Rispondiamo alle accuse del responsabile del centro per l’impiego di Formia

Potevamo non farlo ma le accuse del responsabile del centro per l’impiego di Formia sono di una gravità assoluta, soprattutto per chi della difesa dei lavoratori ha da sempre fatto il pilastro del proprio agire politico, soprattutto oggi che sono sotto attacco, proprio da parte di quel partito di cui il nostro accusatore è un iscritto.
Ovviamente parliamo del PD e del governo Renzi, che ha fatto fuoco e fiamme perchè venisse approvato il decreto “Jobs act” che generalizza la precarietà: ogni impresa può assumere una persona a termine per tre anni, anche con più contratti brevissimi, senza dover giustificare perché assume a termine e non a tempo indeterminato, ricevendo inoltre segli sgravi contributivi.
Alla fine dei 3 anni sarà sufficiente non rinnovare il contratto, assumere un altro lavoratore, e via con un nuovo giro di giostra! Tutti precari per sempre.
Il governo Renzi ha cancellato definitivamente l’articolo 18 per i neo-assunti , portando a compimento la controriforma di Fornero e Monti, per rendere tutti ricattabii. Ha cancellato le norme dello Statuto dei Lavoratori che proibiscono il demansionamento, per abbassare i salari. Ha cancellato le norme che proibiscono la videosorveglianza dei lavoratori. Ha ampliato l’uso dei “voucher”, cioè la forma massima di lavoro “usa e getta”. Vuole cioè il lavoro povero e senza diritti per tutti.
E presto saranno carta straccia anche i diritti dei lavoratori pubblici.
Contro Renzi che porta a compimento il lavoro sporco di Berlusconi e Monti, dell’Europa dei mercati, con Merkel e Draghi a che guidano il fronte di chi vuole tagliare ancora i diritti, ridurre i diritti dei lavoratori, introducendo nuove forme di schiavitù è necessario non abbassare la guardia, ma anzi sperimentare nuovi percorsi di lotta.
Ma veniamo alle accuse che si sono state lanciate.
Siamo stati accusati di aver screditato “la dignità e della professionalità degli operatori che lavorano nel centro per l’impiego di Formia” semplicemente per aver difeso il diritto dei tirocinanti a vedersi pagati il dovuto.
Ovviamente respingiamo al mittente le accuse, perché quando abbiamo scritto che “il centro per l’impiego di Formia, come probabilmente anche gli altri sparsi nel resto della provincia (per un totale di 5), pare un fortino inespugnabile, da cui non trapela nulla” abbiano inteso attaccare non i lavoratori ma i vertici che li dirigono.
D’altronde lo sanno anche le capre che non spetta ai dipendenti il compito di organizzare il lavoro ma ai dirigenti, per cui se ci sono state mancanze devono essere addebitate a questi ultimi.
Cogliamo inoltre l’occasione per una precisazione: A noi non ce ne frega niente dalla lentezza della macchina burocratica italiana (portata a parziale scusante della regolarità dei pagamenti dei tirocini formativi), perché i diritti dei lavoratori vengono prima delle inefficiente di una classe politica, incapace di una men che minima programmazione.
La nostra è una denuncia contro la politica del governo del democratico Renzi e di quelli che lo hanno preceduto, che hanno fatto dell’attacco ai diritti dei lavoratori uno dei pilastri della loro politica economica, arrivando a legittimare forme di sfruttamento abbiette.
Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo e continueremo a denunciare tutto questo.
Ai lavoratori del centro per l’impiego di Formia assicuriamo che saremo sempre dalla loro parte, nonostante i loro pessimi dirigenti.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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