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Il numero 18 accoglie i comunicati stampa del Maggio del 2015. Nel primo articolo abbiamo commentato l'omicidio efferato dell'avvocato Mario Piccolino, avvenuto per mano di un killer solitario. A nostro avviso è un omicidio di camorra. Nel secondo articolo abbiamo commentato l'assenza di trasparenza della macchina comunale. In base alle verifiche effettuate dagli organismi dipendenti di valutazione (OIV), il comune di Formia occupa l’ultimo posto tra i comuni della provincia di Latina. Nel terzo articolo sottolineiamo l'assenza di assenza di provvedimenti adeguati per lo smaltimento dell'amianto, tant'è che lo stesso rimane al dov'è, danneggiando la salute dei cittadini. Nel quarto articolo denunciamo come ancora una volta il parco De Curtis sia stato trasformato in un parcheggio per automobili. Nel quinto articolo denunciamo la trasformazione del golfo di Gaeta in una latrina a cielo aperto. Nel sesto articolo ribadiamo la giustezza e la necessità del boicottaggio dei test INVALSI, un modo per rifiutare le politiche liberiste che si stanno abbattendo sulla scuola. Nel settimo articolo abbiamo sottolineato lo stato di abbandono in cui versa un'ala dell'ospedale di Minturno. L'ultimo articolo lo abbiamo voluto dedicare la festa del 1° Maggio a tutti i lavoratori che lottano; a chi non festeggia perché lavora; a tutti i lavoratori immigrati la cui prospettiva è solo il lavoro nero, mal retribuito e mai tutelato; ai precari e ai disoccupati. Denunciando inoltre l’attacco ai diritti dei lavoratori, portato avanti dai governi filo-padronali che in questi anni si sono alternati l’uno all’altro.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

La morte di Mario Piccolino sia di monito a tutti

31 Maggio 2015

Mario Piccolino è stato assassinato. Un compagno. Un avvocato. Un giornalista. Un fotografo. Tutti ruoli che svolgeva con i suoi modi, spesso sopra le righe, ma sempre con coraggio e dedizione. Con lui abbiamo avuto anche scontri coloriti, nati dal fatto che lui non ci aveva mai perdonato la nostra scelta di non collocarci nello schieramento politico di centrosinistra che avrebbe poi vinto le elezioni comunali, ma i nostri erano scontri sempre nei limiti del rispetto e della libertà di pensiero.

Per noi la sua morte è un esecuzione di camorra. In questo modo si è voluto mettere a tacere una voce scomoda, che ha denunciato più volte la diffusa illegalità presente nella nostra città.

Il suo omicidio è un messaggio diretto a tutti noi, un tentativo di costringerci al silenzio ed alla paura. Davanti a noi abbiamo due strade: scegliere l’indifferenza oppure raccogliere il testimone che Mario ci ha lasciato e continuare la lotta contro le mafie, al fianco di quanti lo stanno già facendo, rischiando in prima persona.

Il nostro futuro è messo in gioco, stare dalla parte di chi lotta contro la camorra oppure cedere al ricatto della loro violenza. Spetta a noi decidere da che parte stare. Consegnare questo territorio alla criminalità, oppure strapparlo dalle loro mani, palmo dopo palmo, per riportarlo ad essere uno spazio dove la libertà di pensiero, il diritto di cronaca, la fiducia nella democrazia abbiano ancora un senso e per ridare speranza a tutti i cittadini, la stragrande maggioranza, che vivono onestamente la propria vita e vogliono viverla godendo del proprio lavoro, liberi dal ricatto del crimine organizzato.

Quanti hanno compiuto il delitto pensando che i cittadini di Formia sarebbero rimasti in silenzio hanno sbagliato di grosso. I cittadini di Formia reagiranno a tutto ciò, respingendo ogni forma di illegalità, difendendo la libertà di pensiero ed il diritto di cronaca, da quanti vogliono cancellarli.

L’omicidio efferato di Mario interroga l’intera comunità e mette tutti sul banco degli imputati, soprattutto quelli che hanno volutamente sottovalutato le conseguenze delle infiltrazioni criminali.

