Attivata la videosorveglianza, la domanda è: La soluzione ai problemi di Formia?

Apprendiamo dalla lettura di un post pubblicato dall’assessore Claudio Marciano che è stato attivato finalmente il sistema di videosorveglianza comunale previsto dal progetto Formia Smart City. Ad essere videosorvegliate saranno la Stazione, il Porto, le ville comunali del centro, Largo Paone, la Pineta e il lungomare di Vindicio negli incroci.
Molti comuni si sono dotati di un proprio “REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA VIDEOSORVEGLIANZA” per disciplinare l’utilizzo delle videocamere, in modo da non incorrere in eventuali provvedimenti di censura da parte del Garante per la protezione dei dati personali, istituito dalla cosiddetta legge sulla privacy (legge 31 dicembre 1996, n. 675).
Non sappiamo se ciò sia avvenuto anche per il nostro comune.
Infatti abbiamo provato a consultare la sezione “Regolamenti” – presente sul sito del comune di Formia – senza trovare traccia dello stesso.
Eppure già nel lontano 2005 l’allora amministrazione comunale – guarda un po’ capeggiata dall’attuale sindaco Bartolomeo – ci informava che sarebbe stato predisposto uno specifico Regolamento, fondato sui principi stabiliti dal Provvedimento Generale sulla videosorveglianza, emanato dal Garante per la protezione dei dati personali in data 29 aprile 2004.
Tale Regolamento sarebbe stato sottoposto all’esame del Consiglio Comunale, dopo aver superato il relativo procedimento amministrativo che prevedeva, tra l’altro, la notifica al Garante per la protezione dei dati personali.
Ci assicurava inoltre che sarebbe stato “consentito l’accesso alle informazioni raccolte solo alle competenti amministrazioni pubbliche e si sarebbe provveduto “ad informare adeguatamente i cittadini e nelle aree sottoposte a videosorveglianza saranno installati appositi avvisi e cartelli. Inoltre, il sistema, attivo solo nelle ore notturne, sarebbe stato “idoneo a filmare solo quanto strettamente necessario ed essere gestito in modo tale da garantire il controllo e prevenire l’abuso delle immagini raccolte”.
Nel Dicembre 2006 sempre il sindaco Bartolomeo – per tacitare le critiche dell’allora consigliere comunale di Rifondazione Comunista Delio Fantasia circa probabili violazioni della privacy – teneva a precisare che proprio per venire incontro a questo tipo di critiche l’amministrazione cittadina aveva pensato di premunirsi di un regolamento comunale. Il documento, predisposto dagli uffici comunali, sarebbe passato in consiglio comunale per la sua approvazione. Questo per “garantire che il trattamento dei dati personali, effettuato dal comune di Formia mediante l’attivazione di impianti di videosorveglianza nel territorio di competenza, si sarebbe svolto nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale”.
Ad oggi rimane inevasa la domanda:Il comune di Formia si è dotato di un proprio “REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLA VIDEOSORVEGLIANZA” oppure no?
Continuiamo a non capire perché si continui nella politica dei proclami e non in quella dei fatti.
D’altronde non è nemmeno chiaro quali sono state le motivazioni che hanno spinto le amministrazioni comunali (attuale e precedente) a fortificare la nostra città.
Al di là di tutto però deve essere chiaro che una politica basata sul mero controllo del crimine è chiaramente incapace di risolvere il problema alla radice.
Più di qualcuno l’ha definita l’industria della paura, inventare dei nemici, o comunque amplificarne gli effetti, per poi approfittarne per rendere ipertrofico l’apparato repressivo.
La soluzione, invece, va ricercata in un’adeguata e incisiva azione da svolgere nell’ambito delle politiche sociali, che però deve necessariamente essere preceduta da un’indagine sociologica, in grado di capire quali sono i bisogni reali dei cittadini, e in particolare delle nuove generazioni, quali le cause scatenanti del disagio sociale e dei fenomeni criminosi nella nostra città. Senza tale indagine è impossibile evitare il loro verificarsi e approntare le giuste contromosse affinché gli stessi siano ridotti a fenomeni minimali rispetto alle grandi questioni che riguardano la nostra città.
Di questo bisogna parlare, avremmo sicuramente risparmiato un po’ di soldi, ma evidentemente lo si è voluto evitare, per continuare ad alimentare sprechi ed inefficienze che fanno comodo a molti.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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