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Il numero 24 raccoglie i comunicati stampa del Novembre del 2015. Nel primo articolo abbiamo denunciato il silenzio della politica sulla notizia della richiesta di rinvio a giudizio per inquinamento – da parte della procura di Cassino – per le imprese navali , per le strutture ospedaliere (comprese alcune case di cura) e per Acqualatina. Nel secondo siamo tornati ad occuparci del ponte di Acquatraversa, sottolineando l'assenza di risposte del Sindaco, Assessore e Settore Opere Pubbliche alle nostre circa lo stato di abbandono in cui versa. Nel terzo abbiamo commentato l'approvazione, da parte del consiglio comunale, della delibera di iniziativa popolare di iniziativa popolare con la quale si intima al gestore del servizio idrico Acqualatina la sospensione delle esecuzioni di “distacco/riduzione del flusso idrico” dei contatori dell’acqua per le utenze domestiche di prima abitazione. Nel quarto abbiamo raccontato – carte alla mano – di come l'attuale amministrazione comunale si stia prodigando per la privatizzazione del cimitero di Formia . Nel quinto abbiamo sottolineato l'importanza dell'adesione da parte dei cittadini allo sciopero dei lavoratori contro la grande distribuzione, che si è tenuto lo scorso 7 novembre. La mobilitazione riguardava la vertenza per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, già scaduti da oltre 22 mesi. Nel sesto abbiamo annunciato la nostra adesione alla manifestazione (lavoro, casa, salute) dell’USB, che si è tenuta a Formia lo scorso 6 Novembre.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Acqua, Piano piano tutti i nodi stanno venendo al pettine

24 Novembre 2015

Qualche sprovveduto potrebbe domandarsi del perché i sindaci dell’ATO4 (in particolare quelli del golfo di Gaeta) stiano lasciando passare sotto silenzio la notizia della richiesta di rinvio a giudizio – da parte della procura di Cassino – per le imprese navali , per le strutture ospedaliere (comprese alcune case di cura) e per Acqualatina.

Tutti sono accusati di immettere in mare “acque parzialmente depurate” e per questo dannose per l’ecosistema marino e – aggiungiamo noi – per la salute di noi cittadini.

In particolare per Acqualatina l’accusa riguarda il cattivo funzionamento di alcuni depuratori. Infatti da sopralluoghi effettuati dal personale dell’Arpa Lazio risulta che tra i depuratori che si trovano nei comune di Formia, di Santi Cosma e Damiano, di Gaeta e di Minturno, l’unico a funzionare correttamente – e quindi a rispettare la legge – è quello di Santi Cosma e Damiano.

Eppure sono centinaia di milioni di euro gli investimenti approvati dall’assemblea dei sindaci dell’ATO4, per far ingoiare ai cittadini la privatizzazione del servizio idrico.

Perché privato doveva significare efficienza nella gestione dell’acqua, lasciandosi alle spalle municipalizzate e consorzi, sinonimi invece di spreco e di inefficienza.

Quando poi si è visto che i soldi non c’erano (chissà perché) addirittura è stato acceso un mutuo di 115 milioni con la Depfa Bank per tentare di spacciare per veri gli investimenti promessi.

E tutto questo con il beneplacito dei sindaci dell’ATO4, che da un lato promettevano ai propri cittadini che avrebbero sbattuto i pugni sul tavolo per ottenere dal gestore idrico gli investimenti promessi e d’altro invece continuavano a garantire l’impunità ad Acqualatina, tanto da approvare tutte le richieste dei privati, compreso quella di posticipare gli investimenti che i soci privati di Acqualatina avevano promesso per aggiudicarsi la gestione ventennale del servizio idrico nell’ATO4.

D’altronde – fino all’anno scorso – le perdite erano ancora del 69% e questo nonostante siano passati circa 12 anni dal passaggio degli impianti ad Acqualatina e che le bollette in media siano aumentate di oltre il 100%, con punte ben più alte nella nostra città.