Siamo convinti che il tempo delle valutazioni sia finito. Il momento di agire è giunto, ognuno dalla propria posizione, con i propri mezzi, affinché la città sia sottratta a quell’aria di morte che la camorra vuole portare.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La trasparenza negata

25 Maggio 2015

Dalla lettura di un comunicato stampa dell’associazione Rinascita Civile, abbiamo avuto conferma di ciò che abbiamo sempre sostenuto in questi anni e cioè che la trasparenza non è stati mai tra le priorità delle amministrazione comunale.

Infatti, in base alle verifiche effettuate dagli organismi dipendenti di valutazione (OIV), il comune di Formia occupa l’ultimo posto tra i comuni della provincia di Latina.

Interessanti le osservazioni formulate dall’OIV, composto dal Dott. Mario Tagliatatela (Presidente), dal Dott.Andrea Ciccone (componente) e dal Dott. Roberto Colangelo (componente) nella scheda di sintesi a corredo della rilevazione effettuata nel periodo che va dal 6 Novembre 2014 al il 31 Dicembre 2014.

Tra gli aspetti critici riscontrati sono stati segnalati: Il sito va migliorato in riferimento all’esatta collocazione dei dati nelle corrispondenti sezioni; Manca l’aggiornamento del piano della performance ; mancano i tempi di attuazione dei procedimenti, Si consiglia all’Amministrazione Comunale di adottare un nuovo piano della trasparenza individuando per ogni settore il responsabile della pubblicazione dei dati conferendo apposito incarico in mancanza responsabilizzare i Dirigenti nell’adempimento; Miglioramento delle procedure informatiche,utilizzando un programma di trasferimento dati direttamente al sito sia per quanto attiene alla sezione “Amministrazione Trasparenza” sia per le altre sezioni per le quali è previsto l’obbligo di pubblicazione. Si riscontrano,inoltre, talvolta problemi tecnici temporanei di apertura di pagine web che invece dovrebbero essere di facile apertura.

Anche noi continuiamo a verificare che molti degli atti pubblicati sul sito istituzionale del comune di Formia (delibere di giunta, delibere di consiglio comunale e determinazioni dei dirigenti) sono privi degli allegati, motivo per il quale è impossibile verificare la completa correttezza degli attivi amministrativi del nostro comune.

Ovviamente non sappiamo del perché di tale andazzo, ma di certo sospettiamo che ci sia ben altro che una semplice dimenticanza o omissione.

D’altronde l’inchiesta, denominata “Sistema Formia”, condotta dal Pubblico Ministero Giuseppe Miliano, ha svelato le modalità con la quale ha funzionato per anni la gestione della macchina comunale.

L’inchiesta, frutto di un anno e mezzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, effettuate tra il 2011 e 2012, ha visto tra gli intercettati politici, amministratori comunali, imprenditori, dirigenti e funzionari, poi rinviati a giudizio.

Secondo la Procura di Latina tali soggetti avevano costruito una vera e propria associazione criminale, fondata sulla corruzione, sulla concussione, sulle clientele, sulle raccomandazioni, sui favoritismi e sull’illegalità.

Le intercettazioni pubblicate, inoltre, al di là delle responsabilità penali che verranno accertate in sede di dibattimento processuale, lo hanno confermato.

Ovviamente non vogliamo sostituirci alla magistratura, ma vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per delle modalità di gestione della “cosa pubblica” che di fatto lasciano senza parole, così come lascia senza parole la probabile mancata costituzione come parte civile nel processo che avrà luogo contro i protagonisti del “Sistema Formia”.

E’ necessario che le mele marce vengano messe nelle condizioni di non nuocere.

Per questo pretendiamo di sapere quali sono i provvedimenti che da subito l’attuale amministrazione vorrà prendere per impedire che ciò si ripeta.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’amianto nella nosta città rimane al suo posto

22 Maggio 2015

Martedì 21 aprile 2015, il consiglio comunale di Terracina ha approvato, con deliberazione n.36/2015, il “Regolamento comunale per la tutela della salute e dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto e per il risanamento ambientale, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto”, con il quale si disciplina lo smaltimento dell’amianto.

E’ prevista l’istituzione di un albo comunale delle ditte autorizzate al suo smaltimento, la semplificazione delle procedure amministrative, una campagna di sensibilizzazione per informare i cittadini circa la pericolosità dell’amianto, il censimento dei manufatti nei quali è presente l’amianto (con l’autocertificazione da parte dei proprietari). In questo caso vi è l’impegno dell’amministrazione a concedere un contributo per gli interventi di bonifica, per un importo massimo di 2500euro.

