non disponibile

Il numero 31 raccoglie i comunicati stampa del Giugno del 2016. Nel primo articolo abbiamo denunciato la complicità dell'attuale amministrazione comunale nella fallimentare gestione dell'acqua. Nel secondo ci siamo occupati dell'attivazione del servizio di videosorveglianza, annunciato in pompa magna dall'attuale amministrazione. Nel terzo abbiamo denunciato l'esistenza nel piano delle antenne della possibilità che all'interno del parco De Curtis possa essere installata un'antenna di telefonia mobile. Nel quarto abbiamo annunciato l'avvio della campagna referendaria che vede i cittadini protagonisti per un'Italia migliore. Nel quinto abbiamo denunciato la partecipazione all'interno della giornata di “Sport e solidarietà”, della squadra di rugby “Dalmata” di Gaeta, nota aggregazione dichiaratamente neofascista. Nel sesto abbiamo denunciato la chiusura della fontana che si trova all'interno della stazione ferroviaria. Nel settimo abbiamo chiesto al sindaco di evitare di buttare in caciara le questioni che riguardano le inefficienti gestionali della Formia Rifiuto Zero. Nell'ottavo, e ultimo, abbiamo sottolineato l’obbligo del pagamento delle strisce blu a Formia a tutti disabili.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

La gestione fallimentare di Acqualatina e le complicità dell’attuale amministrazione

29 Giugno 2016

Nelle scorse settimane il Comitato Spontaneo di lotta contro Acqualatina di Formia ha segnalato una perdita consistente di acqua nel quartiere di Castellone, perdita poi riparata con grave ritardo (alla faccia della tempestività e dell’efficienza promessa).

Tutto bene ciò che finisce bene? Purtroppo no, infatti una nuova perdita è stata segnalata, ancora più grave come evidenziano le foto allegate, proprio in prossimità di quella precedente.

Non è la prima perdita e non sarà di certo l’ultima che i cittadini della nostra città dovranno sopportare a causa della gestione targata Acqualatina.

Evidentemente nonostante i tanti investimenti dichiarati dalla società Acqualatina, nulla funziona nella rete idrica, simile ormai più ad una gruviera.

Diventa quindi inevitabile domandarsi dove sono andati a finire i soldi che ha incassato Acqualatina in questi anni e quali sono stati gli effetti investimenti effettuati.

Probabilmente hanno preso altre strade, viste la notevole quantità di disservizi che in questi anni i cittadini hanno dovuto subire.

D’altronde in questa colossale opera di sottrazione di ricchezza dal nostro territorio la dirigenza della società mista italo-francese è stata favorita dai sindaci dell’ATO4, che hanno abdicato al loro ruolo di difensori degli interessi della collettività, pur di non dispiacere il socio privato (la multinazionale francese Veolia), vero padrone della nostra acqua.

Nemmeno il nostro sindaco non si è sottratto a questa logica perversa, figlia dell’adagio “mi costerno, m’indigno, m’impegno, poi getto la spugna con gran dignità”, facendo finta che il problema Acqualatina si risolva “magicamente” da solo.

Tant’è che nonostante le sue innumerevoli dichiarazioni circa la necessità di sbarazzarsi della gestione idrica targata Acqualatina, nulla di concreto è stato fatto in tal senso.

Lo conferma il fatto che ci risulta che non sia stato preso dal consiglio comunale nessun serio provvedimento, con il quale si dichiara la città di Formia libera da Acqualatina.

Probabilmente la stessa deliberazione contro il distacco dei contatori è stata votata solo allo scopo di far sbollire la rabbia dei cittadini.

Ma non finisce qui, perché la politica vuole aiutare Acqualatina ed allora si sostituisce al gestore e interviene con investimenti pubblici, cioè dei cittadini.

In tal senso va letto l’aiutino da 37 milioni di euro che la regione Lazio (maggioranza PD,SEL e ectoplasmi vari) ha regalato ad Acqualatina per la realizzazione dei dissalatori di Ponza e Ventotene, nonostante che i costi siano stati inseriti già in tariffa dall’anno 2003.

