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Il numero 32 raccoglie i comunicati stampa del Luglio del 2016. Nel primo articolo abbiamo raccontato di come il Pd di Formia sia responsabile dello sfascio della sanità del sud pontino. Nel secondo abbiamo chiesto di fermare il bando di gara per l’assegnazione della villa di Acquatraversa. Nel terzo abbiamo denunciato lo strano caso degli impianti sportivi di rilevanza economica, affidamenti che ci risultano scadutati. Nel quarto ci siamo occupati dell'ignobile aggressione ai danni di un lavoratore della Formia Rifiuti Zero. Nel quinto abbiamo portato la nostra solidarietà al compagno Vincenzo Giuffrida, denunciato da Acqualatina. Nel sesto abbiamo denunciato la mancata consegna della posta nelle frazioni collinari. Nel settimo abbiamo raccontato lo sfascio del trasporto ferroviario nella nostra provincia. Nell'ottavo abbiamo le bugie che si celano intorno alla gestione della villa di Acquatraversa. Nel nono abbiamo raccontato di come la promessa della realizzazione della Pedemontana leggera sia l'ennesima presa in giro ai danni della collettività.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il Pd di Formia, la sanità, i tagli e le comiche

30Luglio 2016

Il partito democratico di Formia rende noto che è partita “una raccolta di firme indirizzata al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e al Direttore Aziendale dell’AUSL di Latina, dr. Giorgio Casati. Due sono i temi posti alla loro attenzione: la riorganizzazione del personale e dei servizi esistenti del “Dono Svizzero” (che sono ormai ridotti alla paralisi, tanto che – ad esempio – la consulenza per il Pronto Soccorso e gli altri reparti del “Dono Svizzero” si pratica a Latina con notevole disagio dei pazienti ed uso dissennato delle ambulanze) e l’adozione dell’atto deliberativo per l’avvio del progetto esecutivo del nuovo ospedale del golfo”.

Ebbene se l’argomento non fosse la nostra salute lo archivieremmo come l’ennesimo colpo di sole del partito democratico di Formia, che pare voglia fare suo l’adagio “partito di lotta che di governo”, senza aver paura di cadere nel ridicolo.

Basti pensare che sono a capo dell’intera filiera politica che va dal governo della città di Formia fino ad arrivare al governo del paese, passando per la provincia e la regione.

Quindi hanno tutti gli strumenti per decidere in ogni momento di poter rivoltare come un calzino l’intera sanità pontina ed invece loro bene pensano di poter risolvere i problemi con una petizione.

Però non possiamo che cogliere una nota possibilità da questa presa di posizione e cioè l’ammissione del fallimento della politica sanitaria della giunta regionale targata PD-SEL.

D’altronde lo stiamo denunciati inascoltati che è in corso il tentativo da parte delle forze politiche – che si sono alternate in questi anni alla guida del paese – di demolire la sanità pubblica a favore della sanità privata, regalando così la nostra salute alle bizze del mercato.

Nella nostra regione poi la cattiva gestione politica delle diverse amministrazioni hanno portato il nostro Servizio sanitario Regionale ad una situazione di collasso unica in Italia.

La sanità laziale è stata caratterizzata da un pessimo rapporto tra equità e accesso ai servizi ed efficienza economica, tanto che è stata necessaria la nomina di un commissario da parte del governo, a cui affidare le sorti della nostra salute.

Tutto buoni propositi sulla carta ma in realtà la “razionalizzazione” della sanità, ha significato colpire – dritto al cuore – il diritto alla salute, così come sancito nella Costituzione.

Lo scadimento della qualità del servizio sanitario pubblico ha significato per tanti la fine di ogni speranza di potersi vedere garantite le cure.

Così facendo chi non è ricco (cioè la stragrande maggioranza delle persone) ne esce fortemente penalizzato, poiché non può permettersi la sanità a pagamento e quindi rinuncia a curarsi.

Sono ben 11 milioni gli italiani che – secondo ricerca Censis-Rbm – hanno rinunciato a curarsi, perché non hanno i soldi per poterlo fare.

Per quanto riguarda invece la realizzazione del “nuovo ospedale del golfo”, nonostante se ne parli da una vita ormai, nemmeno una pietra è stata messa, a dimostrazione della fumosità di chi ci governa.

Nel 2007 venne pubblicato il bando di concorso europeo per la progettazione della struttura e ci venne promesso dall’allora sindaco Bartolomeo che “Dopo l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Formia, della Variante al Piano Regolatore Generale del terreno sito in località ex Enaoli, e dello studio di fattibilità promosso dall’Azienda Sanitaria locale, dopo l’assunzione di un mutuo, presso la Cassa Depositi e Prestiti, per la somma di euro 100milioni da parte della Giunta Regionale del Lazio, con la pubblicazione del bando per la progettazione preliminare del Policlinico del Golfo, si sarebbe aperta la fase operativa della realizzazione dell’opera”.

