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Il numero 22 raccoglie i comunicati stampa del Settembre del 2015. Nel primo abbiamo chiesto il conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenzo Capasso, 52 anni originario di Napoli, caduto dall’impalcatura su cui stava lavorando durante la ristrutturazione di un edificio a san Pietro. Nel secondo abbiamo denunciato le bugie raccontate dai politici circa le miracolose soluzioni da adottare per riportare Formia allo splendore del passato, quando era una rinomata località turistica. Nel terzo abbiamo invitato i cittadini e le cittadine a lottare per una scuola che sia: laica, pubblica e gratuita, inclusiva e antirazzista, antifascista e democratica e soprattutto palestra di resistenza!. Tutto il contrario di quanto vuole realizzare il governo Renzi con l'ennesima riforma della scuola. Nel quarto articolo abbiamo denunciato la fumosità del Masterplan “Le città del Golfo e le isole Pontine”, progetto che ha visto la collaborazione di tutti i comuni del sud pontino (isole comprese) e la collaborazione di numerosi enti e istituzioni e che ha aveva come obbiettivo il perseguimento di politiche comuni in tema di sviluppo del territorio, innovazione tecnologica, lavoro, economia, turismo, agricoltura, scambi culturali, ecc. Nel quinto articolo abbiamo voluto far conoscere lo stato di abbandono del campo sportivo di Castellonorato, a causa dell'assenza di manutenzione. Nel sesto articolo abbiamo risposto alle accuse del responsabile del centro per l’impiego di Formia.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il conferimento della cittadinanza onoraria a Vincenzo Capasso

29 Settembre 2015

Nel Novembre 2012 Vincenzo Capasso, 52 anni originario di Napoli, dipendente della ditta CSG Ponteggi e Costruzioni di Napoli, stava lavorando alla ristrutturazione di una palazzina in via Palazzo a Formia, quando è morto a causa di una caduta dall’impalcatura su cui si trovava. Un volo di oltre dieci metri che purtroppo non gli ha lasciato scampo.

Probabilmente la caduta dall’alto è dipesa dall’assenza dei dispositivi di protezione individuale, necessari proprio ad impedire il verificarsi di tale disgraziata ipotesi.

Già allora esprimemmo ai suoi cari il nostro cordoglio per una sorte così tragica, resa ancora più insopportabile dalla consapevolezza che quel triste epilogo si sarebbe potuto evitare.

Riteniamo infatti che la morte, e gli infortuni nei cantieri edili, non siano il frutto della sola sfortuna, ma che dipendano dal mancato rispetto della normativa vigente, che impone una lunga serie di prescrizione e che invece non vengono rispettate, facilitato ciò dall’assenza di controlli.

La procura di Latina aprì un inchiesta, di cui però si sono perse le tracce, tant’è che non se ne saputo più niente.

Probabilmente archiviata come l’ennesimo caso di operaio morto sul lavoro, una forma di terribile assuefazione a cui molti si sono abituati e che trasforma la vita di un operaio in un niente.

E invece noi crediamo che la morte dell’operaio Vincenzo Capasso non debba cadere nell’oblio, motivo per il quale chiediamo all’amministrazione comunale di sollecitare la conclusione delle indagini e al consiglio comunale di Formia di concedere all’operaio Vincenzo la cittadinanza onoraria della nostra città. Sarebbe un gesto pieno di significato, che sicuramente non riporterà in vita Vincenzo Capasso, ma che ci permetterà di onorarlo degnamente.

In Italia il numero delle morti sul lavoro è elevatissimo. Non possiamo continuare ad assistere a questo agghiacciante fenomeno, senza mettere in campo una strategia per arginarlo. Le vite dei lavoratori vanno tutelate.

La vita di un operaio non vale sicuramente meno di quella di altri, soprattutto se pensiamo di quale miseria di sede accontentare a fronte di lavoro così gravoso come quello dei tanti che popolano i cantiere edili.