E’ prevista la richiesta di finanziamenti da parte della regione Lazio, dello Stato e dell’Unione Europea, a cui poi si sommeranno soldi prelevati dalle casse comunali. Il tutto andrà a confluire in un fondo, da cui verranno prelevati i contributi da destinare alla bonifica.

Non sappiamo ovviamente se il provvedimento approvato dal consiglio comunale impedirà lo smaltimento illegale dell’amianto, ma di certo è sicuramente meglio di niente, soprattutto perché metta al centro la tutela della salute dei cittadini.

Purtroppo dobbiamo segnalare che nella nostra città si è scelto colposamente di non agire e in assenza di provvedimenti, presi dalle amministrazioni che si sono succedute in questi anni, molto spesso il cittadino, visti gli alti costi dello smaltimento, si è sentito in diritto di procedere come meglio credeva, in molti casi provvedendo allo smaltimento illecito dell’amianto, abbandonandolo in aperta campagna.

Addirittura abbiamo dovuto segnalare uno smaltimento illecito sui monti aurunci.

Eppure con l’amianto abbiamo imparato non si scherza.

Le malattie da amianto infatti possono manifestarsi dopo molti anni, a volte persino dopo 40 anni dalla prima esposizione.

Il Decreto del Ministero dell’Ambiente n.101 del 18 marzo 2003, prevede la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’art. 20 della legge 23 marzo 2001 n.93.

Una volta elaborata la mappa delle zone sensibili, con periodicità annuale dovranno essere verificati i progressi nei lavori di bonifica. Il Decreto, inoltre, specifica le modalità di intervento e di smaltimento dei rifiuti derivanti da tali attività, oltre a stabilire criteri di agevolazione degli interventi medesimi e modalità di finanziamento delle operazioni sia di mappatura che di bonifica.

Nulla ovviamente è stato fatto in tal senso e non vediamo la possibilità di interventi nell’immediato, alla faccia della tutela della nostra salute.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il parco De Curtis ancora trasformato in un parcheggio per automobili

20 Maggio 2015

Abbiamo appreso, da un post pubblicato su facebook dall’assessore Marciano, che al fine di garantire il dovuto sostegno alle attività del turismo balneare, è intenzione dell’amministrazione comunale aprire il parcheggio dell’ex Gil, a Gianola.

L’Amministrazione comunale ha inoltre contattato la società SIS, concessionaria del servizio strisce blu, affinché garantisca la pulizia e il decoro dell’area. Aggiungiamo noi che probabilmente ne avrà anche la gestione diretta degli incassi, senza ovviamente che sia stato nemmeno predisposto un bando di gara per l’affidamento dell’area stessa.

In attesa di leggere la deliberazione con la quale viene autorizzato l’affidamento non possiamo che segnale come non è la prima volta che siamo a costretti ad occuparci del Parco De Curtis e ovviamente non sarà l’ultima, perché è inutile girarci intorno: le ultime due amministrazioni che si sono alternate, alla guida della nostra città, hanno dimostrato di infischiarsene della corretta gestione di un bene che appartiene alla comunità, facendone merce di scambio per i propri interessi elettorali.

D’altronde segnalammo, via email, già l’anno scorso alla Dott.ssa Cassieri, della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, due anomalie: La prima riguardava le particelle n.314 e n.93 [FG 16/FOR] occupate, da anni, da un parcheggio che utilizza l’adiacente Lido S.JANNI (che addirittura ne rivendica la proprietà) e in parte da alcune abitazioni. La seconda riguardava le particelle n.47, n.48 e n.49 [FG 16/FOR] che erano state adibite a parcheggio a pagamento.

A gestirlo era la SIS Parking Service System, che si è aggiudicata l’appalto per la gestione della sosta a pagamento dell’intero comune.

Ci dichiarammo inoltre disponibili ad un incontro per spiegare nei dettagli quanto da noi denunciato, ma non ricevemmo alcuna risposta.

Non sappiamo quale provvedimento abbia nel frattempo preso la Dott.ssa Cassieri, ma di sicuro, qualunque esso sia, non ha impedito all’attuale amministrazione non solo di continuare a tollerare che parte di esso (particelle n.314 e n.93) continui ad essere scippato alla cittadinanza, ma che un’ampia area (particelle n.47, n.48 e n.49) torni ad essere, se pur provvisoriamente, un parcheggio gestito dalla SIS.