Eppure si continua a dare credito a chi è accusato di essere l’artefice dell’inquinamento del nostro golfo con i suoi comportamenti irresponsabili.

Basti pensare che il 31 Ottobre scorso – presso il comune di Formia – si è svolta una riunione tra l’amministrazione comunale e i gli ingegneri di Acqualatina, nella quale questi ultimi hanno garantito che dai loro esami risulta che il depuratore di Formia rispetta i parametri imposti dalla legge, ma non solo. Secondo Acqualatina lo stesso depuratore è già infatti stato calibrato per rispettare gli standard di tutela imposti dalla delibera regionale di istituzione del Golfo Area Sensibile.

Nella stessa riunione il gestore idrico ha promesso ulteriori investimenti e pare che gli abbiano anche creduto, tant’è che subito dopo sono stati diffusi commenti entusiastici da parte dell’assessore all’ambiente circa il futuro radioso che ci aspetta.

Assessore che milita proprio in Sinistra Ecologia e Libertà, lo stesso partito che più di altri si era speso per la costituzione dell’area del Golfo Area Sensibile, per poi venderselo come una vittoria epocale. Quanto poi ai risultati possiamo scrivere – senza paura di essere smentiti – che alla fine si è stata ben poca cosa, rispetto ai bisogni di un golfo in balia di appetiti spesso poco chiari, anche a causa di amministratori che quando si tratta di intervenire mettono la testa sotto la sabbia.

Ci saremmo aspettati invece, da un’amministrazione che si dice nemica Acqualatina, un atteggiamento ben diverso dal solito “tirare a campare” che ha caratterizzato la politica formiana quando si è trattato di affrontare la questione acqua.

Siamo convinti che ogni giorno in più che passa è un danno per la nostra comunità, spogliata del diritto all’acqua in quanto diritto umano fondamentale.

Da parte nostra ci sentiremo finalmente liberi solo quando Acqualatina sarà un lontano ricordo e l’acqua ritornerà ad essere un bene comune, lontano dalle logiche di mercato che l’hanno caratterizzata nell’ultimo ventennio.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Sul ponte degli Archi è l’ora delle spiegazioni

19 Novembre 2015

Il ponte di Acquatraversa è sempre là, con transenne e buco in centro strada. Nessuno intende spiegare il perché di un’opera pubblica finita in abbandono. Sindaco, Assessore e Settore Opere Pubbliche tacciono, forse intendendo Acquatraversa località di altro comune, invece di assolvere ad un loro obbligo per le ragioni che andiamo a spiegare.

In primis dobbiamo constatare che, al danno derivante da soldi della comunità spesi inutilmente, si aggiunge la beffa degli uffici comunali che, senza che si veda la fine, si riconoscono incentivi per la progettazione di opere danneggiate, con evidenti difetti di progettazione e costruzione. Infatti, i dirigenti dell’ufficio Servizi Manutentivi del settore OO.PP. con determina n°66 del 25/03/2014, a firma Responsabile servizio arch. Jr. V. Buffolino e Dirigente arch. M. Terreri, hanno liquidato un importo di € 4.597 09 ai componenti dell’ufficio, in deroga al Regolamento, per incentivi ex art. 92 D.Lgs 163/2006 per i progetti relativi proprio a: 1) Lavori di sistemazione strada ex ferrovia Sparanise-Gaeta: ricostruzione ponte e sistemazione alveo Torrente degli Archi dell’importo di € 402.000,00 IVA e spese incluse; 2) Progetto sicurezza per tutti – Vivere sicuri dell’importo di € 39.069,90 IVA e spese incluse. I primi due beneficiari degli incentivi sono proprio l’architetto Terreri per €1497.09; l’arch. Jr. Vincenzo Buffolino per € 1000.00.

A prescindere dall’opportunità che un dirigente firmi una determina per liquidare a se medesimo degli incentivi, visto il possibile conflitto di interessi, la liquidazione di incentivi per un opera mai entrata in funzione è uno scandalo.