Perché tali morti non si ripetano è essenziale l’istituzione di una task-force interforze che controlli i settori più delicati, quali l’edilizia e agricoltura, in modo da combattere il lavoro sommerso, vera piaga della nostra società, in particolare quando il lavoro si trasforma in una vera e propria schiavitù, fino a trasformarsi purtroppo in morte.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Il turismo volano dell’economia formia? Solo nei sogni dei nostri amministratori

21 Settembre 2015

Nei giorni scorsi, dopo un servizio giornalistico che si è occupato della nostra città, più di qualche politico è intervenuto per ricordare ai propri concittadini le potenzialità turistiche della nostra zona. Naturalmente non sono mancati i soliti annunci sulle miracolose soluzioni da adottare per riportare Formia allo splendore del passato, quando era una rinomata località turistica.

Al di là delle chiacchiere, vogliamo portare a conoscenza dei cittadini alcuni dati relativi al settore turistico, per evitare che qualcuno ancora continui a credere alle promesse elettorali dei soliti noti. Un metodo, quello delle promesse impossibili, a cui ci sottriamo volentieri, ma veniamo ai numeri.

Nel quinquennio 2003-2008 i posti letto (strutture alberghiere ed extra alberghiere) si sono ridotti da 1720 a 1543. Dal 2002 al 2007 gli arrivi si sono ridotti da 40783 a 29221 con una riduzione del 28.35%. Nello stesso quinquennio le presenze in città si sono ridotte da 138110 a 97982, con una riduzione del 29.06%. Questo a fronte di aumenti in città come Fondi e Terracina, da ritenere simili alla nostra per vocazione turistica.

Questi dati sono contenuti nella relazione su “I fabbisogni abitativi della città di Formia alla luce delle prospettive economiche e demografiche”, che dubitiamo sia stata letta dai consiglieri, altrimenti avrebbero potuto non solo verificar il declino turistico della nostra città ma anche notare gli evidenti errori di cui è piena e che dovranno essere corretti se non si vorrano coprire di ridicolo quando adotteranno il piano. Errori che ci sono costati appena 500mila euro.

Dunque, al di là di affermazioni sensazionalistiche, circa l’inserimento della città nei “circuiti turistici internazionali” ci si deve interrogare sul perché di questi dati e le cause che li hanno generati. Noi riteniamo che questi siano l’effetto di un arretramento in termini di infrastrutture e servizi, causati dall’incapacità dell’attuale classe dirigente di portare avanti programmi di riqualificazione urbana, se non per continuare a distruggere il nostro territorio.

Volendo offrire solo un esempio della gravità del problema, potremmo indicare la mobilità e l’elevato volume di traffico che affligge la nostra strada principale. Un miglioramento avremmo potuto averlo raddoppiando il collegamento tra Penitro e San Pietro ed invece i nostri soldi sono finiti nel buco che si è formato nel “ponte sul torrente degli archi” ad Acquatraversa, l’ennesimo caso di vergognosa sciatteria della macchina amministrativa, che butta i nostri soldi in questo modo.

Quel lavoro è un appalto pubblico, come tale ha un Responsabile del procedimento che ancora ci deve spiegare perché dal Luglio 2012, cioè quando fu espletata la gara, ad oggi il ponte è ancora chiuso. All’attuale amministrazione invece chiediamo di smetterla con le solite sortite ad effetto ed interventi di maquillage urbano, utili a pochi, per dedicarsi alle cure ricostituenti che servono per dare una scossa ad un’economia dominata dagli interessi speculativi edilizi e finanziari, che sottraggono risorse ai veri problemi della città.

n attesa che il turismo venga trasformato da zavorra a volano dell’economia formiana migliaia di persone continuano a fare la fame, e non servirà l’adozione di provvedimenti caritatevoli come quello della carta sociale per gli acquisti denominata “ticket Service smart” a risolvere i loro problemi.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fermiamo la «mala scuola» di Renzi e della Giannini

17 Settembre 2015

La scuola italiana sta per essere trasformata alle radici dalla Controriforma Renzi, votata in fretta da un Parlamento in balia di un governo prepotente con i cittadini, ma pavido esecutore delle politiche di austerità imposte dalla TROYKA ( Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale).