Eppure il parco “DE CURTIS”, che ha una superficie di oltre 37000 mq, divisa dalla strada interna e dai fabbricati in quattro aree verdi di circa 8000 mq ciascuna, nel vigente piano regolatore è definito F3 e cioè parco pubblico di interesse paesaggistico e archeologico, la cui destinazione d’uso è “parco alberato con la tassativa esclusione di ogni attività edificatoria anche se a carattere pubblico”.

Inoltre, l’area è ricca di vincoli paesaggistici ed archeologici, per la presenza di reperti di una villa nei primi secoli dell’Impero romano.

Nella nostra città ormai è sempre più difficile stupirsi di qualcosa, che si tratti di una variante da quasi 200mila euro, che usciranno dalle casse comunali, per correggere un errore di progettazione del molo di attracco per le navi da crociera da realizzare al molo Vespucci, oppure di lavori mai terminati, vedi il ponte di attraversamento del torrente degli Archi in località Acquatraversa, oppure ancora il nuovo stadio di Maranola che è ancora in fase di realizzazione nonostante i milioni di euro speso, è un continuo trionfo di inefficienze e sperperi, che nessuno pare abbia voglia di fermare.

Quello che abbiamo cercato di portare a galla in questi anni è solo la punta di un iceberg, che conferma l’assenza di una classe politica degna di questo nome.

Ovviamente noi non ci arrendiamo e continueremo con la nostra politica di denunce, sperando che i nostri concittadini si sveglino dal complice torpore in cui sono caduti.

Intanto ci domandiamo se anche il nuovo piano del traffico consentirà tale illegalità.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il golfo di Gaeta è una latrina a cielo aperto

14 Maggio 2015

Non sappiamo come andrà a finire ma è certo che l’accusa è di cui devono rispondere il presidente e il direttore del Consorzio Industriale sudpontino (CONSID) è di quelle pesantissime. Secondo gli inquirenti gli scarichi industriali di alcune aziende che si trovano all’interno dell’agglomerato industriale di Penitro, avrebbero avvelenato la costa, col rischio anche di diffusione del batterio della salmonella.

Anche i responsabili di alcune strutture sanitarie presenti nel sud pontino sono sotto processo, da parte del tribunale di Cassino, con l’accusa di aver immesso illecitamente reflui sanitari nella rete di depurazione civile, con conseguente danno per l’ecosistema del golfo di Gaeta.

Al di là delle probabile conseguenze penali per i responsabili dei danni arrecati alla salute di tutta la popolazione residente nell’area, crediamo che sia paradossale che a finire sotto attacco siano nuovamente le acque del golfo di Gaeta, a causa della presenza di scarichi fognari illegali.

Paradosso che diventa ancora più assurdo se pensiamo che la Giunta Regionale del Lazio ha approvato con un’apposita delibera (la n. 116 del 19 Febbraio 2010) l’istituzione di un vincolo ambientale a tutela delle acque del Golfo di Gaeta che ha imposto limiti specifici sullo sversamento di inquinanti nello specchio d’acqua che va da Punta Stendardo a Torre del Fico, nell’area del Parco Regionale. Un vincolo che avrebbe dovuto rappresentare un’importante strumento nelle mani di tutti gli amministratori che intendano spendersi per le condizioni ambientali e, quindi, per la tutela della salute di tutta la popolazione residente nell’area.

La Direzione Regionale Ambiente avrebbe dovuto inoltre istituire una «task force» composta dai rappresentati di tutti gli Enti competenti in materia per svolgere azioni di indagine, di studio, di monitoraggio e strutturali tese a ridurre il carico di sostanze inquinanti in mare.

Ed invece pare proprio che cosa non sia stato e che tutto si sia limitato a una semplice operazione di maquillage, allo scopo di gettare fumo negli occhi ai tanti cittadini che lamentano una costa non all’altezza della situazione, soprattutto per una città che vuole vivere di turismo, cosa che in questi anni ha giustificato uno sperpero di soldi pubblici di milioni di euro.

D’altronde non sono solo i cittadini a dirlo, infatti già nel lontano 2013 Goletta Verde denunciò la trasformazione, in una vera e propria fogna a cielo aperto, dell’area di Gianola, uno dei luoghi più pregiati di Formia, tanto da essere sede del Parco di Gianola e Monte di Scauri, una delle tre aree protette gestite dal Parco Riviera d’Ulisse.

