La postina è in ferie, niente posta

Sono dieci giorni che la posta in una parte della frazione di gianola non viene consegnata perché la postina che normalmente svolge, con encomiabile impegno, tale compito è in ferie.
Ebbene le poste italiane non hanno ritenuto opportuno sostituirla con un collega, probabilmente a causa del contenimento dei costi, che va tanto di moda negli ultimi anni e che vede i costi dei servizi pubblici schizzare alle stelle (tanto pagano i cittadini), mentre la qualità degli stessi lascia molto a desiderare (tanto oltre al semplice lamento i cittadini non vanno).
D’altronde l’obbiettivo del ministero dell’economia è di portare a conclusione il processo di privatizzazione di Poste Italiane, tante volte annunciato, entro l’anno.
Secondo l’amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Francesco Caio, perché Poste Italiane sia appetibile per chi dovrà acquistarla, è necessario puntare su servizi nuovi anche nella logica dell’«inclusione» che, ha spiegato l’ad, «deve rappresentare un obiettivo primario per sostenere le imprese che non riescono da sole a dotarsi degli strumenti per cogliere le opportunità offerte dall’ e-commerce, per accompagnare le famiglie verso soluzioni efficaci di nuovo welfare e di protezione del risparmio, e per coadiuvare la Pa nel processo di eGovernment per la digitalizzazione dei propri servizi e il miglioramento della relazione con il cittadino». Dunque per Caio «è necessario investire oggi su questi fattori di modernizzazione, servizi prioritari che richiedono una profonda trasformazione di Poste Italiane, in primis del settore postale».
Questo significa, in soldoni, che è necessario tagliare i rami secchi, quelli cioè non rendono, e pazienza se a rimetterci è la corrispondenza normale, pazienza se a causa dei ritardi nella consegna un cittadino rischia di non poter pagare le utenze domestica a scadenza naturale, pazienza se chiudono gli uffici postale (in particolare quelli che si trovano nelle frazioni periferiche), pazienza se i lavoratori vengono spremuti come limoni, ricevendo in cambio un salario da fame e abbondanti dosi di precarietà, che di fatto li rende sempre più ricattabili, soprattutto in assenza di un sindacalismo conflittuale (che noi invitiamo immediatamente a creare).
E’ ovviamente solo una coincidenza che questo disservizio capiti a Gianola, probabilmente il quartiere periferico di Formia meno amato dalle amministrazioni comunali che in questi anni si sono succedute al governo della nostra città.
Un quartiere privo di servizi, se si escludono le scuole (infanzia ed elementari) e il parco “De CURTIS”, nonostante le promesse della campagna elettorale. Ma quelle evidentemente erano solo promesse e tali sono rimaste.

circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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