Ebbene – ancora oggi – siamo conviti che tre cose – a Formia – non si realizzeranno mai: “la Pedemontanta, il Porto Marina di Cicerone e il Policlinico del Golfo”.

Tutte grandi opere che rimarranno un sogno per la nostra città e il sud pontino tutto

Ancora più preoccupante è il panorama nazionale.

Infatti l’obiettivo del governo Renzi è quello di recuperare dieci miliardi di euro in 3-4 anni puntando ai 13 miliardi che scivolano via con prescrizioni e visite superflue

Si parla di tagli per circa 2,3 miliardi all’anno per il solo triennio 2015/2017.

In cima alla lista dei tagli ci sono le prestazioni specialistiche non necessarie: dal ministero arriverà presto la lista delle patologie che prevedono analisi necessarie, per tutti i casi diversi si dovrà invece pagare di tasca propria.

Nulla viene anticipato se i poveri verranno esentati, ma questo lo chiediamo volentieri al Pd di Formia, che con il cappello in mano proverà a salvare la sanità del sud pontino.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fermiamo il bando di gara per l’assegnazione della villa di Acquatraversa

26 Luglio 2016

Bene ha fatto la redazione del sito di controinformazione www.formialibera.it a chiedere di posticipare il bando per l’assegnazione della villa di Acquatraversa, in quanto è necessario avviare un vero processo dal basso, in grado di coinvolgere l’intera cittadinanza, e che consenta di destinare l’immobile ad un uso migliore di quanto fino ad oggi fatto.

Proprio per evitare nuovi abusi crediamo sia opportuno – in maniera preliminare – discutere pubblicamente su quali potrebbero e dovrebbero essere le priorità di intervento per l’attivazione di servizi presso quell’immobile, in modo da evitare di creare false aspettative e soprattutto per non sprecare l’occasione preziosa per dare al nostro territorio risposte concrete ai bisogni sociali dei cittadini che questo territorio abitano.

D’altronde abbiamo sottolineato più volte la necessità che sia il comune a gestirlo direttamente, proprio per sgombrare il campo da eventuali ombre, le stesse ombre che hanno fino ad oggi caratterizzato la gestione dell’immobile, che in assenza di controlli – da parte degli uffici comunali preposti – ha dato vita a numerosi abusi.

Proprio per questo valutiamo con favore il suggerimento della stessa redazione di trasferire l’attuale asilo nido comunale, presso il primo piano della struttura in oggetto, cosa che da un lato libererebbe nuove risorse economiche da utilizzare per finanziare le attività di emergenza sociale e dall’altro regalerebbe ai bambini la possibilità di utilizzare una struttura con ampi spazi aperti e direttamente collegato alla spiaggia.

Noi riteniamo che la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e poi assegnati al nostro comune, debba essere la più trasparente possibile, proprio per il valore simbolico che hanno assunto in questi anni.

Per questo la presa in carico da parte del comune di Formia dei beni sottratti alla criminalità organizzata non deve essere l’ennesima occasione sprecata, nella quale gli interessi di alcuni privati prevalgano sugli interessi dell’intera collettività, ma deve invece essere da stimolo per quanti vogliono veramente liberarsi da un modo di intendere la politica figlio di vecchie clientele e nuovi particolarismi.

E’ anche l’occasione giusta per l’ istituzioni di recuperare il terreno perso sul fronte della credibilità della lotta ai gruppi criminali che da decenni dettano legge indisturbati sul nostro territorio.

E’ necessario quindi da subito stoppare il bando e stimolare la partecipazione, perché il tempo delle deleghe è finito.

Da parte nostra sosteremo – con convinzione e forza – quanti decideranno di attivarsi per il bene comune.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Lo strano caso degli impianti sportivi di rilevanza economica

25 Luglio 2016

Nel dicembre 2014 è stato pubblicato sull’albo pretorio, ,e sul sito istituzionale del Comune di Formia, il bando – per le manifestazioni d’interesse – finalizzato all’affidamento degli impianti sportivi minori comunali, ad essere interessati sono stati campetti polivalenti di San Giulio, Gianola, Rio Fresco e Penitro.

Ebbene sono passati 19 mesi e nessuno degli impianti sportivi, tranne quello di Rio Fresco (dato temporaneamente in gestione alla parrocchia) , è stato effettivamente dato in affidamento a cicchessia.

Dal bando, ci ha informati l’assessore allo sport dell’epoca, sono stati esclusi gli impianti sportivi minori comunali di via Cassio e via Ponteritto che saranno sottoposti a successivo avviso pubblico in quanto impianti a rilevanza economica.

E’ proprio su questi ultimi due che vogliamo occuparci, perché confermano quanto stiamo urlando inascoltati da anni e cioè che la nostra città è piegata agli interessi di alcuni privati, con la complicità della classe politica che in questi anni ha occupato il palazzo comunale.

Veniamo ai fatti.