Infatti del collaudo nulla si sa, se non che sono stati liquidati €4580.50 al collaudatore con determina n°252 del 12/09/2014, senza avere notizie, dopo oltre un anno, se il collaudo sia stato eseguito o no; soprattutto con quale esito

Di qui la gravità del silenzio dei nostri ospiti al palazzo comunale, primi tra tutti Sindaco ed Assessore OO.PP., che inizia ad essere pesante. Soprattutto alla luce degli gli obblighi, certo noti ai nostri abili ed incentivati dirigenti, che il “Regolamento di attuazione del codice dei contratti” (DPR 207/10) impone, ovvero: che al termine dei lavori il direttore ne certifica la fine (art. 199); che all’esito del conto finale deve essere redatta una specifica relazione (art. 202); che l’organo di collaudo deve dire se l’opera sia o no collaudabile (art.225); che lo stesso deve redigere una propria relazione che ripercorra l’intera vicenda dell’appalto dalla progettazione all’esecuzione (art. 229 DPR 207/10). Dunque, nel caso in cui i “LAVORI NON SIANO COLLAUDABILI” l’organo di collaudo deve informare la stazione appaltante, tramite il RUP, trasmettendo verbale e la relazione (art. 231).

Di fronte alla gravità dei fatti, Sindaco ed Assessore direttamente investiti, viste le attuali condizioni, non possono non verificare e dire alla città se il ponte degli archi è collaudato o no! Se tali atti esistono è il momento di esibirli; diversamente l’assenza rappresenterebbe una violazione della legge, che non può sfuggire a chi di dovere.

Aspettiamo risposte. Un’ulteriore silenzio, sarà solo un altro segno del degrado in cui è caduta la città di Formia, trattata al pari di una mandria, indegna di ottenere le dovute giustificazioni. Utile solo ad essere svuotata delle proprie ricchezze e dei propri soldi.

Prima di parlare di porto turistico, di piano della mobilità, si pensi a questo ponte, a Via Solaro, all’attracco delle navi da crociera, al campo sportivo, ai tanti altri disastri sparsi per la città, per capire le effettive possibilità che hanno le nostre amministrazioni per completare un, che sia un lavoro pubblico; eccezion fatta per le piazze ovviamente!. Ecco spiegate le ragioni dei nostri dubbi sulle effettive capacità dell’ufficio OO.PP. di controllare la regolare esecuzione delle opere pubbliche, siano esse minori come un ponticello o maggiori come il porto turistico.

Aspettiamo fiduciosi pronti a dimostrare che questa città non è pascolata da buoi, ma abitata da cittadini coscienti dei propri diritti e pronti a farli valere.

D’altronde l’amministrazione comunale pare non ami rispondere alle giuste lamentele dei cittadini e preferisce continuare l’opera di autoincensamento per cose che nei fatti dovrebbero essere la normalità e che invece risultano avere del miracoloso dalle parole dell’ufficio propaganda del comune.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La liberazione dell’acqua dalle logiche di mercato è iniziata

16 Novembre 2015

Con l’approvazione da parte del consiglio comunale di Formia della delibera di iniziativa popolare con la quale si intima al gestore del servizio idrico Acqualatina la sospensione delle esecuzioni di “distacco/riduzione del flusso idrico” dei contatori dell’acqua per le utenze domestiche di prima abitazione, riparte la lotta contro il partito di Acqualatina, che di fatto ha sottratto la gestione di un bene essenziale come l’acqua dalle mani del pubblico per regalarlo agli appetiti di un privato sempre più vorace.

Lo stesso articolo 2 della Costituzione italiana è su questo chiarissimo: « La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale». Evidentemente i nostri politici sono più sensibili al richiamo degli affari (e al suo sottobosco) che a tutelare gli interessi dei cittadini.

D’altronde è sotto gli occhi di tutti che la sottrazione del bene acqua dal controllo del pubblico ha determinato un aumento esponenziale delle bollette, senza che ciò abbia significato un proporzionale miglioramento del servizio, anzi.

