PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE: «Il sogno in un cassetto chiuso»

All’unanimità! Il consiglio comunale con deliberazione n.84 del 12 novembre 2014– 21 presenti, presiedente Maurizio TALLERINI – ha approvato il “PIANO OPERATIVO DI PROTEZIONE CIVILE” (d’ora in poi P.O.P.C.), su proposta del settore Opere Pubbliche diretto dall’allora dirigente Marilena Terreri. Obbligo previsto dalla legge n.100 del 12 luglio 2012, che ne disponeva l’approvazione entro novanta giorni dall’entrata in vigore. Altro tema serio della nostra città, recitato in imbarazzante farsa dai nostri amministratori. Altro esempio di come nel palazzo le veline si accartocciano molto in fretta.
La storia del P.O.P.C. si trascina da tempo. Nel 2011 – sindaco Michele Forte – la commissione ” Decentramento Amm.vo- Protezione Civile – Polizia” discute l’aggiornamento di quello risalente al 1988. Al termine il presidente p.t. della commissione Gianluca Taddeo dichiarò il proprio impegno: “Compito dell’amministrazione è produrre degli opuscoli sintesi del P.O.P.C. per avviare un percorso didattico e di conoscenza all’interno delle scuole primarie presenti sul territorio comunale. Il discorso sull’approfondimento dei rischi e delle tecniche d’intervento va esteso anche alle scuole superiori per cui sarà importante coinvolgere la Provincia di Latina al fine di disegnare e concordare un progetto più ampio all’interno degli istituti scolastici della nostra città”.
L’impegno naufragò clamorosamente nella delibera n°25 del 10 maggio 2011, quando il tragicomico assessore competente Gianni Carpinelli dichiarò: “Vista l’ora che volge al desio, sono costretto mio malgrado, a rinviare il punto perché non avrei il piacere di dare corpo alla presentazione.”; quindi ritirò il P.O.P.C., i 25 consiglieri presenti rinviarono la proposta e della delibera non se ne fece più nulla fino al 2014. Roba da matti!
Nel Novembre 2014, come si legge nella delibera 84/14, il servizio Protezione Civile ha ripresentato il P.O.P.C. ritirato nel 2011, aggiornando: i) nominativi, ii) elenco mezzi e risorse, iii) strutture esterne disponibili in caso di necessità. Questo non ha impedito al Sindaco Bartolomeo di presentarlo il 10 maggio 2014 in pompa magna al Prefetto di Latina Antonio D’Acunto, alle Autorità di Pubblica Sicurezza, VV.FF., Corpo Forestale di Stato, Dirigenti Scolastici e Associazioni di Volontariato locali.
Sicuramente il P.O.P.C. è una cosa seria, perché un evento calamitoso – qualsiasi esso sia – richiede, interventi diversi e tempestivi che necessitano di automatismi procedurali, la cui complessità aumenta con la gravità dell’evento corrente. Dunque tira in ballo diversi aspetti chiaramente scritti tra gli obiettivi della delibera che stabilisce: “L’impegno dell’Amministrazione Comunale nell’attività di protezione civile non è limitato al solo intervento operativo di soccorso, ma è diretto soprattutto all’attività di programmazione, intesa quale conoscenza dei rischi che insistono sul territorio; prevenzione ovvero attività finalizzata alla mitigazione dei rischi più probabili al fine di tutelare la vita dei cittadini, dell’ambiente e dei beni”. Il P.O.P.C. ha da indicare gli scenari di rischio e le metodologie operative utili alla salvaguardia delle persone e la tutela del territorio.
Interessando i cittadini, destinatari ultimi delle operazioni; noi dobbiamo essere informati dei comportamenti a cui ci si deve attenere in caso di emergenza. Ma soprattutto è l’amministrazione a dovercelo dire. Invece: 1) Nell’epoca della tanto strombazzata “smart city” il P.O.P.C. non è disponibile in rete, né risulta la pubblicazione integrale, né sono disponibili i numeri di emergenza; 2) la Regione ignora che ne abbiamo uno, come si deduce dall’articolo pubblicato sul sito www.repubblica.it che censisce lo stato di attuazione della legge n°100/2012.
A noi il P.O.P.C. – 500 pagine divise in 4 sezioni: A- Parte generale, B – Lineamenti di pianificazione, C – Scenari e modelli di intervento, D – Cartografia – interessa per sapere come questo Comune mette in atto le azioni di prevenzione e di tutela. Manco a dirlo, già rileviamo scarsi risultati in termini di informazione alla popolazione (scheda B3), specie per i numeri di emergenza (scheda B2), di cui non è chiaro quali siano. Come anche la città ignora quali siano le Aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e gli edifici strategici (scheda C7). Mistero! Custodito nei cassetti degli uffici comunali.
Siatene certi! Noi la versione integrale del P.O.P.C. la chiederemo ovviamente con il solito accesso agli atti, sicuramente più efficace di qualsiasi altro consigliere comunale, per capire cosa il Comune deve fare e non fa, soprattutto per capire quali sono gli edifici e le funzioni di interesse strategico.
Oggi possiamo solo valutare la sciatteria con cui un’amministrazione, visto l’orologio, ha rinviato il P.O.P.C. di due anni; cosi come un’altra se ne riempita la bocca, l’ha presentato a tutti tranne che ai cittadini, mancando in aspetti importanti della sua applicazione.
In entrambi i casi, assistiamo a modesti esempi di come sia amministrato il luogo che noi tutti abitiamo e che dovrebbe essere reso sicuro da chi ci governa.
Dolo o colpa? Questo lo lasciamo decidere ai nostri concittadini, rimane però una certezza: a Formia, sindaco-giunta-consiglieri sono peggio degli struzzi; spente le luci, mettono subito la testa sotto la sabbia.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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