Nel novembre 1999 il comune di Formia e l’associazione sportiva CASSIO CLUB firmavano – a seguito di un avviso pubblico – una convenzione decennale – non soggetta a rinnovo – per l’affidamento in concessione decennale dell’impianto sportivo pluriuso che si trova in via Cassio, per un canone ricognitorio di 2milioni e 500mila lire annui.

L’associazione sportiva si impegnava ad effettuare – pena decadenza dell’affidamento – una lunga serie di migliorie strutturali, così come previsto nel piano finanziario degli investimenti. Erano a carico del gestore le utenze dei servizi (luce, acqua e gas).

Alla scadenza della concessione le opere realizzate dall’associazione sportiva sarebbero dovute essere acquisite gratuitamente al patrimonio comunale.

Inoltre il comune di Formia poteva rientrare in possesso della struttura anticipatamente, versando al gestore un indennizzo per ogni anno mancante alla scadenza naturale della convenzione stipulata.

Il comune di Formia aveva inoltre facoltà di utilizzare la struttura gratuitamente ogniqualvolta lo riteneva necessario.

Così come l’associazione sportiva si impegnava a impartire gratuitamente ai ragazzi del quartiere lezioni di educazione fisica ed a garantire lo svolgimento di attività sportiva dalle ore 14.00 alle ore 17.00 di ogni martedì

Nulla veniva prescritto in merito ad eventuali importi da chiedere a chi avesse voluto usufruire della struttura, lasciando quindi completa libertà al gestore di imporre il pagamento di un canone (quota) agli utenti.

Nel Maggio 1995 il comune di Formia cedeva – dietro il pagamento di un canone annuo di un milione di lire – la gestione – tramite la stipula di una convenzione – della struttura comunale dei campi da tennis “ex-americani” di via Ponteritto al Centro Sociale Culturale di Gianola e all’associazione socio-culturale “A. Simeoni”, con l’obbligo di realizzare – a proprio spese – un campo sportivo finalizzato alla creazione di un centro per la pratica della varie attività sportive.

La durata della convenzione era decennale. Al termine della stessa la struttura sarebbe dovuta essere acquisita gratuitamente al patrimonio comunale.

Anche in questo caso il comune di Formia aveva inoltre facoltà di utilizzare la struttura gratuitamente ogniqualvolta lo riteneva necessario ed era prevista – previo autorizzazione del comune di Formia – l’accesso e l’uso della struttura – in orario antimeridiano – agli alunni delle scuole statali, accompagnati dai docenti

Era inoltre prevista la possibilità che i gestori originali potessero trasmettere la concessione in parola ad altra società, società che non tarda a materializzarsi.

Infatti nel Luglio 2000 – l’amministrazione comunale – con deliberazione di giunta comunale n.200/2000 autorizzava il trasferimento della concessione all’associazione Gianola 95.

Anche in questi caso nulla viene prescritto in merito ad eventuali importi da chiedere a chi avesse voluto usufruire della struttura, lasciando anche in questo caso completa libertà al gestore di imporre il pagamento di un canone (quota) agli utenti.

Passano gli anni, passano le amministrazioni, ma rimane il vecchio vizio di pensare che la cosa pubblica sia al servizio di pochi e non dell’intera collettività, ma noi – come pochi altri – non ci arrendiamo e chiediamo conto all’amministrazione comunale del perché, sebbene le convenzioni siano di fatto scadute da anni, le strutture sportive menzionate non siano ritornate nella disponibilità della collettività.

Sono state attivate proroghe alle due convenzioni che non conosciamo? Cosa tra l’altro vietate espressamente dalle stesse. Qualcuno ha mai fatto quattro conti per sapere a quanto ammonta il danno della casse comunali per i mancati introiti derivanti da canoni di concessioni veramente miserevoli, a fronte di guadagni astronomici per i gestori, segnalando eventualmente la cosa alla Corte dei Conti?

Qualcuno ha mai controllato la corretta applicazione delle convenzioni?E’ così difficile prevedere una gestione delle strutture sportive – così come di tutti i beni di proprietà comunale – che faccia prevalere l’interesse collettivo rispetto all’interesse del privato di turno?

D’altronde il nostro unico interesse è dovuto al fatto che le superfici di questi impianti devono essere utilizzate gratuitamente dagli abitanti del quartiere per un equilibrato sviluppo psicofisico della persona (gli standard urbanistici). Questo è ancora più importante per Via Cassio dove il campo è vicino ad grande complesso di edilizia economica popolare ed a Gianola carente di superfici attrezzate a favore degli abitanti.

Pare invece che il blocco di potere che governa ininterrottamente la nostra città abbia deciso diversamente, dando più importanza ai rapporti di parentela che ai legittimi interessi della collettività.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’ignobile aggressione ai danni di un lavoratore della Formia Rifiuti Zero

22 Luglio 2016

Nei giorni scorsi un lavoratore della Formia Rifiuti Zero è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, in quanto è stato aggredito fisicamente da un residente,

La sua presunta colpa è quella di aver fotografato un conferimento non corretto dell’immondizia nei pressi del lungomare di Gianola.

