio di una seria analisi dei bisogni per la realizzazione di un piano sociale di utilizzo dell’immobile, da svilupparsi con le realtà attive sul territorio. Inoltre per ovviare alla manifesta volontà di non di gestire in proprio dell’immobile, chiediamo l’immediata emissione di un bando pubblico per la gestione dell’immobile e la realizzazione del piano di sociale stilato dal comune nei quali i gestori siano solo gli organismi attuatori e nulla più.

Inoltre pretendiamo che vengano attivati tutti i controlli del caso, come ad esempio un report di tutte le attività svolte nel corso del tempo, il numero di utenti che hanno potuto usufruire della struttura ed etc, affinché non si ripeta un altro caso “Emmanuel Duemila Onlus”.

Ricordiamo che la nostra è una memoria da elefante e che continueremo ad occuparci della villa di Acquatraversa, fino a quando non verrà sanato il torto subito.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’acqua è ostaggio delle lotte di potere

12 Giugno 2015

Assistiamo increduli all’uso strumentale che la maggioranza fa del consiglio comunale di Formia, sottraendolo dei contenuti e dei principi democratici che gli dovrebbero essere propri e trasformandolo in un mercato delle vacche al solo fine di difendere gli interessi di chi ha fatto dei propri assessorati una proprietà privata.

Questo a danno dei cittadini che vogliono invece vedere discussa la proposta di delibera popolare contro il distacco dei contatori dell’acqua che sembrava finalmente arrivata al traguardo e che invece subisce l’ennesimo ed inspiegabile rinvio.

E’ la conferma inevitabile di come l’attuale maggioranza consiliare del comune di Formia sia del tutto sottomessa agli interessi di Fazzone (FI) e Moscardelli (PD) per il controllo del cda di Acqualatina. Una partita che si gioca sulla pelle dei cittadini della provincia di Latina.

Lo dimostra il fatto inoltre che, nel silenzio generale, vengono tagliati 200 mila euro ai servizi sociali nel bilancio di previsione 2016 e, come strombazzato dall’assessore Eleonora Zangrillo, stanziati 300 mila euro di fondi comunali per opere idriche e fognarie che spetta invece ad Acqualatina realizzare. Oppure gli obblighi sono solo dei cittadini?

E’ di tutta evidenza che le priorità sono altre.

I consiglieri di SEL, ad esempio, hanno puntato i piedi solo per la riduzione dei fondi alla cultura, gestiti direttamente da loro (come affermato anche dal loro alleato del PD La Penna), mentre non si sono stracciati le vesti per evitare il rinvio del consiglio comunale tanto atteso.

Eppure si erano espressi per dare parere favorevole alla proposta di delibera popolare, che ad oggi è ancora inspiegabilmente ostaggio del segretario comunale Ricci.

La proposta di delibera deve essere necessariamente discussa e votata in consiglio comunale, non fosse altro per il rispetto che ogni singolo consigliere deve ai tanti cittadini di Formia che lottano quotidianamente contro le continue angherie del gestore privato e che continuano con tenacia e perseveranza la battaglia per la ripubblicizzazione dell’intero ciclo dell’acqua.

La discussione della delibera è inoltre un atto previsto dallo statuto comunale, a cui i consiglieri non possono e non devono sottrarsi, tanto che undici fra questi avevano già dichiarato che avrebbero espresso parere favorevole, nel momento in cui la stessa avesse varcato la soglia dell’assise comunale.

Alla luce di ciò, chiediamo con forza che la delibera venga votata subito, senza più alcun indugio, liberandola dai veti incrociati frutto dalle lotte di potere che stanno emergendo all’interno dell’attuale maggioranza.

D’altronde che a chi comanda non importi nulla della volontà popolare è confermato dal fatto che proprio oggi – sabato 13 giugno – è il quarto anniversario dai referendum del 2011, con i quali i cittadini hanno votato, con una maggioranza bulgara, la cacciata dei privati dai servizi pubblici (acqua compresa).

Eppure, nonostante questo, i privati continuano a dettare legge, riempendosi i forzieri con i nostri soldi. Non serve il favore per ottenere giustizia, specie quando questa è dovuta e da troppo tempo negata.

C’è da una parte chi adora il potere e dall’altro chi lotta al fianco delle classi sociale più svantaggiate.

Ogni altro commento è superfluo !!!