Nemmeno a Formia va meglio purtroppo

Infatti la giunta comunale (maggioranza PD,SEL e liste civiche varie) con la delibera n.173 del 23 Giugno 2016 ha approvato una proposta di deliberazione, firmata dall’architetto Astarita (dirigente del settore urbanistica e lavori pubblici) e dall’assessore ai lavori Pubblici Eleonora Zangrillo, con la quale si è dato l’incarico al sindaco Bartolomeo di richiedere alla Regione Lazio, ai sensi della legge regionale n. 48/90 (reti idriche e fognanti), un finanziamento di Euro 1.300.000 per “la realizzazione per i lavori di realizzazione e completamento tratti di condotta fognaria del territorio comunale con il ripristino di tratti fatiscenti di condotte esistenti” e ha dato inoltre mandato al Settore Lavori Pubblici di “trasmettere successivamente tutta la documentazione necessaria per l’ottenimento del finanziamento alla regione Lazio”.

L’ennesimo regalo che viene fatto al gestore e questo nonostante le salatissime bollette che i cittadini sono costretti a pagare, pena la riduzione del flusso idrico.

Il povero cittadino si trova a dover pagare due volte: la prima con le bollette e la seconda con le tasse.

Purtroppo nemmeno l’approvazione della delibera di iniziativa popolare contro il distacco/la sospensione della fornitura idrica è servita a tranquillizzare i cittadini che infatti continuano a pagare.

La paura di un intervento da parte di Acqualatina è ancora forte, visti i modi spicci utilizzati dal gestore, ma deve essere chiaro che all’arbitrio di Acqualatina si può rispondere solo con il boicottaggio totale delle bollette, perché solo allora i predoni dell’acqua capiranno di non essere più i benvenuti e ritorneranno da dove sono venuti.

Fino ad allora i cittadini continueranno ad essere sottoposti ad un vero e proprio massacro e di certo non sarà l’attuale amministrazione a dare loro una mano.

Si tratta infine di decidere in quale direzione deve andare la lotta: piegarsi agli interessi dei mercanti dell’acqua oppure dare loro una lezione di quelle da ricordare per tutta la vita?

Nemmeno ci rassicura quella che è la discussione in atto per la “ripubblicizzazione” dell’acqua. La solita bufala estiva? Attendiamo di conoscere quali saranno le scelte degli “amici del giaguaro” ma di sicuro saremo pronti a denunciare eventuali future magagne.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Attivata la videosorveglianza, la domanda è: La soluzione ai problemi di Formia?

24 Giugno 2016

Apprendiamo dalla lettura di un post pubblicato dall’assessore Claudio Marciano che è stato attivato finalmente il sistema di videosorveglianza comunale previsto dal progetto Formia Smart City. Ad essere videosorvegliate saranno la Stazione, il Porto, le ville comunali del centro, Largo Paone, la Pineta e il lungomare di Vindicio negli incroci.

Molti comuni si sono dotati di un proprio “REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA VIDEOSORVEGLIANZA” per disciplinare l’utilizzo delle videocamere, in modo da non incorrere in eventuali provvedimenti di censura da parte del Garante per la protezione dei dati personali, istituito dalla cosiddetta legge sulla privacy (legge 31 dicembre 1996, n. 675).

Non sappiamo se ciò sia avvenuto anche per il nostro comune.

Infatti abbiamo provato a consultare la sezione “Regolamenti” – presente sul sito del comune di Formia – senza trovare traccia dello stesso.

Eppure già nel lontano 2005 l’allora amministrazione comunale – guarda un po’ capeggiata dall’attuale sindaco Bartolomeo – ci informava che sarebbe stato predisposto uno specifico Regolamento, fondato sui principi stabiliti dal Provvedimento Generale sulla videosorveglianza, emanato dal Garante per la protezione dei dati personali in data 29 aprile 2004.

Tale Regolamento sarebbe stato sottoposto all’esame del Consiglio Comunale, dopo aver superato il relativo procedimento amministrativo che prevedeva, tra l’altro, la notifica al Garante per la protezione dei dati personali.

Ci assicurava inoltre che sarebbe stato “consentito l’accesso alle informazioni raccolte solo alle competenti amministrazioni pubbliche e si sarebbe provveduto “ad informare adeguatamente i cittadini e nelle aree sottoposte a videosorveglianza saranno installati appositi avvisi e cartelli. Inoltre, il sistema, attivo solo nelle ore notturne, sarebbe stato “idoneo a filmare solo quanto strettamente necessario ed essere gestito in modo tale da garantire il controllo e prevenire l’abuso delle immagini raccolte”.