Rimane la certezza che la politica ancora una volta fa una pessima figura, non riuscendo colposamente a passare dalle parole ai fatti, anzi arrivando addirittura ad approvare iniziative che di ecologico non hanno nulla, come ad esempio una gara di motoscafi offshore.

Una vetrina – che nelle parole del presidente del consiglio comunale Tallerini – dovrebbe contribuire a rilanciare l’immagine di Formia sulla scena nazionale ed internazionale, ma che noi consideriamo l’ennesima aggressione alla nostra costa.

Di certo ce la saremmo risparmiata, così come ci saremmo risparmiati i tanti soldi che verranno spesi per l’evento, ma la coerenza oggi è merce rara.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Perché in gioco c’è la libertà e la crescita culturale della città

12 Maggio 2015

In questo clima politico e culturale apparentemente intorpidito ed insofferente, in realtà attraversato a tratti da scosse violente e atti intimidatori, nel silenzio che molti partiti ed associazioni sembrano tenere di fronte agli ultimi avvenimenti, sentiamo il dovere morale di intervenire pubblicamente ed esprimere la nostra solidarietà nei confronti del giornalista Francesco Furlan, e verso altri, primi tra tutti Adriano Pagano,Paola Villa, e il nostro compagno Vincenzo Giuffrida, già oggetto in passato di atti di intimidazione nel momento in cui hanno inteso fare chiarezza sulle vicende cittadine.

Noi condividiamo l’analisi secondo cui in questo momento in città è in gioco la libertà e la crescita culturale della nostra società. Ancora di più crediamo che siano i gioco i fondamenti del progresso civile, nel momento in cui la cultura della legalità, del diritto e della trasparenza, siano oppressi dall’affermazione del favore, del privilegio e dell’artificio a vantaggio dell’interesse di pochi, contro l’interesse generale.

Quest’ultima è lo strumento prediletto di quanti intendono gestire il potere mediante l’arbitrio ed il voto di scambio, rifiutandosi di rispondere alle norme del diritto, consegnando la città ad un futuro di crisi economica, degrado sociale ed urbano.

La grave crisi economica, il disagio sociale esaltano questi meccanismi e possono dare l’illusione che la violenza sia il mezzo per ottenere con la forza quanto dovrebbe essere costituzionalmente garantito: il lavoro. Mentre solo la lotta, come quella del comitato dei lavoratori del Golfo, può far ottenere – per tutti – quello che i padroni negano e lo stato non garantisce. In questo contesto, lo stato, il più grande capitalista del paese, in particolare il comune, hanno un ruolo decisivo.

Da anni abbiamo deciso di opporci al degrado politico e sociale attraverso la continua attività di denuncia di quanto potrebbe essere contrario alle norme. Sicuri che l’affermazione del diritto e della Giustizia sia il punto da cui partire per ottenere il progresso ed il lavoro per tutti.

Oggi, a quanti intendono proseguire sulla strada della violenza e dell’illegalità vogliamo dire che troveranno sempre la nostra opposizione. A quanti vogliono lavorare per costruire una società ed un futuro fondata sul diritto, sui principi di libertà, uguaglianza e solidarietà vogliamo dire che troveranno il sostegno della nostra azione.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il boicottaggio dei test INVALSI non è solo giusto ma anche necessario

8 Maggio 2015

E’ forte il malcontento del mondo della scuola nei confronti di un Governo e di un Ministero che, nel pieno di un’opera di distruzione del sistema di istruzione pubblica a suon di tagli, vuole con i test INVALSI scaricare sui docenti e sugli studenti la responsabilità dell’inevitabile peggioramento del sistema scolastico.

La nostra è una ferma opposizione alla trasformazione della scuola in luogo di apprendimento nozionistico individuale, frammentario e competitivo snaturandone la funzione di sviluppo del ragionamento, della riflessione critica e della crescita culturale collettiva rispettosa delle peculiarità e delle differenze nei ritmi e nei modi di apprendimento.

E’ necessario bloccare il tentativo di introdurre criteri meritocratici nel mondo della scuola attorno ai quali stabilire finanziamenti e stipendi e quindi creare nuove disparità e disuguaglianze, che hanno il solo scopo di creare scuole di serie “A” e scuole di serie “Z”.