Evidentemente ci sono persone che credono di poter fare “il bello e il cattivo tempo” nella nostra città, tanto da ritenere normale aggredire un lavoratore della nettezza urbana, quando invece è proprio a questa categoria, da sempre una delle più bistrattate, a cui deve andare tutta la nostra considerazione, viste le condizioni di massimo disagio nelle quali gli operatori ecologici sono costretti a lavorare, con mezzi di lavoro che spesso – come abbiamo più volte scritto – sono difettosi e usurati, cosa che mette a rischio la loro incolumità e quella dei cittadini.

Cogliamo inoltre l’occasione per ricordare che da tempo è in corso sui “social network” un’accesa discussione su chi è colpevole dello stato di sporcizia in cui versa la nostra città.

Molti danno la colpa ai lavoratori, quando invece il colpevole è ben chiaro e quindi i cittadini farebbero bene a indirizzare le loro lamentele – circa le inefficiente che caratterizzano la raccolta dei rifiuti – non contro i lavoratori – da sempre considerate vittime sacrificali dai padroni – ma contro gli amministratori della Formia Rifiuti Zero, incapaci di fare il lavoro per cui sono profumatamente pagati.

Da parte nostra esprimiamo la solidarietà al lavoratore vittima dell’aggressione e crediamo di rappresentare il sentimento della parte sana della nostra città, perché chi tocca un lavoratore tocca tutti noi.

Ben ha fatto il sindaco Bartolomeo a condannare l’accaduto, ma riteniamo che non basti fermarsi alla semplice solidarietà, perché così facendo il risultato è pari a zero e ci sarà sempre qualcuno che si sentirà autorizzato a poter alzare le mani contro i lavoratori.

Crediamo – infatti – che sia necessario che il comune di Formia si costituisca parte civile nel processo che verrà celebrato da qui a breve (lo si spera), proprio per dimostrare la fattiva solidarietà dell’intera popolazione formiana alla vittima di tale inaudita aggressione.

Da parte nostra saremo sempre dalla parte dei lavoratori senza se e senza ma.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La nostra solidarietà al compagno Vincenzo Giuffrida

20 Luglio 2016

I fatti sono noti: a seguito di una querela depositata dagli avvocati di Acqualatina Vincenzo Giuffrida, in qualità di proprietario del sito di controinformazione www.formialibera.it, dovrà subire un processo.

L’accusa che gli viene rivolta è di aver pubblicato un articolo nel quale veniva criticato – secondo loro diffamava – l’operato della società italo-francese che gestisce il servizio idrico nella nostra città e nell’intero ATO4.

Ebbene le accuse non sono solo manifestamente infondate, ma anzi crediamo siano un motivo di vanto per Vincenzo, perché è tra i pochi a lasciare spazio incondizionatamente a quanti si ribellano ad una realtà sempre più feroce, nella quale i diritti dei cittadini vengono continuamente violati e lo fa anche a rischio di beccarsi una denuncia.

D’altronde una società come Acqualatina non avrebbe mosso il suo staff legale per così poco, se non avesse visto in Vincenzo un nemico pericoloso, a cui va chiusa la bocca con un’azione legale, perché le minacce spesso funzionano.

Però questa volta hanno sbagliato di grosso, perché siamo sicuri che Vincenzo non piegherà mai la schiena, nemmeno quando si trova di fronte al cospetto dei predoni dell’acqua, nemmeno davanti ad una minaccia così pesante.

Egli rappresenta l’esempio migliore di militanza politica comunista, contrassegnata da una forte coerenza ideologica che lo ha visto sempre impegnato anima e corpo nelle lotte sociali, dalla completa disponibilità ad organizzare assemblee, dibattiti, presidi, pronto a portare aiuto e a solidarietà a chi ne ha bisogno.

Il primo a schierarsi contro la violenza che questa società esercita nei confronti degli sfruttati, grazie alle politiche neoliberiste – portate avanti dalla borghesia – allo scopo di annullare le conquiste sociali e i valori di solidarietà della nostra carta Costituzionale.

Lui non si nasconde, non tira il sasso e nasconde la mano come fanno in tanti, ma ci mette la faccia, rischiando sempre in prima persona.

La battaglia contro Acqualatina lo ha visto da subito protagonista, denunciando i guasti della privatizzazione portata avanti dal blocco di potere che domina la provincia di Latina da sempre.

Lo confermano i fatti di questi giorni. La crisi idrica che sta colpendo i comuni della nostra provincia non è frutta del caso, ma è la conferma il fallimento del modello privatistico che ci è stato imposto dall’alto.

D’altronde la privatizzazione dei servizi pubblici continua.

Si sta affermando l’idea di una definizione di «servizio pubblico» che si basa su due negazioni: a) non è servizio pubblico, quello la cui erogazione può essere effettuata anche da soggetti diversi dall’autorità di governo; b) non è servizio pubblico, quello per la cui erogazione è previsto un corrispettivo economico, anche una tantum.