Si tratterà ora di attrezzarsi a rispondere alle reazioni di Acqualatina, che ovviamente non starà con le mani in mano, e preparare le contromisure, affinché ciò che uscito dalla porta non rientri dalla finestra, come spesso è stato fatto in questi anni.

Vedi il mancato rispetto della volontà di 27 milioni di Italiani, che il 12 e 13 giugno 2011 hanno detto «sì all’acqua pubblica», abrogando la norma che consentiva di affidare la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (quale ad esempio l’acqua) ai privati.

Non solo i nostri governanti hanno ignorato la volontà popolare ma hanno fatto di peggio, adottando provvedimenti legislativi con il solo scopo di svuotare di senso e annullare i risultati dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, continuando così a favorire gli interessi dei grossi gruppi affaristici che stanno depredando le tasche dei cittadini.

Ultimo in ordine di tempo: il governo Renzi.

Ritornando poi all’approvazione della delibera di iniziativa popolare contro il distacco dell’acqua, non dobbiamo però commettere l’errore di abbassare la guardia, perché il partito di Acqualatina siamo sicuri si muoverà con forza per boicottare la volontà popolare, così come ha fatto in altre occasioni.

E noi tutti dobbiamo impedirglielo, lavorando invece a testa bassa affinché venga sancita da un lato la rottura di qualsiasi rapporto di natura commerciale con Acqualatina e dall’altro con il ritorno della proprietà, della gestione e del controllo del servizio idrico al Comune di Formia.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La privatizzazione del cimitero non è una nostra invenzione ma la realtà

9 Novembre 2015

Avevamo lanciato qualche giorno fa l’allarme circa la possibile privatizzazione del cimitero di Formia, qualcuno ci ha accusato di essere degli allarmisti, altri avevano risposto al nostro allarme con il silenzio.

Ora possiamo confermare, carte alla mano, che la privatizzazione del cimitero di Formia non è una nostra invenzione ma la realtà.

Basta infatti leggere il programma triennale delle opere pubbliche 2016/2018 che l’amministrazione comunale ha adottato con delibera n.258 del 14 Ottobre 2015 per averne conferma

La prima tabella che ha colpito la nostra attenzione è quella riassuntiva, nella quale a fronte di un totale di 74milioni per opere pubbliche (per il triennio 2016/2018), ve ne sono circa 14milioni che verranno da privati, il resto invece arriveranno da fondi pubblici (2milioni tramite la contrazione di mutui).

Sfogliando l’elenco completo delle opere pubbliche ne troviamo alcune francamente discutibili, ma di queste ce ne occuperemo in un un secondo momento, ora siamo alla ricerca di altro.

La nostra attenzione è infatti incentrata sull’individuazione delle opere pubbliche che verranno realizzate con l’apporto di capitali privati.

Dopo qualche attimo di smarrimento le abbiamo trovate: la prima opera pubblica riguarda i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Castagneto (valore oltre 10milioni di euro) e la seconda riguarda la realizzazione dell’impianto per la cremazione in adiacenza al cimitero di Castegnato (valore oltre 3milioni di euro).

Tutte e due le opere verranno realizzate in regime di “project financing” (in italiano “la finanza di progetto”).

La “finanza di progetto”, meglio nota come “project financing”, funziona più o meno così: l’ente pubblico decide di aver bisogno di un’opera, un privato la costruisce in cambio della concessione di utilizzo (o di un canone d’affitto) per un numero di anni sufficienti a ripagare la spesa e guadagnarci.

Per un ente locale è infatti oggi quasi impossibile costruire opere pubbliche chiedendo un mutuo, poiché sforerebbe i parametri sia per quanto riguarda sia il deficit che il debito. E qui che allora tira fuori il coniglio dal cilindro e cioè ricorre alla finanza di progetto: il privato chiede il mutuo alle banche e costruisce l’opera in sostituzione dell’ente comunale. Il sindaco quindi firma un contratto d’affitto, almeno ventennale, con annesso servizio di pulizia, manutenzione, lampade votive e chi più ne ha più ne metta, così da giustificare l’affidamento.