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Quando il disagio si trasforma in occasione di profitto per gli amici

6 Giugno 2015

In queste ore difficilissime per il PD travolto dalle indagini di Mafia Capitale, il nostro pensiero non può che andare alle vittime del sistema affaristico-criminale che lo stesso PD ha sostenuto in questi anni e cioè i tanti cittadini che sulla loro pelle vivono il dramma del disagio sociale, che nasce soprattutto da una politica criminale, che ha abbandonato del tutto l’idea della costruzione di uno stato sociale capace di dare risposte ai bisogni dei cittadini.

Di fatto le nostre città sono disegnati sempre più per rispondere agli interessi della rendita e del profitto, da ricavare soprattutto approfittando del disagio sociale che in questi anni ha colpito le persone, a causa di una crisi devastante per i ceti meno abbienti (con i ricchi che continuano a banchettare).

Eppure le città sono piene di persone che chiedono aiuto, ma a cui spesso viene risposto che non ci sono soldi, soldi che invece vengono dirottati nelle casse degli “amici di merende”.

In questi anni abbiamo assistito alla distruzione della sanità, della scuola pubblica, dell’edilizia pubblica, alla privatizzazione dei beni comuni, all’aumento del costo della vita, alla precarietà del mondo del lavoro.

Se poi guardiamo alla nostra città, la situazione è preoccupante. Basti pensare al problema degli affitti e dell’assenza di edilizia pubblica capace di soddisfare i bisogni delle persone.

Negli uffici del Comune di Formia giacciono, centinaia di domande di assegnazione di case popolari e molte altre famiglie disagiate non producono neppure istanza di assegnazione, ben sapendo l’inutilità dell’atto, poiché, nei prossimi anni, nella nostra città, non è prevista la costruzione di nessun nuovo alloggio popolare, né oggi né nei prossimi anni.

D’altronde non ci risulta che nella stesura della nuova variante al Piano Regolatore Generale, di cui tanto si favoleggia, siano state individuate le zone di edilizia popolare, condizione essenziale per poter chiedere all’ATER di Latina di costruire nuovi alloggi da destinare ai meno abbienti.

Eppure nella nostra città vivono molte famiglie disperate ed in condizioni di disagio economico, che sono vittime di un mercato degli affitti letteralmente impazzito, a cui però viene risposto che non ci sono i soldi per costruire nuovi alloggi popolari e che rimangano alla mercé di speculatori senza scrupoli.

Per iniziare basterebbe iniziare con un censimento per verificare se, chi abita nelle case popolari sia legittimato o meno a starci, o se vi siano in corso degli abusi, da parte di persone che non vivono in difficoltà economiche e quindi, non avrebbero alcun titolo per beneficiarne; sanando invece quei casi nei quali la necessità ha imposto l’occupazione abusiva degli appartamenti.

All’emergenza abitativa si risponde con un vedremo, un forse, passi domani, siamo in attesa che dalla regione ci facciano sapere.

Da sempre a chi ci governa interessano poco i problemi della gente comune e molto di più invece il continuare a banchettare a nostre spese.

Lo conferma nella nostra provincia la coppia di fatto, Fazzone (FI) e Moscardelli (PD), che – nella peggiore tradizione democristiana – hanno decido di spartirsi equamente, parole di esponenti dell’ex-maggioranza di centrodestra che governava il capoluogo pontino – le due galline dalle uova d’oro. Il senatore di Fondi continuerà a fare il bello e il cattivo tempo nella gestione del servizio idrico, tenendo “vita natural durante” i suoi uomini sul ponte di comando di Acqualatina in cambio concederà agli uomini di Moscardelli la possibilità di assaporare il potere, prima volta nella storia, comandando nel capoluogo pontino.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Sulla variante al PRG si faccia chiarezza

4 Giugno 2015

Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, durante la sua discesa formiana, ha affermato con tono fermo che l’approvazione del PRG è un’occasione per mettere in sicurezza il piano urbanistico; per impedire, da un lato, lo scempio del nostro territorio, dall’altro, l’investimento dei capitali illeciti della camorra.

Il condizionale, quando il tema è il PRG e dopo quattordici anni, è d’obbligo. Spieghiamo perché.

