L’affaire “Formia Servizi”: il conto presentato dalla mala politica

La mancata costituzione “parte civile” dell’amministrazione comunale, nel processo sul fallimento della “Formia Servizi”, rischia di trasformarsi in un vero terremoto politico, soprattutto a causa dei numerosi distinguo che sono nati all’interno della maggioranza di centro-destra-sinistra. Ultimo in ordine di tempo è quello del circolo “Piancastelli-Diana” del PD, il cui direttivo ha deciso di costituirsi parte civile per “tutelare gli interessi dei cittadini collaborando all’accertamento dei fatti e delle responsabilità”. Una motivazione condivisibile che però lascia indifferente il sindaco Bartolomeo e la sua fidata giunta, tanto da optare per il contrario. Prima dei democratici di san Giovanni, i consiglieri Ernesto Schiano (PD), Mattia Aprea (Lista Civica “Ripartiamo Insieme”) e la delegata alla legalità e alla trasparenza Patrizia Menanno, hanno criticato la posizione “pilatesca” del sindaco Bartolomeo.

I tre avvocati, a vario titolo, hanno infatti espresso dure critiche sulla decisione della giunta di non costituirsi parte civile, nel processo che riprenderà il 3 Marzo 2014, con l’udienza davanti al GIP che dovrà decidere sul rinvio a giudizio degli indiziati per il reato di bancarotta fraudolenta nella vicenda del fallimento della Formia Servizi, che vede coinvolti una folta schiera di politici, in veste di amministratori della società mista che ha gestito, per anni, la sosta in città.

Ad appena sei mesi dal suo insediamento, messo da parte – per il momento – il caso Valerio, il sindaco Bartolomeo si ritrova contro due consiglieri, un delegato ed una parte importante del suo partito. Quanto basta per mettere in crisi la sua certezza circa una maggioranza consiliare granitica, su cui contare per amministrare a modo suo la città.

La crisi politica della maggioranza, conferma le nostre perplessità su una coalizione vasta e variegata, che rischia di essere incapace di condurre avanti il programma elettorale. Facile preda delle lotte di potere, frutto di logiche spartitorie, che stanno portando a galla i malesseri di quanti sono messi all’angolo dall’onnipresente trio Bartolomeo-Zangrillo-Tallerini che, in questi primi mesi, detiene il monopolio l’azione politica della giunta. Facendo presagire l’evoluzione della coalizione quando il sindaco passerà la mano.

Ma, al di là di ciò, l’“affaire Formia Servizi” svela e conferma l’enorme danno nascosto dietro il castello “ideologico” di questi anni, con cui ci hanno voluto far credere che la privatizzazione dei servizi pubblici fosse la soluzione ai difetti del pubblico. Infatti, dopo anni di sprechi ed inefficienze che hanno prodotto aggravi di costi e danni di ogni genere, la “defunta” Formia Servizi, è la prima a mostrarci il suo triste epilogo. A questa probabilmente seguiranno la Latina Ambiente e poi Acqualatina, da sempre tenuta in vita dalla complicità dei sindaci dell’ATO4. Quest’ultima ha un bilancio talmente fallimentare da rendere attuale l’invenzione del riacquisto da parte dei comuni delle azioni del socio privato, una vera e propria beffa con cui, se l’operazione non verrà fermata, vedremo tutti i debiti accumulati in questi anni messi sul conto della collettività.

Tra le ragioni di questi disastri finanziari non si può trascurare il fatto che queste società sono diventate un ricettacolo di favoritismi della peggiore specie, che hanno mortificato le capacità e la competenza, anche a causa di assunzioni ed incarichi affidati senza bando di gara. Spesso nei consigli di amministrazione hanno trovato spazio persone scelte per appartenenza politica, alla faccia del tanto sbandierato merito con cui per anni amministratori di ogni risma si sono riempiti la bocca.

D’altronde sembra proprio che le regole siano fatte per favorire questo perverso meccanismo e non per garantire trasparenza e efficienza, così come dovrebbe essere quando si amministra per conto dei cittadini.

Non sappiamo come andrà a finire la storia della “Formia Servizi”, speriamo che le persone oneste abbiano modo di dimostrare le proprie ragioni, ma crediamo che questo frutto avvelenato della cattiva politica possa essere l’occasione per rimettere in discussione il modello gestionale applicato con molta leggerezza anche in questa città.

 

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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