Da queste designazioni emerge chiaramente come l’istruzione e la sanità non vanno considerate servizi pubblici, in quanto possono essere erogati anche da soggetti privati, così come l’acqua, l’energia, i rifiuti e il trasporto pubblico, in quanto per la loro erogazione è previsto il pagamento di una tariffa.

Quindi i servizi pubblici sono considerati una merce come un’altra, a cui il cittadino ha diritto solo se ha la possibilità di pagarli.

Siamo sicuri che il compagno Vincenzo sarà sempre in prima linea per contrastare il sogno della borghesia di arricchirsi a danno della collettività ed in particolare degli sfruttati.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Nelle frazioni collinari la posta non arriva

16 Luglio 2016

In questi giorni una marea di persone – che abitano prevalentemente nelle frazioni collinari (Trivio, Maranola, Castellonorato) ma anche a Penitro – si sta riversando presso gli uffici postali di via De Gaspari, per chiedere chiarimenti circa la mancata consegna della posta, in particolare delle bollette, ma non ha ricevuto nessuna rassicurazione alcuna da parte del personale postale sull’immediato ripristino del servizio di consegna.

Le giustificazioni che sono state date – a chi si lamentava del disservizio – è che il problema è imputabile all’assenza dei numeri civici, aggravato dal fatto che gran parte del personale che si occupa della consegna della posta cambia in continuazione e quindi non conosce l’esatta ubicazione dei destinatari.

A causa di questi disservizi, imputabili sia ben chiaro all’organizzazione del servizio e non ai singoli postini, molti cittadini rischiano così di vedersi staccare le utenze domestiche senza alcuna colpa, se non quella di vivere in un paese ormai allo sbando.

Nel maggio del 2016 la giunta comunale ha approvato il nuovo stradario, ma evidentemente ci vorrà ancora tempo prima che si proceda in tal senso ed allora ecco che il cittadino non sa più a quale santo votarsi ed è costretto a recarsi arrabbiatissimo presso gli uffici di via De Gaspari, per chiedere conto del danno procurato.

Evidentemente però il problema non è solo figlio della mancata numerazione ma anche dell’opera di sistematico smantellamento di quello che rimane della proprietà pubblica di beni, servizi ed attività produttive, che ha come scopo quello della svendita ai privati.

D’altronde la legge del profitto è spietata, così che si cerca di fare più profitto possibile a discapito del livello dei servizi, procedendo allo smantellamento di un’azienda che quasi inutile ricordare ha sempre avuto nel i servizi di recapito, nella logistica, nella capillare rete distributiva, nella raccolta postale e nel polo bancario-assicurativo, i suoi punti di forza ed invece oggi si trova ad essere ridotto ai minimi termini.

Eppure i costi dei singoli servizi sono aumentati in maniera esponenziale. Basti pensare che – dal giugno del 2015 – spedire una lettere – sul territorio italiano – con affrancatura ordinaria costa ben 0.95 euro, cioè con un aumento del 15,8% rispetto alla tariffa precedente che era di 0.80 euro.

E questo senza un aumento della qualità del servizio, anzi.

Eppure con legge 249 del 1997 è stata istituita l”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – conosciuta anche come Agcom – alla quale è affidato oltre al compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nel settore delle telecomunicazioni, dell’editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle poste, anche di determinare le tariffe e gli standard qualitativi che gli operatori devono applicare.

Ebbene gli organismi di controllo – oltre che essere strutture elefantaiche, nelle quali i partiti hanno infilato i loro uomini, con stipendi di centinaia di migliaia di euro, pagati dai contribuenti – sono completamenti assenti quando si tratta di far rispettare i diritti di cittadini.

Il nostro sospetto è che anzi siano complici delle poste, perché altrimenti è difficile capire il perché dell’assenza di provvedimenti capaci di scongiurare il ripetersi della mancata consegna della posta.

Non rimane allora che segnalare il danno al sindaco di Formia, in modo che provveda quanto prima a segnalare ai dirigenti delle poste italiane che i cittadini della sua città sono stufi di dover sopportare le conseguenze della mancata consegna della posta e lo invitiamo – nel caso in cui il disservizio continuerà a ripetersi – a rivolgersi all’autorità giudiziaria per denunciare per interruzione di pubblico servizio le poste italiane.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il mondo di sopra si mangia il mondo di sotto

13 Luglio 2016

Il nostro signor presidente della regione Lazio, nonché esponente di punta del partito democratico, Nicola Zingaretti, preso dalla foga di aderire alla vulgata del “va tutto bene” di renziana memoria ci racconta – con grande orgoglio – che “ con una media di 90,9 treni puntuali su 100 il Lazio migliora nettamente gli standard e l’offerta a disposizione dei 400 mila passeggeri che quotidianamente si muovono sui treni regionali”.