Nel Dicembre 2006 sempre il sindaco Bartolomeo – per tacitare le critiche dell’allora consigliere comunale di Rifondazione Comunista Delio Fantasia circa probabili violazioni della privacy – teneva a precisare che proprio per venire incontro a questo tipo di critiche l’amministrazione cittadina aveva pensato di premunirsi di un regolamento comunale. Il documento, predisposto dagli uffici comunali, sarebbe passato in consiglio comunale per la sua approvazione. Questo per “garantire che il trattamento dei dati personali, effettuato dal comune di Formia mediante l’attivazione di impianti di videosorveglianza nel territorio di competenza, si sarebbe svolto nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale”.

Ad oggi rimane inevasa la domanda:Il comune di Formia si è dotato di un proprio “REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA VIDEOSORVEGLIANZA” oppure no?

Continuiamo a non capire perché si continui nella politica dei proclami e non in quella dei fatti.

D’altronde non è nemmeno chiaro quali sono state le motivazioni che hanno spinto le amministrazioni comunali (attuale e precedente) a fortificare la nostra città.

Al di là di tutto però deve essere chiaro che una politica basata sul mero controllo del crimine è chiaramente incapace di risolvere il problema alla radice.

Più di qualcuno l’ha definita l’industria della paura, inventare dei nemici, o comunque amplificarne gli effetti, per poi approfittarne per rendere ipertrofico l’apparato repressivo.

La soluzione, invece, va ricercata in un’adeguata e incisiva azione da svolgere nell’ambito delle politiche sociali, che però deve necessariamente essere preceduta da un’indagine sociologica, in grado di capire quali sono i bisogni reali dei cittadini, e in particolare delle nuove generazioni, quali le cause scatenanti del disagio sociale e dei fenomeni criminosi nella nostra città. Senza tale indagine è impossibile evitare il loro verificarsi e approntare le giuste contromosse affinché gli stessi siano ridotti a fenomeni minimali rispetto alle grandi questioni che riguardano la nostra città.

Di questo bisogna parlare, avremmo sicuramente risparmiato un po’ di soldi, ma evidentemente lo si è voluto evitare, per continuare ad alimentare sprechi ed inefficienze che fanno comodo a molti.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Antenna di telefonia mobile nel parco de Curtis: tra mito e realtà

18 Giugno 2016

Con deliberazione n.90 del 19 Novembre 2014 il consiglio comunale di Formia ha aggiornamento il piano con la quale si individuavano le aree per l’installazione degli impianti di telefonia cellulare. Il piano precedente era stato approvato con delibera di consiglio comunale n°9 del 25 Marzo 2009.

Dalla consultazione del nuovo grafico – allegato alla deliberazione – apprendiamo che anche la frazione di Gianola/Santo Janni sarà interessata dall’installazione di un’antenna di telefonia cellulare (nel grafico è identificata con la sigla A4).

La nuova localizzazione prevede infatti la possibilità che essa venga realizzata o all’interno dell’ex GIL (quindi nel parco De Curtis) oppure in via delle Vigne, presumibilmente in corrispondenza del nuovo piano di lottizzazione effettuato a poche centinaia di metri dalle scuole elementari.

A confondere le acqua già di per sé agitate – vista l’importanza dell’argomento – è arrivata la presentazione di un ordine del giorno – sempre durante il consiglio comunale del 19 Novembre 2014 – firmato da alcuni consiglieri di maggioranza, con il quale si chiedeva di eliminare dal piano di localizzazione le antenne denominate A4.

L’emendamento è stato approvato con il voto favorevole di n.20 consiglieri (astenuti Bortone, D’Urso, Paone).

Tutto bene? Nemmeno per sogno, stante il fatto che l’antenna è ancora presente nel grafico pubblicato sul sito del comune di Formia

Una dimenticanza da parte dell’estensore del grafico oppure altro? E soprattutto qual è la verità?

L’ipotesi dell’istallazione di un’antenna nel parco De Curtis è ancora in piedi oppure no?

Già di per sé solo l’idea di installare l’antenna in un parco pubblico è demenziale, peggio ancora se poi il tutto si trasforma nel solito teatrino dell’anti-politica, nel quale vale tutto ed il contrario di tutto e niente è certo.

D’altronde il parco De Curtis è un boccone prelibato, che molti tentano di trasformare in “cosa propria”.

Da chi ne ha occupato un pezzo per farci un parcheggio a proprio uso e consumo; a chi, parliamo dell’ex-sindaco Michele Forte, avevo previsto di realizzare al suo interno il punto di partenza della funivia da utilizzare per raggiungere il Monte Redentore (con il monte Campese come tappa intermedia).

