Villa di Acquatraversa: “la squallida fine del bene confiscato”

La villa di Acquatraversa è un fabbricato di 300mq con piscina e 2400mq di giardino stretto tra la foce del Rio Acqualonga e la spiaggia. Dal 2000 confiscato alla camorra è stato trasferito al comune di Formia con decreto MEF n. 53578 del 3.8.2000.
Nel 2004, l’allora sindaco Bartolomeo con delibera di giunta n°301/2014 affida all’associazione “Emmanuel 2000” di don Vittorio Valerio l’intera villa. Secondo gli accordi tra il sindaco e il prelato, la villa sarebbe dovuta essere utilizzata per la realizzazione di un centro di accoglienza ed integrazione per le categorie svantaggiate e un centro per bambini affetti da autismo.
Dall’inizio dell’anno 2004 ad oggi sono passati 10 anni e il centro di accoglienza e integrazione per le categorie svantaggiate ancora non esiste !! Dal 2004 ad oggi non è mai stato avviato alcun progetto per la creazione di un servizio, degno di questo titolo, rivolto a persone svantaggiate !! Non solo, dal 2004 l’associazione “Emmanuel 2000” effettua la manutenzione dell’immobile a totale spese del Comune, poiché lo sciagurato accordo decennale di gestione sottoscritto dall’allora sindaco Bartolomeo, prevede all’articolo 6 che i costi di manutenzione siano “…. a carico del comodante (Comune) così come le spese di adeguamento normativo e funzionale e le spese per la manutenzione straordinaria dell’immobile”.
Da oltre dieci anni questa villa, del valore di circa 1milione e mezzo di euro e dalle enormi potenzialità, è dedicata in realtà all’esclusivo uso dall’associazione “Emmanuel 2000” senza che si siano mai realizzati gli intendimenti sottoscritti nella delibera n°301 del 2004, con le gravissime conseguenze per tutte quelle centinaia di potenziali utenti vittime di questo diritto negato.
La stessa “Emmanuel 2000”, per tramite del suo referente, sembra ormai definirsi tranquillamente proprietaria dell’immobile, anziché comodataria. Lo conferma la lettura del cartello di cantiere affisso in questi giorni sul cancello della villa. I “lavori riguardanti manutenzione straordinaria di balconi, terrazze e opere di sistemazione esterna” pare siano stati commissionati dal proprietario don vittorio valerio. !?!?!?! E non dal Comune di Formia, reale proprietario dell’immobile !!!
Le opere, come se non bastasse, sono finanziate dalla Regione Lazio, come risulta dalla determinazione n.A06683 del 14 Agosto 2013 del direttore del “dipartimento istituzionale e territorio”, che liquida la prima rata di 29mila euro su 113.578 euro totali per i “Lavori di ristrutturazione con rifacimento balconi terrazzi ed infissi presso la casa ri-batezzata Papa Giovanni Paolo II”.
Da dieci anni, questa associazione gestisce una mega villa in riva al mare, di proprietà comunale, senza che si sappia quali attività si svolgano all’interno di quell’ampio spazio, anche se il progetto presentato 10 anni fa per accaparrarsene la gestione prevedeva la realizzazione di :

  • centro per soggetti disabili a carattere residenziale e con attività diurna;
  • centro di accoglienza per bambini e minori disabili con attività diurna;
  • percorsi di formazione e approccio artistico per soggetti disabili;
  • punto di incontro per persone affette da autismo;
  • progetto “Una mano amica” per soggetti sordomuti’;
  • progetto “giovani per un mondo unito”;
  • colonia estiva diurna per soggetti diversamente abili;
  • iniziative di sostegno ad attività estive diurne a favore di ragazzi e ragazze in gemellaggio (già sottoscritti o da intraprendere) con paesi europei ed extraeuropei (compatibilmente con le attività di accoglienza permanente avviata nella struttura);
  • Collaborazione per soggiorni estivi con bambini e giovani portatori di ritardi evolutivi, intellettivi, handicaps motori e malattie gravi;
  • Progetto di formazione umana dei figli di immigrati che vivono del territorio comunale, finalizzata alla loro socializzazione ed integrazione.

Tutte attività che si sarebbero dovute attivare nel corso di questi 10 anni e che sarebbero dovute essere inserite quantomeno nell’ambito del piano di zona del CISSI, ma delle quali non si sa assolutamente nulla; infatti a tutt’oggi non è dato sapere quale sia il numero degli assistiti, né l’offerta o la tipologia professionale assunta o gli orari di erogazione dei servizi dedicati a disabili e portatori di disagio psichico e sociale che avrebbero dovuto frequentare l’immobile in questi dieci anni;
Insomma, un pessimo esempio di (mala)gestione sia da parte dell’amministrazione comunale che dell’associazione in questione, dove emergono amaramente le contraddizioni tra l’enorme richiesta di servizi per persone svantaggiate di cui il territorio necessita e l’inutile spreco di risorse e strutture che questa gestione rappresenta. Contraddizioni che si fanno ancora più amare se si considera l’assoluta inerzia dell’attuale assessore ai servizi sociali, Eliana Talamas, pienamente consapevole della vicenda e di tutti i membri della commissione consiliare speciale sui beni sequestrati alla mafia rappresentati dal consigliere Giuseppe Bortone, altrettanto consapevoli della situazione e assolutamente inerti di fronte a questa squallida vicenda che vede come vittime le fasce più fragili e più bisognose della nostra comunità.
Inoltre considerando le finalità sociali che il bene dovrebbe avere come segno tangibile della lotta alle mafie, e considerando i finanziamenti pubblici erogati all’associazione “Emmanuel 2000” per le ristrutturazioni e quindi sottratti ad altri servizi, sarebbe stata quanto meno opportuna la pubblicazione degli atti che l’associazione è obbligata a sottoscrivere e trasmettere al comune. Oltre che una relazione del delegato alla legalità e dell’assessore ai servizi sociali, in cui si dia conto dei risultati che in questi 10 anni di gestione l’immobile confiscato alle mafie avrebbe dovuto rendere come servizio alla comunità.
Ma, di fronte al diabolico perseverare di questa gestione del nulla, a difesa di tutte quelle persone che necessitano di quei servizi, tanto evocati per convenienza e speculazione politica e sistematicamente negati, chiediamo a gran voce:

  • l’immediata revoca della concessione d’uso dell’immobile all’associazione “Emmanuel 2000;
  • l’applicazione del regolamento comunale per la concessione in uso dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata;
  • l’avvio di una seria analisi dei bisogni per la realizzazione di un piano sociale di utilizzo dell’immobile, da svilupparsi con le realtà attive sul territorio;
  • l’immediata emissione di un bando pubblico per la gestione dell’immobile e la realizzazione del piano di sociale stilato dal comune.

Circolo “Enzo Simeone”
Partito della Rifondazione Comunista
Formia

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