Il nostro caro presidente trascura alcuni ritardi topici accaduti nell’ultimo mese. Uno tra tutti? Il dì 10/06 ultimo quando un incendio sviluppatosi nei pressi della ferrovia tra le stazioni di Pomezia e Campoleone ha di fatto bloccato la linea per quasi quattro ore tra le 17:00 e le 21:00, quando i primi treni hanno potuto riportare a casa le migliaia di persone bloccate alla stazione termini nel caos assoluto, in attesa che i VV. FF. mettessero in sicurezza la Linea.

Per tutta la durata del black – out Trenitalia non ha assolutamente dato assistenza ai cittadini rimasti in attesa di capire come tornare a casa, assistiti solo da un messaggio registrato che terminava con il più odioso “ci scusiamo per il disagio”. Gli intercity, dirottati via cassino, sono stati fatti fermare direttamente a Napoli; senza prevedere una fermata a Cassino ed uno spostamento in autobus Formia – Cassino utile a moltissime persone.

Diversamente dopo ore di spasmodica attesa, i geni di Trenitalia hanno consigliato di prendere i regionali per Cassino, e scendere a Ciampino, dove prendere il servizio sostitutivo Ciampino – Campoleone.

Alcuni sfortunati che hanno seguito lo sciagurato consiglio, giunti nella stazione di Ciampino sono dovuti ritornare indietro in quanto i bus del servizio sostitutivo era terminato.

Dopo le 20:30 è stata ripristinata la linea ed i primi treni a partire sono stati i TAF del servizio regionale all’interno dei quali si sono silenziosamente inscatolati le migliaia di lavoratori, determinati a raggiungere la propria abitazione per le pochissime ore di riposo, rimaste a disposizione grazie ai prodigi di Trenitalia.

I tifosi dell’Italia che avrebbero voluto vedere la partita dell’Italia in streaming nemmeno lo hanno potuto fare visto che il segnale sulla linea è scadente.

Non è la prima volta che il servizio sulla linea Roma – Formia salta in modo cosi drammatico, molti ricordano il 20/03/2015 quando l’investimento del cavallo avvenuto nei pressi della stazione di Cisterna di Latina ha causato ritardi di cinque ore, dovuta all’agonia del povero animale, agonizzante sulla linea senza l’intervento dei veterinari; molti pendolari sono stati fatti scendere nella stazione di Campoleone senza alcun servizio sostitutivo.

Oppure il disastro ferroviario del 25/06/2013 quando alle 2:30 di notte un treno bisarca proveniente da Torino è deragliato sul binario 5 della stazione di Formia, spezzando la linea ferroviaria e la giornata dei pendolari. Alle prese con la dannazione dei servizi sostitutivi, che alla fine non sostituiscono un bel niente!

Lo conferma ciò che è accaduto il 13 luglio 2016, quando dalle 8.25 la circolazione ferroviaria fra Torricola e Pomezia-Santa Palomba (linee Roma – Napoli, via Formia, e FL8, Roma – Nettuno) è stata sospesa per l’investimento di una persona.

I primi treni sono arrivati con 248 minuti di ritardo ma comunque prima dei bus sostitutivi che sono iniziati a partire da Pomezia alle 11.40.

Sarebbe il caso di pensare ad una ferrovia Formia – Cassino, tale da creare un by-pass nella circolazione ferroviaria. Ma appena si pensa alla linea Formia – Gaeta ed al tempo passato da quando, tutti i politici di qualsiasi colore ne hanno invocato l’apertura! Allora sovviene lo sconforto, che solo la infinita pazienza del pendolare, può superare.

Ma tutto questo il nostro signor presidente della Regione Lazio non lo sa, evidentemente lui ed i pendolari laziali viaggiano in due regioni diverse: una dove i treni arrivano in orario, l’altra dove se il treno inizia ad avere qualche minuto di ritardo si inizia a guardare con terrore l’orologio temendo di essere ancora una volta all’inizio di una giornata infernale.

Eppure ci sarebbe tanto da lavorare sulle infrastrutture ed invece niente di tutto questo avviene.

La lentezza delle risposte che il sistema da al bisogno dei cittadini di disporre di servizi pubblici efficienti è una precisa volontà di chi si vuole continuare ad arricchirsi a danno della collettiva, altrimenti non si spiegherebbe come mai la qualità degli stessi è così bassa.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La villa di Acquatraversa: le bugie hanno le gambe corte

8 Luglio 2016

E’ stato pubblicato sull’albo pretorio del comune di Formia l’invito a manifestare interesse per l’affidamento in concessione della gestione dell’immobile confiscato alla camorra sito in Formia in località Acquatraversa.

E’ rivolto – così come prevede il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione Dlgs 159/2011 – a: comunità, enti, associazioni maggiormente rappresentative degli enti locali; organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11.8.1991, n.266, e successive modificazioni; cooperative sociali di cui alla legge 8.11.1991 e successive modificazioni; comunità terapeutiche e centri di recupero e cura di tossicodipendenti di cui al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti o sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9.10.’90, n.309, e successive modificazioni; associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi dell’art.13 della legge 8.7.1986, n.349, e successive modificazioni.