Per tali ragioni invitiamo insegnanti, genitori e studenti, a boicottare i test INVALSI, rendendo così pubblico il loro dissenso e la loro opposizione allo smantellamento del sistema di istruzione pubblica, rivendicando così il rispetto e l’attuazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.

E’ inoltre auspicabile un confronto pubblico su questi temi per proporre a tutto il mondo della scuola un punto di vista differente da quello dominante, bloccando così il tentativo di rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali.

Di fatto un grave impoverimento culturale e materiale della scuola pubblica (a vantaggio della privata non sottoposta ai medesimi vincoli), così com’è.

D’altronde la scuola che ha in mente Renzi è diseguale (i ricchi vincono sempre), gerarchica (un uomo solo al comando) e sempre più privata.

Non è un caso che Confindustria, l’associazione padronale, sostenga questo disegno di tipo integralista e totalizzante, che dalla scuola dell’infanzia all’Università metta in riga e riscriva l’assetto sociale come una piramide, con una base sempre più larga, nella quale ai poveri toccheranno solo le briciole, mentre i ricchi continueranno a dettare legge.

D’altronde il governo prevede che nei prossimi anni la spesa per l’istruzione, la più bassa d’Europa, continuerà a calare. Questo comporterà che, come già avviene con il contributo cosiddetto “volontario”, i costi graveranno sempre più sui genitori.

Così come pensiamo che sia ingiusto, oltre che anticostituzionale, regalare soldi alle scuole private; il governo, invece, vuole ingrossare il fiume di danaro che già viene destinato alle scuole private con sgravi fiscali per le rette e altre agevolazioni.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’ospedale di Minturno senz’ala

4 Maggio 2015

Probabilmente diventerà, nel silenzio della politica locale, una casa della salute, nel frattempo l’ospedale di Minturno metta a nudo quelle che sono gli eccessi della sanità pontina in fatto di sprechi e cattiva gestione derivanti da una politica che pensa più a spartizioni che al benessere sanitario della comunità chiamata ad amministrare.

Non abbiamo che potuto pensare a questo quando ci è capitato di passare davanti all’ospedale di Minturno e aver notato che un’ala dello stesso è ancora in fase di ultimazione.

Incuriositi ci siamo inoltrati all’interno del cantiere incustodito e con nostro immenso stupore abbiamo trovato, buttato tra i calcinacci, un cartello di cantiere che segnalava che i lavori di consolidamento ed adeguamento alla normativa sismica vigente del presidio ospedaliero minturnese sarebbero dovuti terminare nel dicembre del 2006.

I lavori eseguiti dall’ATI composta dalla GIERRE SRL IMPIANTI TECNOLOGICI E SERVIZI di Santa Maria Capua Vetere (CE) e dalla Silverio Costruzioni Snc di San Lorenzello (BN) sono stati finanziati dall’ex art. 20, legge n. 67/1988, che è nata con l’obbiettivo di “ammodernare il patrimonio strutturale e tecnologico del Servizio sanitario nazionale, adeguandolo all’evoluzione dei principi di assistenza sanitaria pubblica”. In realtà non sappiamo se il cartello di cantiere indichi la palazzina ancora in fase di ultimazione o meno, ma rimane il fatto che è scandaloso che la sanità pubblica si privi della possibilità di poterla utilizzare e che comunque nel caso remoto di un eventuale suo futuro utilizzo vi sarà sicuramente un ulteriore aggravio per le casse degli enti pubblici, visto che ad esempio le finestre delle stanze sono prive di infissi e che quindi l’inclemenza degli agenti atmosferici le avrà resi inutilizzabili.

Aggiungiamo a ciò che esiste anche un problema di sicurezza, visto che abbiamo notato non solo l’assenza della copertura di alcuni tombini, con il rischio di cadute, ma anche che è possibile accedere a quella che presumiamo essere la centrale termica senza alcuni problema, in quanto la porta non è chiusa a chiave. A noi è bastato accidentalmente aprirla per entrare liberamente nei locali.

Non osiamo immaginare se lo avesse fatto un malintenzionato.

Aggiungiamo a ciò la possibilità di girare indisturbati nel cantiere e all’interno delle stanze che si trovano al primo piano, che sono completamente distrutte, in alcuni muri ci sono dei veri e propri crateri.