La “mala scuola” di Renzi produce rapidamente: GERARCHIZZAZIONE AUTORITARIA: annulla i poteri, le pratiche democratiche e collegiali degli organi di governo della scuola, sottraendola ai suoi protagonisti reali (docenti, studenti e genitori) e portando invece al comando un uomo solo: il Dirigente scolastico; PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO, trasformando un servizio a domanda individuale, disponibile a rispondere alle richieste dei finanziatori privati, dei partners necessari alla generalizzazione di scuola/lavoro, creando di fatto scuole di serie A (per i ricchi) e scuole di serie Z (per i poveri); COMPETIZIONE ESASPERATA, antipedagogica fra insegnanti, studenti, scuola e territori fra di loro. Tutti impegnati l’un contro l’altro a conquistare il posto di lavoro, i premi stipendiali, nuove iscrizioni e maggiori finanziamenti anche da privati; PRECARIZZAZIONE STRUTTURALE DEL PERSONALE DOCENTE, anche di chi è già in ruolo con grave limitazione della stessa libertà di insegnamento grazie alla possibilità della chiamata diretta del Dirigente e alla sua facoltà di poter scegliere anche fra gli insegnanti di ruolo; CONFERMA I FINANZIAMENTI PUBBLICI alle scuole paritarie (private). Altri milioni di euro che si aggiungono al fiume di denaro che, direttamente o indirettamente, lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali versano nelle casse delle scuole private; IL RICORSO ALLA DELEGA, per una quantità infinita di materie importanti senza indicazioni precise dei limiti della delega stessa, senza ulteriori passaggi parlamentari, tanto meno per gli organismi di tutela e controllo della scuola; PERSONALE ATA A RISCHIO – il prossimo anno scolastico – di licenziamento per effetto della mobilità del personale delle province.

Avremo dunque una scuola della disuguaglianza, della selezione di classe, fuori dal dettato della Costituzione in sintonia con Jobs Act, Sblocca Italia, riforma costituzionale, legge elettorale.

In realtà il ddl «mala scuola» prepara la fine della scuola della Repubblica e della Costituzione, in quanto la scuola non sarà più luogo della formazione di cittadine e cittadini liberi ed uguali, della garanzia del diritto allo studio per tutte e tutti, ma la scuola che enfatizzerà le differenze di territorio, di condizione economica e di classe sociale.

Il governo sta lavorando purtroppo in questo senso. Infatti non solo distrugge dall’interno la scuola pubblica ma impedisce ai futuri cittadini di poterne usufruire.

Oltre al ddl «mala scuola» infatti si è intervenuti anche sull’accesso all’università.

Come? Ad esempio cambiando i parametri del calcolo dell’ISEE.

Secondo la Rete della conoscenza il 25 per cento degli studenti universitari italiani saranno esclusi dalle borse di studio a causa della riforma del nuovo ISEE, il nuovo indicatore della situazione economico-patrimoniale adottato lo scorso gennaio.

Per gli studenti la situazione è drammatica: il conteggio dei redditi esenti ai fini Irpef e la rivalutazione del patrimonio immobiliare per il calcolo dell’Imu costringeranno migliaia di borsisti in graduatoria a non ripresentare la domanda, certi di essere esclusi dal beneficio di un diritto fondamentale.

Gli studenti risulteranno quindi più ricchi pur non avendo avuto alcuna variazione di reddito e per questo dovranno pagare addirittura tasse universitarie più salate.

La conseguenza è che migliaia di ragazzi e ragazze saranno costretti a rinunciare al diritto allo studio. Così come non risolve definitivamente l’annoso problema dell’insufficiente numero di docenti di sostegno.

Per questo anno scolastico l’organico complessivo impegnato sul sostegno rimane fermo all’80% del necessario (fonte http://www.redattoresociale.it/).

La risposta alla «mala scuola» di Renzi deve consistere in un’agenda fittissima di iniziative: mozioni nei collegi docenti, manifestazioni e scioperi che rendano impossibile l’attuazione di quanto previsto dalla controriforma.