Tutto bene quel che finisce bene? Purtroppo no, infatti anche questa volta ci troviamo di fronte a qualcosa di poco chiaro.

D’altronde questo è il “modus operandi” dell’amministrazione Bartolomeo.

Infatti nelle premesse è scritto che “con contratto repertorio n. 10839 del 17.10.2007 con decorrenza a partire dal 01.08.2007 e per la durata di anni nove veniva assegnato l’immobile di cui sopra all’ASSOCIAZIONE EMMANUEL DUEMILA ONLUS, C.F. 90034630591, con sede in Formia alla Via Castello n. 5” e che “il suddetto contratto scade il 30.07.2016 e l’amministrazione comunale intende, in osservanza al vigente regolamento Comunale, riassegnare l’immobile di cui trattasi per la realizzazione di un Centro di accoglienza ed integrazione per le categorie svantaggiate”.

Eppure nell’Ottobre 2014 l’UFFICIO URBANISTICA, EDILIZIA E PATRIMONIO del comune di Formia si era accorto che qualcosa non andava ed aveva inviato una nota ufficiale all’ASSOCIAZIONE EMMANUEL DUEMILA ONLUS, all’attuale SINDACO SANDRO BARTOLOMEO e al PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BENI CONFISCATI GIUSEPPE BORTONE, nella quale precisava che il Comune di Formia aveva avviato il procedimento amministrativo per la revoca del contratto di comodato che affidava la villa di Acquatraversa proprio alla ASSOCIAZIONE EMMANUEL DUEMILA ONLUS».

Le motivazione della revoca erano le numerose inadempienze da parte del comodatario in ordine al perseguimento del fine sociale stabilito nella convenzione medesima.

Ebbene come è possibile che nonostante la procedura di revoca avviata dall’UFFICIO URBANISTICA, EDILIZIA E PATRIMONIO del COMUNE di FORMIA la concessione sia arrivata a scadenza naturale?

E’ necessario che la DELEGATA ALLA LEGALITÀ, l’avvocata Menanno e la SEGRETARIA GENERALE, in qualità di RESPONSABILE DEI BENI CONFISCATI, chiariscano le motivazioni per le quali non si è provveduto alla revoca della concessione e quali gli impedimenti reali che hanno impedito che ciò avvenisse?

Siamo stufi di continuare a subire l’onta di essere considerati meno che deficiente e per questo ci attiveremo affinché la discussione sulla destinazione dell’immobile di Acquatraversa esca dal palazzo comunale e diventi patrimonio dell’intera cittadinanza.

Infatti alla luce della pubblicazione dell’avviso a presentare delle idee, che non si capisce se è un bando di assegnazione vero e proprio o l’ennesima farsa targata Bartolomeo

Crediamo sia opportuno discutere su quali potrebbero e dovrebbero essere le priorità di intervento per l’attivazione di servizi presso quell’immobile, per evitare di creare false aspettative e comunque per non sprecare l’occasione preziosa.

D’altronde abbiamo sottolineato più volte la necessità che sia il comune a gestirlo direttamente, proprio per sgombrare il campo da eventuali ombre.

In mancanza di un valido progetto tanto vale buttarla giù o riconsegnarla all’agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ma sarebbe una sconfitta per l’intera la città e una vittoria purtroppo per quanti hanno consentito che questo stato di cose fosse non solo tollerato ma addirittura incoraggiato.

Ebbene!!! E’ ora di smetterla di darla vinta a questi loschi figuri e di chiedere – a gran voce – che si cambi registro.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La pedemontana:“Atto unico di una presa in giro

5 Luglio 2016

Il progetto della variante alla SS 7 Appia per il tratto compreso tra località Pontone di Gaeta e località Santa Croce, altezza svincolo Cassino – Napoli, altrimenti nota come “Pedemontana di Formia, rientra nel Piano Generale dei Trasporti della Regione Lazio fin dai primi anni ’90; compreso tra gli interventi strategici per il riequilibrio del sistema di supporto alla mobilità stradale merci e passeggeri regionale. Ciò a causa della notevole portata del traffico calcolata in circa 30 000 veicoli/die, di cui una parte importante composta da traffico di attraversamento della città, in particolare dovuto a mezzi pesanti.

Il tracciato, scelto tra oltre una decina di alternative, ha una lunghezza di 11 Km, di cui 5.338 in galleria, con un costo complessivo stimato nel 2006 pari a 420 950 000 Euro, con una previsione del tempo realizzativo – progetto esecutivo, autorizzazione e costruzione – di circa 6 anni.