Semplice indifferenza oppure la volontà di proseguire l’opera di distruzione della sanità pubblica, portata avanti dalle giunte regionali che si sono succedute nell’ultimo ventennio.

Lo abbiamo scritto più volte che lo stato disastroso della sanità pontina ha molti padri, la vicenda dell’ospedale di Minturno lo conferma.

Lo conferma inoltre il fatto che il piano strategico aziendale, predisposto dal neo-direttore generale dell’ASL di Latina, e approvato dalla regione Lazio, prevede che, tra il 2015 e il 2016, prevede un dimezzamento di alcune spese, soprattutto farmaceutiche, che passeranno da circa 9 milioni di Euro a 4,5 milioni di Euro. E sono solo una parte minima dei tagli previsti.

Non ha nulla da dire il sindaco Graziano in difesa del diritto alla salute dei suoi concittadini?

Come sia possibile poi che tutti accettino di subire la dequalificazione dell’ospedale di Minturno senza reagire, rimane un mistero su cui invitiamo i cittadini minturnesi ad interrogarsi perché chiama in causa direttamente loro e la loro salute.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’ennesimo Primo Maggio di lotta

1 Maggio 2015

Vogliamo dedicare la festa del 1° Maggio a tutti i lavoratori che lottano; a chi non festeggia perché lavora; a tutti i lavoratori immigrati la cui prospettiva è solo il lavoro nero, mal retribuito e mai tutelato; ai precari e ai disoccupati.

L’attacco ai diritti dei lavoratori, portato avanti dai governi filo-padronali che in questi anni si sono alternati l’uno all’altro, continua.

Il governo Renzi fa quanto neppure Berlusconi e Monti sono riusciti a compiere, e per questo riceve il plauso di Marchionne e Confindustria.

I decreti attuativi del “Jobs Act” generalizzano la precarietà e riportano il lavoro all’800, prima delle lotte con cui le lavoratrici e i lavoratori hanno conquistato diritti e dignità.

Il governo Renzi non ha abrogato i contratti precari, li ha peggiorati, il primo decreto Poletti dà la possibilità di assumere a termine sempre, anche in assenza di motivazioni che giustifichino il ricorso al lavoro temporaneo. In questo modo si impedisce che, come avveniva prima, i lavoratori a termine possano fare causa e vedere riconosciuto il diritto ad essere stabilizzati. I nuovi decreti estendono l’uso dei voucher, cioè della forma massima di lavoro usa e getta. Mentre è falso che le collaborazioni siano eliminate e restano tutte le tipologie di lavoro interinale. Resta persino il lavoro a chiamata.

I decreti consentono inoltre di abbassare la mansione dei lavoratori anche in assenza di crisi, mentre si prevede la modifica delle norme che impediscono la videosorveglianza.

Il Jobs Act non porterà un solo posto di lavoro in più. L’abbassamento dei diritti del lavoro che c’è già stato in questi anni non ha fatto altro che incoraggiare le aziende a non investire su innovazione e qualità dei prodotti, perché certe di poter competere sulla compressione di salari e diritti. E’ questa la storia vera.

Il Jobs Act riduce le persone che lavorano a merce e impedisce l’organizzazione collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori. Produrrà solo un ulteriore abbassamento dei salari e un ulteriore impoverimento di chi lavora.

Per questo sosterremo ogni lotta contro il Jobs Act e proponiamo, da subito, che tutte le forze sociali e politiche che lo contrastano promuovano un REFERENDUM per la sua abrogazione.

Per questo ci battiamo per un Piano per il Lavoro, che come avvenne con il New Deal dopo la crisi del ’29, invece di continuare a privatizzare come fa Renzi, costruisca nuovi posti di lavoro con politiche industriali pubbliche, con un piano per la manutenzione dell’ambiente, con il rilancio del welfare. E da subito chiediamo il reddito minimo per le persone disoccupate.

E’ urgente ritornare a riappropriarci del diritto al lavoro per la dignità dei lavoratori!

Solo così il 1° Maggio tornerà ad essere la celebrazione di un baluardo di civiltà per tutti i lavoratori!

Da parte nostra rinnoviamo l’impegno nelle lotte per la conquista e la difesa dei diritti dei lavoratori, contro il “Jobs Act”.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

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