Lo schizzo dell’opera era presente all’interno della variante del Piano Regolatore Generale, disegnata dall’architetto Purini.

Una grande opera che pare fortunatamente sia sparita, con l’attuale amministrazione comunale, che ha chiesto all’architetto frusinate di ridisegnarlo in molto punti.

In tutto questo molti dimenticano che nell’attuale piano regolatore il parco de Curtis ricade nella sottozona F3, cioè parco pubblico di interesse paesaggistico ed archeologico con destinazione d’uso a parco alberato, con tassativa esclusione di ogni- attività edificatoria, anche a carattere pubblico. Ebbene questo dovrebbe chiudere ogni forma di discussione.

A meno che con la variante del Piano Regolatore Generale dell’architetto Purini – di prossima approvazione – non ci venga servita qualche altra sorpresa.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

I Referedum:”Ma quante belle firme …. per una società più giusta”

14 Giugno 2016

I governi di questi ultimi anni si sono posti l’obiettivo di cancellare le conquiste sociali e gli spazi di democrazia ottenuti dai lavoratori nel corso degli anni, a costo di immani sacrifici.

Il governo in carica, in particolare, ha costretto il Parlamento ad approvare una serie di “riforme” che piegano il lavoro, l’ambiente, l’istruzione, i servizi pubblici, i beni comuni e la democrazia alle più spietate logiche di mercato.

Per fermare questa deriva sono stati predisposti numerosi referendum.

L’obbiettivo è di IMPEDIRE CHE LA NOSTRA SOCIETÀ VENGA CONSEGNATA A 2 “POTERI”, alleati tra di loro, contro la stragrande maggioranza delle persone. IL 1° POTERE È QUELLO DEL MERCATO, cioè delle multinazionali dell’economia e della finanza. IL 2° POTERE È QUELLO DE “L’UOMO SOLO AL COMANDO” che serve per rendere la politica ancora più distante dai bisogni delle persone, in modo che le decisioni vengano prese nel solo interesse del 1° potere: quello delle multinazionali dell’economia e della finanza!

E’ necessario quindi firmare perché sia data l’ultima parola ai cittadini e alle cittadine.

QUATTRO sono i REFERENDUM in difesa della SCUOLA PUBBLICA. Per impedire che aumentino le disuguaglianze tra le scuole, i territori, le ragazze e i ragazzi che le frequentano. Per impedire che ogni potere si concentri nelle mani dei dirigenti e si distrugga la libertà di insegnamento e il pluralismo che garantisce che la scuola sia di tutte e tutti (1 – Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nella sede; 2 – Abrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione; 3 – Abrogazione di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro; 4 – Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private); Ai primi quattro si aggiungono DUE REFERENDUM in difesa dei BENI COMUNI, della SALUTE e dell’AMBIENTE. Perché non abbiamo bisogno di consegnarci alle trivellazioni e alle lobby del petrolio, ma di promuovere le energie rinnovabili che portano più posti di lavoro e tutelano l’ambiente e il futuro.

Perché gli inceneritori vanno superati promuovendo più raccolta differenziata, recupero, riciclaggio.

A questi due referendum si aggiunge una PETIZIONE POPOLARE con la quale si chiede di bloccare i processi di privatizzazione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali con il ritiro dei decreti attuativi della “LEGGE MADIA” sulle aziende partecipate e sui servizi pubblici locali. Inoltre si chiede l’approvazione della proposta di legge “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, nel testo originario e infine l’avvio di una discussione parlamentare per l’inserimento del diritto all’acqua nella Costituzione.

Poi ci sono TRE REFERENDUM in difesa della COSTITUZIONE e della DEMOCRAZIA. Per impedire che sia stravolta la COSTITUZIONE nata dalla RESISTENZA e che attraverso la nuova legge elettorale (nota come ITALICUM) tutti i poteri siano concentrati in poche mani: con un Senato di nominati e la sola Camera elettiva che non rappresenta la società perché è eletta con capilista bloccati e con un enorme premio di maggioranza a prescindere dal consenso reale ricevuto alle elezioni. Un partito con il 25% dei voti potrebbe avere il 55% dei seggi.

Piegare le istituzioni agli interessi del mercato non è solo un crimine ma è anche consegnare il futuro del nostro paese alla voracità di una nuova classe dirigente, che non lascerà agli altri che le briciole.