Il primo progetto del 1999 prevede la realizzazione di una strada di classe C1 (ex IV) C.N.R, cioè ad unica carreggiata a doppio senso di marcia, con caratteristiche plano altimetriche compatibili con strada di Classe B (ex III). Poi, quando già era stato aperto il primo cantiere, il cambio di giunta e l’avvento della Legge n. 443 del 21/12/2001 (Legge Obiettivo) fanno inserire la strada nelle previsioni programmatiche di realizzazione delle infrastrutture strategiche individuate dalla Delibera C.I.P.E. 21/12/2001 n.121 “Programma delle infrastrutture” strategiche; in quanto parte del fantomatico tracciato del “Corridoio Tirrenico Meridionale”. Atto che rende necessario sviluppare la progettazione di una strada di categoria A, sezione autostradale, a doppia carreggiata, con spartitraffico, con due corsie per ogni senso di marcia larghe 3,75 metri e corsia di emergenza larga 3,00 metri per un ingombro totale della piattaforme di 25,50 metri.

Per il resto non ci sono grandi modifiche, visto che il tracciato progettato ricalca per buona parte quello previsto nel progetto del 1999. Le differenze si riscontrano nel tratto iniziale, che ricade nel territorio di Gaeta e nel tratto in uscita da Monte Campese.

Dal punto di vista idrogeologico lo studio dell’interferenza tra la sorgente Mazzoccolo e la strada, supportato da una campagna di prospezioni e misurazioni nel 1999, ha messo in evidenza che la superficie piezometrica basale in asse al tracciato varia da 12 a 16 m.s.l.m. mentre la quota di progetto della strada varia da 95 m.s.l.m. (imbocco ovest) a 84 m.s.l.m. (imbocco est). Pertanto non sembrano esserci rischi di riduzione della riserva idrica, verso cui deve essere posta ovviamente la massima tutela. Il “progetto definitivo”, per alcuni tratti già in fase di “progetto esecutivo”, già corredato di Studio di impatto ambientale con parere favorevole della Regione Lazio, con Valutazione d’Impatto Ambientale positiva resa ai sensi del D.P.R. 12/04/1996, è stato approvato dalla Conferenza dei servizi del 23/09/1999, ormai 17 anni fa.

Oggi il sindaco ha annunciato “un finanziamento di 160 milioni di euro di finanziamento disponibile, giudicati sufficienti per la realizzazione di una strada a due corsie che garantisca l’attraversamento a monte della città”. L’idea dovrebbe essere quella di una strada a mezza costa che segua il versante dei monti di Costamezza, Santa Maria e monte di Mola. Cosi facendo, l’amministrazione si assume la responsabilità di buttare un lavoro durato oltre quindici anni, giunto ad una fase esecutiva, per iniziare un nuovo giro di giostra, con nuove progettazioni e valutazioni ambientali, dall’esito tutt’altro che certo viste le complicazioni portate da un tracciato superficiale, che può comportare difficoltà in termini di velocità di progetto e raggi di curvatura adeguati per una strada di carattere regionale.

Quindi che senso ha modificare il tracciato e chiedere nuovi studi, VAS e VIA, buttando tutto il lavoro fatto? mentre non sarebbe meglio ridimensionare la sezione stradale per ridurre i costi, non prima di aver valutato i rischi, in termini di incidenti, legati ad una strada di sole due corsie, forse inadeguata per un traffico d’attraversamento composto anche da TIR? Domande tutt’altro che banali. Anzi.

Ecco perché oggi, in una Formia bloccata dal traffico, rimettere in discussione un percorso ultraventennale prende la forma di una enorme presa in giro sulla pelle dei formiani, indifferente al prezzo che la gente ha pagato, sta pagando e pagherà per l’incapacità della politica di chiudere i progetti importanti per la città.

D’altronde quale garanzia può offrire un’amministrazione che non è stata in grado di realizzare il “nodo di scambio e collegamento SS 7/bis – via Solaro – stazione FF.SS. di Formia” della lunghezza di 526 metri, di cui 180 in viadotto, con un costo iniziale previsto di soli € 4 160 000. Oppure il ponte di Acquatraversa lungo una decina di metri, con un costo di soli € 402.000,00?

Progetti con importi notevolmente inferiori ma capaci, specialmente il primo, di alleviare le attuali condizioni del traffico creando nuove alternative agli attuali itinerari ultra-iperatrofizzati.

Alla fine inesorabile si profila l’ennesima fregatura per la città destinata a regalare nuovi soldi per progetti segnati dallo stesso destino: l’archivio. D’altronde questo è stesso sindaco che nel porto, tra una soluzione a levante ed una a ponente s’è inventato la stravagante soluzione del raddoppio con avanzamento in mare, nel silenzio della fedele claque ecologista. E questa è la stessa maggioranza che ha affossato il PRG di De Lucia, introducendo tanti di quegli emendamenti da rendere gioco facile ai finti nemici del centrodestra di ritirare un PRG già adottato, che oggi avrebbe iniziato a dare i suoi primi effetti.

Voce di popolo dice “Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiempo”, è cosi sembra vogliano fare i nostri governanti, incuranti dei disastri che sono stati capaci di fare, ormai da anni sotto gli occhi di tutti. Incuranti dello spettacolo osceno che ci presentano.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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