L’azienda speciale è l’unica soluzioni ai problemi di gestione dei rifiuti

La proroga di un anno dell’affidamento del servizio comunale di igiene urbano alla Latina Ambiente [D.G.C. n.177 del 4.7.2013], scadrà il 30 Giugno del 2014. Nell’occasione dovrebbe essere stata riattivata la Golfo Ambiente, la società a capitale interamente pubblico. Intenzione dell’amministrazione Bartolomeo, a quello che abbiamo letto, è di farne lo strumento per una gestione comprensoriale dei rifiuti, quindi allargata ai comuni del golfo che ne faranno richiesta. Un piano non c’è che dire “ambizioso”, figlio probabilmente delle solite manie di grandezza che paiono proprio piacere all’attuale sindaco, ma che in realtà non ha nessuna probabilità di essere realizzato.

D’altronde non si riesce a capire come tale piano possa essere fattibile, visto che almeno due dei comuni del golfo, hanno conferito la gestione dei rifiuti a società private, in particolare il comune di Gaeta lo ha fatto proprio qualche giorno fa, annunciando che per i prossimi anni il servizio sarà affidato alla Ecocar srl della famiglia Deodati, mentre non sappiamo cosa abbia fatto il comune di Minturno, dopo la parentesi della Ego Eco e lo scandalo condito dagli strascichi processuali e le condanne che ne sono generate.

Non vi è ombra di dubbio, bastano evidentemente i due esempi fatti, che la gestione dei servizi pubblici debba ritornare immediatamente nelle mani del pubblico, ma si badi bene non basta una società pubblica se questa è di capitale. Perché è bene ribadirlo che una società di capitale, cioè una S.p.A., ha come obbiettivo quello di fare gli interessi degli azionisti, anche quando l’azionista è il comune. Per assurdo potremmo trovarci con una società che produce profitti, con un comune che quindi, in qualità di socio unico, incamera questi profitti, ma senza alcun ritorno positivo per la collettività, né in termini di qualità né tanto meno di costi. D’altronde se è l’azionista che deve guadagnarci, il resto non conta, in particolar modo per la condizione dei lavoratori, che deve essere invece uno dei pilastri della gestione pubblica

E’ inoltre necessario che il consiglio comunale si riappropri del suo ruolo di difensore degli interessi della collettività, agendo da organo di indirizzo e controllo, perché la gestione dei rifiuti sia libera dai condizionamenti criminali tanto diffusi nei nostri territori. Cosa che non sarebbe possibile con una società di capitale.

Abbiamo purtroppo invece imparato che spesso i consigli di amministrazione delle società per azioni (sia esse pubbliche che private o anche miste) sono diventati l’occasione per la moltiplicazione di poltrone, che guarda caso finiscono per essere occupate da persone di provata “fede politica”.

Una scelta che produce un grosso concentrato di inefficienze e di clientelismo e che lascia le casse delle società medesime vuote.

Quindi, e lo ripeteremo fino allo sfinimento, ben venga l’idea di una gestione pubblica dei rifiuti, ma per i motivi appena espressi, chiediamo che sia l’ipotesi di una gestione comprensoriale che quella di una gestione sotto l’egida di una società per azione, seppure pubblica, siano messe da parte optando per una municipalizzata che agisca sotto controllo del consiglio comunale, motivo per il quale ribadiamo la validità della proposta di azienda speciale già portata all’attenzione dell’allora assessore all’ambiente Aldo Zangrillo, con addirittura una bozza di atto di costituzione.

D’altronde la legge di stabilità 2014 (n. 147/2013), nei commi 550-569, ha riscritto tutta una serie di norme relative al rapporto tra Pubbliche Amministrazioni Locali e Aziende speciali, istituzioni e società partecipate dalle stesse.

Questa nuova impostazione fa giustizia della teorizzazione della situazione di “maggior sfavore” della gestione tramite l’Azienda speciale rispetto a quella della S.p.A. a totale capitale pubblico “in house”. Infatti, ormai, queste soluzioni gestionali sono equiparate, in quanto non si parla più di assoggettamento di aziende speciali e società a totale capitale pubblico al patto di stabilità degli Enti Locali, ma solo della necessità che i bilanci siano in pareggio, pena dopo 5 anni di conti in rosso di liquidazione.

Ed allora non capiamo proprio perché l’ipotesi dell’azienda speciale venga scartata a priori, senza nemmeno una discussione pubblica, che tanto bene farebbe alla nostra città, così come riteniamo necessario ridiscutere del servizio idrico e di quali siano le azioni da intraprendere per poter ritornare in possesso di un bene essenziale come l’acqua, ma di questo scriveremo in modo più compiuto in un prossimo comunicato stampa.

 

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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