Le montagne di Formia abbandonate all’incuria

Chi in questi giorni si è recato nella località montana di Filetto si è trovato davanti uno spettacolo indecoroso. Infatti fanno bella mostra nella zona una lunga serie di pannelli di eternit, dal cui stato si può dedurre che siano stati depositati lì da molto tempo. Tutti ormai conoscono i danni che tale materiale procura alla salute.

Basti pensare che è sufficiente respirare poche particelle di amianto perché l’organismo umano possa sviluppare una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico. Il periodo di incubazione è di circa 30 anni. Fortunatamente la zona incriminata è lontana dai centri abitati, per cui il rischio è limitato a chi si trova sfortunatamente a passare da quelle parti, ovviamente nulla impedisce la vento di trasportare dette fibre lontano dal luogo in cui i suddetti pannelli si trovano.

Ma non finisce qui, perché la devastazione ambientale continua in un altro punto.

Infatti spostandosi di qualche centinaio di metri è possibile ammirare la devastazione a cui è stato soggetto un ampia fetta di bosco. Mani anonime, probabilmente munite di moderne ed efficienti motoseghe, hanno provveduto a tagliare numerosi alberi, arrecando un grave danno all’intero ecosistema.

Aggiungiamo a ciò i numerosi caseggiati, alcuni veramente faraonici, che popolano le nostre montagne, trasformandone il paesaggio. Che siano abusive? Non lo escludiamo essendo stati abituati a vedere la nostra città invasa da opere del genere.

Così come non possiamo escludere che anche altre zone montane siano nelle stesse condizioni.

In entrambi i casi è chiara che a procurare il danno sia stato l’intervento dell’uomo, probabilmente facilitato dall’assenza di controlli.

Proprio su questi vogliamo soffermarci. Due gli enti che crediamo debbano interessarsi alla questione. La XVII Comunità Montana “Monti Aurunci” presieduta fino a qualche tempo fa dal consigliere comunale UDC Nicola Riccardelli, incarico ora vacante, e il parco degli Aurunci, alla cui testa è stato nominato dal presidente Zingaretti, in qualità di commissario, Michele Moschetta.

Non sappiamo di quanto personale dispongano i due enti ma pare evidente che qualcosa non funziona, visto che gli scempi che denunciamo sono solo una piccola parte, se pur grave, della devastazione a cui sono sottoposte le nostre montagne. E questo è possibile evidentemente grazie all’assenza di una corretta opera di prevenzione e di repressione.

Ovviamente non è nostra intenzione colpevolizzare il personale, che ovviamente esegue solo degli ordini, ma certo lo stesso non si può dire del livello dirigenziale.

Vorremmo sapere, a fronte di budget di una certa consistenza, quali sono gli interventi che nel corso dell’anno vengo presi per combattere i vandali che si recano sulle montagne a far danno e quali sono, in generale, gli interventi di messa in sicurezza e di conservazione, che giustificano l’esistenza in vita di tali enti.

Riteniamo giusto, infatti, che si ripensi complessivamente la gestione degli enti locali, che devono trasformarsi dall’attuale occasione di sperpero del denaro pubblico in occasione di sviluppo del territorio, in termini sia di servizi ai cittadini che in quel territorio vi abitano e sia per migliorare l’offerta turistica, altrimenti meglio chiudere tutto, così da poter spendere meglio, ad esempio nel sociale, i successivi risparmi.

Solo con un radicale ripensamento dell’azione pubblica sì potranno zittire le ragioni tedo quelli che dicono che bisogna dare un taglio netto ai servizi ai cittadini, soprattutto quando sono erogati dal pubblico.

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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