E’ necessario lottare per una scuola che sia: laica, pubblica e gratuita, inclusiva e antirazzista, antifascista e democratica e soprattutto palestra di resistenza!.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Spendi e spandi, tanto a pagare siamo noi

8 Settembre 2015

Nel Maggio 2011 è stato approvato presso il comune di Formia il Masterplan “Le città del Golfo e le isole Pontine”. Il progetto ha visto la collaborazione di tutti i comuni del sud pontino (isole comprese), vari enti ( ad esempio: Acqualatina S.p.a., Terme di Suio, la XVII Comunità Montana “Monti Aurunci”, Parco Naturale Regionale Monti Aurunci, Astral, Autorita’ Portuale Fiumicino-Civitavecchia-Gaeta, Parco Regionale Riviera d’Ulisse, Consorzio Industriale Sud Pontino , partners (Ministero per le infrastruttore e Trasporti, Provincia di Latina, Camera di commercio di Latina). Il supporto tecnico scientifico ed elaborazione è stato garantito dal Dipartimento Impresa Ambiente e Management Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Cassino, nella persona del Prof. Giuseppe Russo.

Nelle premesse l’obbiettivo e cioè “di avviare un dialogo finalizzato al perseguimento di politiche comuni in tema di sviluppo del territorio, innovazione tecnologica, lavoro, economia, turismo, agricoltura, scambi culturali, ecc. Ciò che si auspica attraverso una collaborazione più intensa tra detti comuni è che la fragilità dell’uno possa diventare la ricchezza per l’altro e viceversa; nel senso che attraverso un interscambio a fronte delle esperienze relative a ciascun ambito si possano valorizzare le potenzialità a discapito della crisi, della flessione economica e della negativa congiuntura in atto”.

Ci siamo autoinflitti la tortura di leggere le 150 pagine che compongono il documento prodotto dal tavolo tecnico-istituzionale, per tentare di capirci qualcosa di più. Alla fine scopriamo che l’obbiettivo vero è di trasformare il nostro territorio in un immenso supermercato, dove tutto viene trasformato in merce da vendere.

Gli estensori del documento parlano un linguaggio incomprensibile ai più, arrivando a scrivere di “elevare i livelli di performance dei processi di creazione del valore” e via di questo passo.

Per fortuna è che a fronte di un documento così complesso e complicato da leggere, in realtà nulla è stato fatto.

Addirittura non è stato pagato nemmeno il dovuto all’università di Cassino.

Nella convenzione con il Comune di Formia (ente capofila) era stato fissato un compenso (in tre rate) pari ad euro 25.000.000 (+ IVA), per redazione di tutta una serie di studi, di documentazione ed attività finalizzate ad assicurare le funzioni di consulenza tecnico-amministrativa, di supporto al responsabile del procedimento.

Il Comune di Formia ha provveduto a versare in favore dell’Ateneo la prima rata di acconto e la terza rata a saldo, omettendo il pagamento della seconda rata per un importo pari ad euro 10.000,00 (+ IVA).

Importo versato solo a seguito di un decreto ingiuntivo al Tribunale Civile di Latina.

Al di là dell’iter di un pagamento, che fotografa bene la realtà confusa della macchina comunale, ci viene facile da chiedere all’attuale amministrazione se era proprio necessario perdere tempo nella stesura di un documento che tra l’altro non verrà mai realizzato, visto che qui non si riesce a realizzare un banale ponte di attraversamento del rio Acquatraversa, figurarsi le strutture al quanto “fumose” di cui si parla nel documento redatto dall’Università di Cassino, senza contare poi che di soldi nemmeno l’ombra.

E’ inoltre facile domandare quante sono costata alla collettività questi giochi di parole, quando invece la nostra città necessità solo di una costante manutenzione, che tra l’altro è tutto già pagata (vedi contratto di global service) e invece si preferisce continuare a buttare altri soldi in opere delle cui utilità nessuno ancora se ne accorto.