E’ un vero è proprio boom quello che vede i comuni affidare ai privati la realizzazione e la gestione dei servizi cimiteriali, dei progetti di ampliamento e la ristrutturazione dei cimiteri stessi, tanto poi a pagare l’affitto saranno i cittadini, con l’aumento esponenziale delle tariffe.

Le nostre non sono chiacchiere o inutili allarmismi.

E’ quello che successo a Frascati, dove il costo di un loculo è in media pari a 2500 euro a fronte del migliaio di euro (di per sé già scandaloso) che si paga a Formia.

Lo stesso è successo a Latina. Nel nostro capoluogo di provincia il costo della tumulazione è salito anche fino del 2.000% in più del costo iniziale( avete letto bene: 20 volte).

Il motivo è ovvio: bisogna garantire che il privato porti a casa il suo guadagno, perché altrimenti è capace di portarti in tribunale e farti pagare quello e quell’altro.

Domandiamo ai nostri cittadini: vogliamo aspettare che la bomba degli aumenti delle sepolture esploda anche a Formia oppure vogliamo fermare i nostri amministratori prima che succeda l’irreparabile?

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Sciopero dei lavoratori e dei cittadini contro la grande distribuzione

6 Novembre 2015

E’ stato indetto per Sabato 7 novembre (venerdì 6 per chi lavora da lunedì a venerdì), da Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, la prima delle due giornate di sciopero nazionale che coinvolge i lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), alimentare e non, delle Coop, e delle aziende commerciali aderenti a Confesercenti.

Tra le aziende coinvolte ci sono: Coop, Pam, Esselunga, Carrefour, Ikea, Conad, Coin, Upim, Oviesse ed ecc.

La mobilitazione riguarda la vertenza per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, già scaduti da oltre 22 mesi.

I contratti collettivi nazionali (CCNL) da rinnovare sono tre: il primo con Federdistribuzione, l’associazione nazionale di categoria delle imprese della GDO che, fuoriuscendo da Confcommercio, non ha riconosciuto il recente rinnovo del contratto del commercio, stipulato lo scorso marzo; il secondo è quello con Confesercenti; Il terzo, e ultimo, è il contratto collettivo degli addetti delle cooperative di consumo (principalmente i negozi a marchio COOP), oltre 60mila lavoratori a livello nazionale, che da oltre due anni non ricevono alcun aumento salariale.

L’obbiettivo delle imprese è di scaricare il costo della crisi sui lavoratori, colpendo il loro salario e le condizioni di lavoro (con richieste di aumento della flessibilità, e l’assenza di interventi per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro).

In questo senso va la proposta di Federdistribuzione “di aumentare la produttività attraverso il taglio delle retribuzioni, l’annullamento degli scatti di anzianità, la negazione del passaggio dal 5° al 4° livello, l’eliminazione di 32 ore di permesso retribuito, la sterilizzazione di 13esima e 14esima ai fini del calcolo del Tfr e il ritorno alle 40 ore di lavoro con una maggiore flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende, alla decorrenza del contratto dal 2016 al 2018”.

Ancora una volta i diritti dei lavoratori e alle lavoratrici sono sotto attacco da parte di una classe imprenditoriale sempre più vorace, che – grazie alla complicità dei vari governi succedutisi in questi anni – si è fatta sempre più audace.

Gli imprenditori vogliono o smantellamento pressoché totale di un sistema avanzato di tutele che i lavoratori e le lavoratrici hanno strappato con le lotte.

Lo conferma, ad esempio, la liberalizzazione degli orari e delle aperture introdotte dal decreto Salva-Italia del governo Monti, che ha dato la possibilità agli esercizi commerciali e alla grande distribuzione di rimanere sempre aperti, anche durante le domeniche e i festivi e che ha creato ulteriori problemi ai lavoratori e alle lavoratrici che non hanno più tempo per se stessi e per le proprie famiglie.

I lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione non vanno lasciati soli nella loro battaglia, ma anzi è necessario che tutti si dimostrino solidali appoggiandone le rivendicazioni contrattuali.

Per questo invitiamo tutti i cittadini a boicottare i negozi delle aziende che non vogliono rinnovare il contratto ai lavoratori dei supermercati e delle catene di grande distribuzione.

Ai sindacati confederati, che rappresentano la maggior parte dei lavoratori sindacalizzati, invece chiediamo di pretendere il dovuto e di non accontentarsi dei quattro spiccioletti che di solito chiedono.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

La nostra adesione alla manifestazione (lavoro, casa, salute) dell’USB

2 Novembre 2015

Il circolo “ENZO SIMEONE” del partito della Rifondazione Comunista aderisce alla manifestazione organizzata di USB che si terrà a Formia Venerdì 6 Novembre.

D’altronde la piattaforma rivendicativa del sindacalismo di base include temi che sono a noi cari da sempre.

Il diritto al lavoro, il diritto all’abitare, il diritto alla salute contro le politiche del governo Renzi, che si caratterizza per l’assenza di interventi in grado di combattere la crisi economica che continua ad abbattersi come uno tsunami non solo sugli strati sociali più poveri, ma ormai anche sul ceto medio-basso.

L’ascensore sociale che sporadicamente permetteva ai ceti popolari di scalare il vertice della piramide sociale si è completamente fermato.

D’altronde l’attuale classe dirigente non si cura più di fingere alcuna parvenza democratica, dimostrando la sua vera faccia, che è quella dell’assalto ai diritti dei cittadini, ormai ridotti ad essere semplici numeri.

Dilaga il lavoro gratuito (ovvero nuove forme di schiavitù). Ormai i lavoratori vengono sostituiti con i volontari (vedi Expo2015 e il prossimo giubileo) oppure l’assurda moda degli stage presso privati pagati con soldi pubblici, per poi essere cacciati.

Nella nostra città i tassi di disoccupazione sono altissimi, in particolare per i giovani, costretti a emigrare, come facevano i loro nonni.

Insieme al diritto al lavoro ci tolgono il diritto all’abitare.

Nella nostra città non è prevista la realizzazione di alcun alloggio popolare per i prossimi anni, nonostante che il piano regolatore generale in fase di approvazione preveda migliaia di nuovi alloggi.

Lo stesso dicasi per la sanità, da sempre il fiore all’occhiello del nostro paese.

E’ possibile conciliare il principio dell’art. 32 della Costituzione che prevede la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti, con i tagli alla sanità pari a 2,3 miliardi di euro all’anno a partire dal 2015? Crediamo proprio di no, negazione tra l’altro che i cittadini vivono sulla loro pelle tutti i giorni, tanto che molti sono costretti a rinunciare alle cure, non avendo i soldi per poter ricorrere ai privati.

Da anni è in atto una campagna martellante che vuol farci credere che per uscire dalla crisi bisogna fare sacrifici, perché le risorse sono scarse.

Peccato che con questa scusa si faccia pagare la crisi ai ceti popolari, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi

E’apposto di quello che vuole fare Renzi è fondamentale andare a prendere i soldi da chi ne ha.

E’ necessario quindi realizzare politiche che abbiano come obiettivo il cambiamento di rotta delle politiche economiche e sociali, una politica di giustizia sociale ed ambientale, la lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali e la lotta contro le politiche neo-liberiste e di austerità dettate dalla Troyka in Europa e dal governo Renzi.

Operai, disoccupati, insegnanti, migranti, precari, studenti devono creare un fronte di lotta che si opponga con forza alle politiche antipopolari del governo Renzi.

Siamo stanchi di subire e vogliamo riprenderci quello che ci hanno sottratto da decenni.

Chiediamo a tutti i cittadini del sud pontino di aderire in massa alla manifestazione del 6 Novembre, perché la partecipazione e la lotta sono da sempre il cuore della democrazia nel nostro paese.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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