E infine QUATTRO REFERENDUM in difesa dei DIRITTI DEL LAVORO e CONTRO LA PRECARIETÀ. Per tutelare, con la reintegra nel posto di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori ingiustamente licenziati nelle aziende che abbiano almeno 5 dipendenti, ripristinando ed estendendo l’articolo 18. Per eliminare i voucher che rappresentano la forma massima di precarietà e di lavoro “usa e getta”. Per tutelare le lavoratrici e i lavoratori che, nelle filiere di appalti e subappalti, finiscono per non avere diritti e con salari sempre più bassi.

I REFERENDUM SONO UNO STRUMENTO IMPORTANTISSIMO perché in assenza di una politica in grado di difendere gli interessi generali le decisioni sono rimesse direttamente nelle mani delle cittadine e dei cittadini, da sempre la colonna portante di questo paese.

Per questo invitiamo i cittadini e le cittadine di Formia a firmare i numerosi quesiti referendari e la petizione popolare.

E’ possibile farlo presso l’ufficio elettorale del comune di Formia che si trova a Piazzetta delle Erbe nei seguenti orari: Lunedì-Mercoledì-Venerdì (dalle ore 9.30 alle ore 12.30) e Martedì – Giovedì (dalle 16.00 alle 18.00).

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Dove c’è razzismo non c’è solidarietà! No alla partecipazione della “Dalmata” di Gaeta alla giornata di “Sport e solidarietà”

11 Giugno 2016

Domenica 12 giugno a Formia, presso il Parco De Curtis si terrà la giornata di “Sport e solidarietà”, organizzata dalla Coop. Sociale Nuovo Orizzonte. All’evento, patrocinato dal comune di Formia, dal parco “Riviera di Ulisse e dalla Confcommercio di Formia, parteciperà la squadra di rugby “Dalmata” di Gaeta, nota aggregazione dichiaratamente neofascista.

Nonostante a Formia esista ormai da decenni una associazione rugbystica di specchiata gestione e assolutamente apolitica, gli organizzatori e i patrocinanti hanno preferito coinvolgere un’aggregazione neofascista.

La settimana scorsa il settimanale “L’espresso” pubblicava un corposo articolo a firma di Michele Sasso dal titolo “Il saluto romano negli spogliatoi: così l’estrema destra fa proseliti con rugby e arti marziali”.

L’articolo descrive come “Nel panorama italiano delle palle ovali, che attira sempre più sponsor, giocatori e appassionati dopo l’exploit della nazionale maggiore, ci sono altre formazioni ispirate chiaramente all’estrema destra: Dalmata Rugby di Gaeta cerca nuovi adepti con cartelloni lungo le strade che recitano così: «Vieni a conoscere e praticare uno sport nobile che insegna l’onore, il rispetto e la lealtà sul campo»”.

Lo stesso articolo spiega come “Oggi dietro il paravento di un’attività apparentemente innocua c’è invece una ‘scuola di militanza con lezioni di lealtà, onore, gerarchia e lo scopo ultimo di alzare un muro alla società multiculturale con idee smaccatamente razziste e xenofobe. L’occasione di fondere politica & sport sono eventi con tanto di concerti nazirock, saluti romani negli spogliatoi e partite-ricordo intrise di revisionismo e slogan truci a bordo campo”.

L’indignazione è inevitabile verso chi ha scelto di collaborare con un gruppo neofascista.

L’organizzazione della cooperativa sociale, che li ha chiamati, il Comune di Formia che li ha patrocinati, l’ Ente Parco di Gianola e la Confcommercio di Formia che li hanno supportati.

Mentre migliaia di persone, annegano ogni giorno nel mediterraneo nel tentativo di fuggire alle guerre provocate dall’occidente, mentre i loro paesi e le loro città sono bombardate e mitragliate quotidianamente e il terrore li costringe a fuggire per salvare la pelle, mentre nel nostro paese si moltiplicano episodi di razzismo e intolleranza anche per genere sessuale, il Comune di Formia, la Confcommercio e l’Ente Parco di Gianola, ospitano e patrocinano un gruppo che si ispira pubblicamente ad ideali razzisti, xenofobi e fascisti.

E hanno anche il coraggio di chiamarla solidarietà ! La nostra città e la nostra comunità hanno bisogno di un senso di solidarietà diverso, ispirato all’accoglienza, alla tolleranza, al riconoscimento e alla condivisione dell’altro. Come ha saputo dimostrare in altre occasioni. Strumentalizzazioni del genere non possono essere tollerate.

