Liberiamo anche i campetti da tennis di gianola

Dopo il centro di Acquatraversa la nostra l’attenzione si rivolga ad un altro bene pubblico concesso in uso ai privati: i campi da tennis di Gianola, da oltre 15 anni gestiti dall’Associazione TC Gianola ’95 diretta da Danilo Calvano, fratello del più noto Toto, già consigliere comunale. Tutti sanno che questi sono proprietà del comune, quindi della collettività, che dovrebbe usarli per migliorare la qualità della propria vita. Invece oggi, lo spazio è di fatto sottratto al dominio pubblico per l’uso esclusivo di quanti decidono di prendere parte alle attività del club tennistico.

La convenzione che regola la gestione dovrebbe essere in scadenza, come segnalano i cittadini in una lettera inviata alla nostra attenzione. Gli stessi cittadini segnalano che “sono stati acquistati altri metri di terreno adiacente ai 3 campi pubblici citati, per costruirne altri 2 campi. Questi ultimi 2 sono certamente di proprietà dell’Associazione, ma per potervi accedere è comunque necessario attraversare lo spazio che divide i vari campi pubblici”.

Per poter giocare bisogna essere tesserati (pagando) come soci dell’Associazione TC Gianola ’95; quindi occorre pagare la quota di affitto del campo oltre alle luci nel caso in cui si giocasse nelle ore serali; infine, se si i vuol partecipare ai tornei organizzati dal TC, bisogna versare un’ulteriore quota di iscrizione al torneo, oltre quelle già versate. L’attività sportiva è svolta anche a livello agonistico, ed i campi sembra siano utilizzati anche per un’Accademia del Tennis.
Da ciò emerge che uno spazio pubblico dato in concessione sia divenuto parte di un circolo di tennis privato. Una pubblica concessione di un campo sportivo – una struttura che dovrebbe ricadere tra le aree da computare tra gli spazi pubblici attrezzati per il gioco poste da norma (DM n. 1444/’68) a servizio degli insediamenti residenziali – è stata trasformata in una struttura privata, di uso esclusivo e/o a pagamento quindi fonte di guadagno e arricchimento solo per alcune persone.
I cittadini di Gianola, che di spazi attrezzati per lo sport ne hanno bisogno eccome, restano di fatto esclusi da questo modo di gestione, che – sotto controllo comunale – dovrebbe garantire l’accesso anche a quanti non sono in condizione di poter sostenere i costi richiesti dal TC per godere di un’ora di tennis.

Un caso analogo, lo troviamo a Via Cassio, dove il campo di calcetto previsto per provvedere di spazi attrezzati per lo sport l’importante insediamento residenziale delle vicine case popolari, di fatto è diventato anch’esso un’attività privata di uso esclusivo, goduta da quanti possono permettersi i costi della scuola calcio, che produce guadagni solo per i fortunati gestori.

Per quanto la collettività deve essere privata di ciò che gli spetta per legge? Come mai le amministrazioni comunali succedutesi in questi anni abbiamo tollerato una situazione del genere? Dimenticanza oppure favore agli amici a danno dell’interesse pubblico, del diritto dei cittadini, privati della possibilità di utilizzare le strutture pubbliche se non versando a privati, divenuti padroni, un obolo.

Quanto ancora devono durare gestioni del genere? l’attuale amministrazione quali provvedimenti intende prendere? oggi che si è dotata di due importanti strumenti quali “La consulta dello sport” e il “regolamento che disciplina l’uso degli impianti sportivi”.

Noi riteniamo fondamentale garantire a tutti, tutti, i cittadini la gratuità nell’utilizzo di strutture sportive pubbliche, in proporzione al reddito, o ad un prezzo calmierato fissato dal comune e non dai gestori, che appaiono padroni che mettono le mani su spazi apparentemente di nessuno, invece di tutti.

Le regole degli affidamenti devono essere trasparenti, meglio ancora se fosse il comune a gestirle direttamente. Nel caso in cui invece si voglia ricorrere ai privati è obbligo dell’amministrazione garantire orari di apertura tali da tutelare il diritto dei cittadini a praticare sport, in special modo quanti siano interessati da invalidità, handicap o basso reddito.
I bandi devono essere destinati ad organizzazioni senza finalità di lucro, da cui devono essere esclusi parenti dei consiglieri comunali in carica e/o dipendenti comunali.

I gestori devono essere obbligati a pubblicare online bilancio annuale, incassi mensili, costi, orari di apertura al pubblico delle strutture. I proventi delle attività sportive dovranno essere depositati in un fondo gestito dal comune, che successivamente provvederà a restituire ai gestori, la quota parte a copertura delle spese di gestione delle strutture e non altro.

Restare in silenzio, di fronte a gestioni del genere significa approvare il degrado urbano in cui sono abbandonati quanti vengono privati di spazi che spettano loro per diritto, checché ne dicano i gestori.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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