E’ chiaro che è tutto così poco strasparente. Ultima in ordine di tempo è la deliberazione di giunta comunale n.271 del 27.08.2015 nella quale si autorizza un’anticipazione di cassa per i crediti maturati dalle aziende , nelle more della ripresa delle erogazioni del contributo POR-FESR Lazio 2007/2013 – PLUS “Appia Via del Mare” per un importo complessivo di 516.475,38 euro. Non si capisce perché il comune di Formia deve anticipare dei soldi di noi cittadini per delle deficienze della Regione Lazio e che tra l’altro verranno rimborsati chissà quando

Per carità tutto fatto secondo legge, ma che non consideriamo assolutamente una priorità per la nostra città, nonostante i tanto strombazzati benefici.

D’altronde è chiaro a tutti che la politica è popolata di piazzisti della peggior specie, quasi a voler dare ragione a chi getta discredito sulle istituzioni, elencandone i lati peggiori.

Non c’è dubbio che senza un minimo sussulto etico, se non ideologico, sarà impossibile ricostruire dalle attuale macerie una società più giusta. Bisognerà allora rimboccarsi le maniche e noi ci faremo trovare pronti (to be continued).

PS Da quand’è Acqualatina è un ente?

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’assenza di manutenzione sta portando alla morte del campo di calcio di Castellonorato

4 Settembre 2015

Alzi la mano chi con il sogno di diventare una promessa del calcio italiano ha calcato con i propri scarpini il campo di calcio di Castellonorato oppure anche chi non avendo nessuna aspirazione a diventare un campione si è accontentato semplicemente di passare qualche ora di sano e puro divertimento, insieme ai propri compagni di squadra, dando quattro calci ad un pallone.

Probabilmente le mani alzate sarebbero tantissime.

Peccato che tra qualche mese questo probabilmente non sarà più possibile, visto l’attuale stato di abbandono in cui versa l’impianto di Castellonorato e che sicuramente non potrà che peggiorare nei prossimi mesi in assenza di interventi di ripristino.

Basta recarsi presso di esso per avere conferma della nostra denuncia.

Gli spogliatoi sono in pessime condizioni (prevale la sporcizia), lo stesso dicasi per gli spogliatoi, le serrature delle porte sono state divelte, le pareti sono lesionate, le panche accusano l’età. Nemmeno all’esterno la situazione è soddisfacente, visto il generale stato di degrado in cui versa il terreno di giuoco e le reti che lo delimitato. Lasciando inoltre intatto il sospetto circa l’assenza di sicurezza.

E’ inoltre stato spostato ad altro incarico il mitico Adriano, che per anni si è occupato della cura dell’impianto e il comune di Formia non ha ritenuto opportuno sostituirlo. Che poi è il vero motivo dello stato di abbandono nel quale versa l’impianto di Castellonorato.

Aggiungiamo poi che le società di calcio che lo utilizzano pagano un canone mensile di 60/70 euro, soldi che non sappiamo come vengono spesi.

Da parte nostra non siamo sorpresi. E’ da sempre una caratteristica delle amministrazioni che si sono succedute in questi anni quella di non curare poco o nulla la manutenzione (nonostante un appalto milionario), ma si sceglie di investire milioni di euro in nuove opere, molte delle quali non sono nemmeno completate.

Parlando di impianti sportivi non va meglio al nuovo stadio di Maranola, che nostante i milioni di euro spesi è ancora incompleto, tant’è che le partite ufficiali vengono ancora giocate nel vecchio impianto di San Pietro. Milioni di euro buttati per la mania di grandezza di qualcuno e senza che siano venute fuori le responsabilità di chi ha permesso tutto questo.

Nemmeno si riesce a capire come si è concluso il bando di gara per l’affidamento della gestione e dell’utilizzo degli impianti sportivi minori comunali (San Giulio, Gianola, Rio Fresco e Penitro). Girano voci preoccupanti in particolare per l’impianto di San Giulio.

E’ inoltre ancora senza risposta la nostra richiesta di chiarimenti circa l’affidamento, ormai “vita natural durante”, del campo di calcetto di via Cassio e dei campi da tennis di Gianola.

Probabilmente si continuerà a tollerare che rimangano in carico agli attuali gestori, senza alcuna motivazione giuridica.

Rimane inoltre il rammarico per il silenzio del neo-assessore allo sport Giovanni Costa e del presidente della consulta dello sport Pasquale Di Gabriele.