Per noi il razzismo ed il nazifascismo fanno solo schifo!

Chi rivendica e inneggia al fascismo, ripudia i diritti umani, il concetto di uguaglianza tra esseri umani, la democrazie e la Costituzione italiana, e della solidarietà non può che avere solo una percezione strumentale ai propri scopi propagandistici.

Chiediamo pertanto che gli organizzatori si ravvedano e impediscano al gruppo di intervenire alla manifestazione. In caso contrario chiediamo che il comune di Formia e l’Ente Parco di Gianola, ovvero gli enti pubblici presenti, ritirino il proprio patrocinio e la partecipazione alla giornata del 12 giugno; sarebbero altrimenti autori di un’incomprensibile legittimazione di un gruppo di neofascisti che ben poco ha a che fare con il mondo della solidarietà, ma che strumentalizzandone il concetto, cerca di sdoganarsi e nascondere le proprie origini, celando le reali intenzioni di indottrinamento dei più giovani.

Facciamo pertanto appello alle persone civili, ai cittadini, agli antifascisti affinché, in assenza di ravvedimento degli organizzatori e degli enti pubblici, condannino l’evento boicottandolo, ridonando cosi dignità allo sport e alla solidarietà.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La privatizzazione dell’acqua si abbatte anche sulla fontana della stazione

8 Giugno 2016

Chiunque abbia la sventura di dover utilizzare la stazione ferroviaria di Formia per recarsi nel luogo di destinazione, forse non si è accorto di un dettaglio non da poco e cioè che è stata chiusa l’unica fontana per bere di cui era dotata la stazione, dopo i lavori di restyling che ha subito la piazza antistante la stessa.

Per bere quindi lo sprovveduto cittadino ha due possibilità: o andare al bar della stazione oppure dotarsi di monetine, poi recarsi presso il distributore automatico di proprietà della società Fast Service Italia srl di Roma e infine prelevare una bottiglietta da 25cl al costo stratosferico di 1.20euro.

Per fare un paragone con più o meno gli stessi soldi porti a casa una confezione da sei da uno dei tanti discount di cui è disseminata ormai Formia.

In alternativa alle due possibilità descritte c’è una terza e cioè quella di tenersi la sete e sperare che passi così come è venuta.

Non sappiamo quali siano le motivazioni che hanno spinto le ferrovie dello stato ha chiudere le fontane, ma possiamo suggerirne un paio.

La prima: vuole impedire ai tanti senzatetto che stazionano la sera in stazione di poterla utilizzare. Della serie: ti faccio morire di sete, così capisce che non sei il benvenuto e te ne vai.

Oppure la seconda ipotesa e che le ferrovie dello stato, di prossima privatizzazione tra l’altro, ha deciso di risparmiare, dovendo altrimenti pagare ad Acqualatina il corrispettivo economico che la società – che gestisce il servizio idrico nella nostra città – pretende per alimentare con la nostra acqua la fontana della stazione.

Non è uno scherzo, infatti Acqualatina chiede per qualsiasi utenza il pagamento della relativa bolletta, fosse anche di utilità pubblica.

Succede infatti che anche al comune di Formia debba pagare ad Acqualatina il corrispettivo economico per le tante fontanelle pubbliche dislocate sul proprio territorio, ma non basta. Paga anche per le scuole, per gli uffici comunali, per i cimiteri, per i lavatoi, nonché per tutti gli impianti sportivi di propria competenza.

Per il solo 2016 l’impegno di spesa – per consumi idrici, fognari e depurazione per fontane e lavatoi pubblici – è di € 21.000.

Insomma un bel gruzzoletto che il comune di Formia, come tutti i comuni dell’ATO4, paga al gestore idrico.

Ritornando al problema della chiusura della fontanella riteniamo che sia solo l’ennesima figuraccia che la città colleziona.

D’altronde questa volta è veramente difficile – anche per noi – trovare le parole per commentare l’abbruttimento sociale che si è abbattuto sulla nostra città.

Una lunga serie di brutte figure che di certo non fanno bene al buon nome della città, che tanti a chiacchiere dicono di difendere, ma che con i loro comportamento scellerati continuano invece ad infangare.

Da città dell’ospitalità a città lager, nella quale è garantita la sopravvivenza solo a chi ha i soldi, per potersela permette, dove i diritti scompaiono in nome del profitto.