Dal 2000, ossia dall’adozione del PRG De Lucia e contestuale sfilza di emendamenti bipartisan che lo affossarono, l’urbe di Formia vaga raminga alla ricerca della propria identità. Quindi, dopo l’esperienza del 2001 con i tecnici che dovevano esaminare gli emendamenti. Si giunse nel 2008 quando l’ex-sindaco Michele Forte, annunciò con tono trionfale l’avvio di un nuovo iter per l’approvazione della variante. Dunque, con delibera di Giunta n. 368 del 7.11.2008, al prezzo di 206 mila euro, s’incaricò l’architetto Purini di redigere il documento preliminare e la Variante Generale al PRG.

La delibera fu oggetto di esposto all’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici da parte dell’OICE*, perché l’incarico fu affidato senza evidenza pubblica, in difformità dal codice dei contratti pubblici e dalle norme europee. L’Autorità intervenne ed il Comune per salvare capra e cavoli nel Marzo 2009 (Delibera di Giunta n.46) trasformò il precedente in “incarico di alta consulenza scientifica e studio per la redazione della Variante Generale al P.R.G.”.

L’architetto iniziò un lavoro oscuro e silenzioso interrotto solo nel Febbraio 2010, quando pare che l’architetto Purini – con assessore all’urbanistica B. Assaiante, dirigente arch. R. Guratti e presidente commissione urbanistica L. Scafetta – abbiano incontrato associazioni sociali, culturali e sportive per recepire le loro proposte. Da allora che chiediamo pubblicamente copia dei disegni, senza risposta.

Quando abbiamo avuto modo di vedere i disegni, non abbiamo potuto che esprimere un giudizio negativo sull’opera dell’architetto Purini. Sebbene l’approccio iniziale col documento preliminare non era andato male. Evidentemente il nostro è stato succube delle volontà del potere, di cui la lottizzazione “Luci sul golfo” e il “cimitero degli archi”, resteranno fulgidi ed indelebili segni della sua scarsa autonomia di pensiero.

Nel 2013 si insedia la giunta Bartolomeo. Il PRG da subito conquista i vertici del programma e dichiarazioni di enfasi all’indirizzo del popolo. Dai primi segni, lo strumento urbanistico sarebbe stato pronto entro un anno. Ne sono passati due ed i disegni, ancora una volta pubblicamente chiesti, sono stati visibili solo da lontano e con commento del sindaco, con buona pace di “trasparenza” e “partecipazione”. Anzi, è trascorso un anno ormai, ed ancora si attende il disco con i documenti di cui, sempre con enfasi, fu dato l’annuncio.

Intanto, abbiamo assistito al ridicolo teatrino della commissione Urbanistica, dove il presidente dimissionario non è riuscito a farsi rieleggere nemmeno come vice-presidente, senza spiegare il perché delle dimissioni, mostrando a tutti lo scontro paralizzante che blocca l’attuale maggioranza.

Uno scontro frutto di logiche speculative che oggi si vogliono attribuire alla camorra, ma da cui la politica in questi mesi come negli scorsi anni non è sembrata immune. Ragion per cui, blindare il PRG in giorni drammatici come questi, quando sono messi a dura prova i simboli dell’informazione ed il diritto di cronaca, quindi la trasparenza dell’amministrazione, appare davvero una forzatura.

Dunque signor Sindaco, facciamo appello a Voi affinché siano pubblicati sul sito i disegni, le relazioni e le bozze di norme affinché siano oggetto di pubblica discussione lontano dalla custodia di una politica, tutt’altro che trasparente. Quando ciò sarà fatto, verrà dato un segno evidente che qualcosa è cambiato.

Ed ognuno dalla sua parte, farà il proprio meglio per tirare su una città nuova. Fino a quel giorno annunci come quelli del governatore avranno un difetto di credibilità, lasciando spazio ad interpretazioni diverse.

Nel caso non vorrà rispondere al nostro appello stia sereno inizieremo lo stesso a discutere pubblicamente del PRG con i pochi documenti che sono stati resi disponibili.

La nostra posizione sul PRG è la stessa dal 29/09/1995 quando nel primo di tanti documenti affermammo «non vogliamo una città solo “paradiso” di chi ha un reddito di cinque milioni al mese, ma una città dove strutturalmente possano vivere tutti; con un indirizzo politico ed economico che vada verso una ridistribuzione della ricchezza; una città che garantisca una vita dignitosa a tutti, anche e soprattutto dal punto di vista economico».

* associazione delle organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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