Eppure entrambi dovrebbero avere a cuore che ci siano luoghi dove i giovani e i meno giovani possano svolgere le proprie attività sportive in tutta sicurezza e gratuitamente, senza dover arricchire i tanti ( e sono proprio tanti) che traggono profitto dalla passione per lo sport dei ragazzi.

L’assenza di luoghi di aggregazione e di svago pubblici è la vera condanna di una città senza ormai più un’anima.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’assenza di luoghi di aggregazione e di svago pubblici è la vera condanna di una città senza ormai più un’anima.

1 Settembre 2015

Potevamo non farlo ma le accuse del responsabile del centro per l’impiego di Formia sono di una gravità assoluta, soprattutto per chi della difesa dei lavoratori ha da sempre fatto il pilastro del proprio agire politico, soprattutto oggi che sono sotto attacco, proprio da parte di quel partito di cui il nostro accusatore è un iscritto.

Ovviamente parliamo del PD e del governo Renzi, che ha fatto fuoco e fiamme perchè venisse approvato il decreto “Jobs act” che generalizza la precarietà: ogni impresa può assumere una persona a termine per tre anni, anche con più contratti brevissimi, senza dover giustificare perché assume a termine e non a tempo indeterminato, ricevendo inoltre segli sgravi contributivi.

Alla fine dei 3 anni sarà sufficiente non rinnovare il contratto, assumere un altro lavoratore, e via con un nuovo giro di giostra! Tutti precari per sempre.

Il governo Renzi ha cancellato definitivamente l’articolo 18 per i neo-assunti , portando a compimento la controriforma di Fornero e Monti, per rendere tutti ricattabii. Ha cancellato le norme dello Statuto dei Lavoratori che proibiscono il demansionamento, per abbassare i salari. Ha cancellato le norme che proibiscono la videosorveglianza dei lavoratori. Ha ampliato l’uso dei “voucher”, cioè la forma massima di lavoro “usa e getta”. Vuole cioè il lavoro povero e senza diritti per tutti.

E presto saranno carta straccia anche i diritti dei lavoratori pubblici.

Contro Renzi che porta a compimento il lavoro sporco di Berlusconi e Monti, dell’Europa dei mercati, con Merkel e Draghi a che guidano il fronte di chi vuole tagliare ancora i diritti, ridurre i diritti dei lavoratori, introducendo nuove forme di schiavitù è necessario non abbassare la guardia, ma anzi sperimentare nuovi percorsi di lotta.

Ma veniamo alle accuse che si sono state lanciate.

Siamo stati accusati di aver screditato “la dignità e della professionalità degli operatori che lavorano nel centro per l’impiego di Formia” semplicemente per aver difeso il diritto dei tirocinanti a vedersi pagati il dovuto.

Ovviamente respingiamo al mittente le accuse, perché quando abbiamo scritto che “il centro per l’impiego di Formia, come probabilmente anche gli altri sparsi nel resto della provincia (per un totale di 5), pare un fortino inespugnabile, da cui non trapela nulla” abbiano inteso attaccare non i lavoratori ma i vertici che li dirigono.

D’altronde lo sanno anche le capre che non spetta ai dipendenti il compito di organizzare il lavoro ma ai dirigenti, per cui se ci sono state mancanze devono essere addebitate a questi ultimi.

Cogliamo inoltre l’occasione per una precisazione: A noi non ce ne frega niente dalla lentezza della macchina burocratica italiana (portata a parziale scusante della regolarità dei pagamenti dei tirocini formativi), perché i diritti dei lavoratori vengono prima delle inefficiente di una classe politica, incapace di una men che minima programmazione.

La nostra è una denuncia contro la politica del governo del democratico Renzi e di quelli che lo hanno preceduto, che hanno fatto dell’attacco ai diritti dei lavoratori uno dei pilastri della loro politica economica, arrivando a legittimare forme di sfruttamento abbiette.

Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e continueremo a denunciare tutto questo.

Ai lavoratori del centro per l’impiego di Formia assicuriamo che saremo sempre dalla loro parte, nonostante i loro pessimi dirigenti.

Circolo “Enzo Simeone”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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