Noi però come al solito non siamo stupiti, perché questo processo di desertificazione dei diritti lo viviamo ogni giorno sulla nostra pelle di comuni cittadini.

E’ d’altronde solo l’ennesima conferma che la sinistra di mercato in nome del profitto ha abbandonato ogni forma di pudore e laddove trova la sua convenienza vende i diritti dei cittadini al miglior offerente.

A breve privatizzeranno anche l’aria e a noi non rimarrà che trattenere il fiato, per non dover pagare ad un privato il solito esoso balzello.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Formia Rifiuti Zero, il sindaco Bartolomeo non la butti in caciara

7 Giugno 2016

Davvero maldestro il tentativo del sindaco di “buttarla in caciara” lo scontro in atto sul servizio di igiene urbana. Solo così si possono intendere le dichiarazioni del sindaco volte a rappresentare il nostro intervento come una polemica su una “decisione operativa”. Ma di cosa stiamo parlando!? Noi parliamo di turni massacranti assegnati ai lavoratori. Parliamo di mezzi soggetti ad un elevato grado di usura ed uno scarso livello di manutenzione (ci sono le foto di pneumatici lisci).

Dunque altro che ingerenze nella gestione operativa della società, ma assoluta preoccupazione per i metodi che si adottano all’interno di questa. Considerato che l’episodio denunciato appare a tutti gli effetti una rappresaglia posta in essere dopo lo sciopero del 19 maggio. Preoccupazioni assolutamente fondate visto lo stato di agitazione sindacale in atto e gli ormai innumerevoli incidenti in cui quest’amministratore è incorso; restio ad affrontare nel merito le legittime istanze della organizzazione sindacale USB.

Uno stato di cose reso ancor più grave dal silenzio dei consiglieri comunali, specie quelli che dovrebbero essere più sensibili ai temi del lavoro, inermi difronte ai ripetuti allarmi su quanto accade, invece di chiedere pubblicamente conto all’amministrazione di cosa sta succedendo ai lavoratori della Formia Rifiuti Zero.

Noi siamo assolutamente favorevoli alla gestione pubblica del servizio e all’affermazione del sistema della raccolta differenziata, ma non siamo disposti a ottenere il risultato ad ogni costo, come vuol far credere il sindaco, che dichiara d’aspettare i risultati. Non siamo cioè disposti scambiare le buoni prestazioni del servizio con un maggior rischio per i lavoratori. Non siamo disposti a tacere malversazioni nel cantiere, portate con un arroganza ormai intollerabile.

Ragion per cui, ci lascia del tutto indifferente il tentativo del sindaco, di distrarre la città dal serio problema di gestione e di trasparenza che affligge la FRZ, cercando di attirare l’attenzione su di un episodio, trascurando le problematiche che interessano tutti i lavoratori occupati a rendere il servizio di igiene urbana.

Come non ci sorprenderanno le dichiarazioni trionfalistiche del sindaco alla prossima pubblicazione dei dati sulla raccolta, secondo uno schema diffuso e collaudato secondo cui i meriti sono degli amministratori e le colpe dei lavoratori.

Mentre oggi, gli amministratori di spiegazioni devono darne e tante! La prima – per fare un esempio – sui mezzi del servizio di raccolta rifiuti, soprattutto sulle forniture. Infatti, pochi giorni fa – dopo un nostro intervento sul caso – è stato pubblicato l’esito del bando relativo a queste forniture. Finalmente siamo riusciti a sapere che: 1) il lotto da 194mila euro è stato appaltato alla One Group srl di Cisterna (LT); 2) i lotti da 103mila euro, da 259mila euro e da 77mila euro, sono finiti alla Gorent Spa di Scandicci (FI); 3) il Lotto da 100mila euro alla Scau Ecologica srl di Ceccano (FR); 4) mentre un ultimo lotto non è stato assegnato.

Se si vuole impiegare armi di distrazione di massa per proteggere le responsabilità dell’amministratore, mentre si vuole trascurare i rilievi dei lavoratori sulla qualità e funzionalità dei servizi, che non consideriamo valide, visto che li vivono, ci si accomodi pure. A noi interessa altro.

A noi interessa la difesa dei lavoratori e la loro sicurezza, così come respingere le critiche di chi li dipinge come degli scansafatiche, dei lavativi o peggio ancora come degli assenteisti. In linea con la moda di questi anni che getta la croce addosso ai lavoratori, considerati il problema dell’economia, mentre sono loro che producono il vero valore. D’altronde la classe non è acqua. Da un lato gli sfruttati e dall’altro gli sfruttatori, senza alcuna ambiguità. Ad ognuno di noi tocca decidere da che parte stare. Noi la nostra scelta l’abbiano fatta, senza paura sia del ridicolo sia di altro. Ora tocca all’amministrazione comunale decidere.

A suo tempo, quando vorrà dovrà dare un giudizio sull’attività della direzione della FRZ, allora ascolteremo cosa avrà da dire.

Lui che se ne intende per quanto riguarda lo sfacelo di società, vedi la Formia Servizi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La barbarie sociale avanza senza sosta

3 Giugno 2016

I fatti sono noti a tutti: Con deliberazione di giunta comunale n.462 del 31.12.2014 l’attuale amministrazione comunale ha imposto l’obbligo del pagamento delle strisce blu a Formia a tutti disabili che automuniti hanno la sventura di capitare nella nostra città.

Dal 10 gennaio scorso infatti anche i cittadini disabili, con automobili provviste di regolare contrassegno rilasciato dalle autorità competenti, dovranno pagare 1 euro per poter parcheggiare le proprie automobili nel centro di Formia, senza il timore di incorrere nella contravvenzione di 45 euro prevista dal Codice della Strada.

La motivazione con la quale viene imposto il vergognoso balzello la troviamo all’interno proprio della delibera n.462/2014, approvata con il voto favorevole del sindaco Bartolomeo e degli assessori Manzo, Masiello, Spertini e Zangrillo.

E’ infatti scritto che se è vero che “l’art. 188, c. 3 D.Lgs. 285/1982 statuisce che i veicoli al servizio delle persone invalide non sono tenute all’obbligo del rispetto dei limiti di tempo se lasciati in sosta nelle aree di parcheggio a tempo determinato”, è anche vero che “la normativa non prevede invece che, laddove la sosta sia soggetta a tariffazione a tempo, i titolari di contrassegno invalidi siano esonerati dal pagamento”. Per questo dispone che i titolari di contrassegno invalidi di cui al C.d.S. dovranno corrispondere la tariffa di € 1,00 per parcheggiare sulle strisce blu. Fortunatamente rimane valida la gratuità per gli stalli delimitati da segnaletica orizzontale di colore giallo.

Per rendere meno amara la pillola si è dato poi mandato al Dirigente del Settore Polizia Locale e Servizi Sociali di aumentare del 25% rispetto a quanto previsto per legge gli stalli di sosta riservati gratuitamente ai detentori del contrassegno invalidi.

Non sappiamo se tale indicazione sia stata poi rispettata o meno, in quanto non è stato possibile verificarlo nella pratica.

Ma non finisce qui, perché se è vero che i tecnicismi di cui è piena l’atto incriminato pare assolvano l’amministrazione comunale, ci preme sottolineare però che alla deliberazione manca quell’umanità che invece vorremmo fossero pieni gli atti pubblici.

Non si tratta di elargire una qualche forma di carità pelosa ai disabili, sarebbe offensivo nei loro confronti, ma semplicemente di garantire loro la gratuità delle strisce blu, un gesto di semplice buonsenso.

E tutto questo per garantire qualche euro in più a chi gestisce la sosta a pagamento nella città di Formia.

Vorremmo ogni tanto che noi cittadini si possa essere orgogliosi della nostra città e non doverci vergognare continuamente per colpa dell’operato dei nostri amministratori.

Eppure la nostra amministrazione è stata sempre attenta a strombazzare ai quattro venti la propria attenzione nei confronti della disabilità, con tutta una serie di pompose iniziative che alla luce dei fatti narrati sono la conferma invece del vuoto progettuale che caratterizza l’attuale amministrazione.

D’altronde da sempre la nostra città è nemica dei disabili e la vergognosa deliberazione n.462/2014 ne è solo l’ennesima conferma.

Ovviamente non è un problema di oggi, ma è chiaro che fino a quando non verrà affrontato, e risolto, graverà come un macigno sulle coscienze di chi ha amministrato questa città nell’ultimo ventennio.

Correndo dietro ai soldi la sinistra borghese a perso qualsiasi parvenza di umanità.

Resto la nostra assoluta volontà di non essere più accostati a chi ha trasformato la politica in un luogo dove contano più gli interessi particolari dei singoli consiglieri che quelli della collettività.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Table of Contents