Torniamo in piazza per urlare il nostro no alla riforma costituzionale dei padroni

La riforma costituzionale dei padroni prevede che in nome della velocità vengano aumentati i poteri del governo così da imporre l’approvazione di una legge entro 70 giorni. Si vuole impedire che le persone possano organizzarsi e lottare contro le proposte di leggi inique. Così ulteriori attacchi ai diritti sociali potranno passare senza che le persone abbiamo “il diritto di protestare”: come vuole J. P. MORGAN, ma non solo.
Infatti J. P. MORGAN vuole di più! Per questo nel 2013 ha scritto in un documento ufficiale che andavano rottamate le COSTITUZIONI dei paesi del Sud Europa, in quanto garantiscono “la tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori… il diritto di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo… esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni”. La J.P. MORGAN scrive che “il test chiave sarà in Italia…” ed è per questo che è necessario liquidare quanto prima la Costituzione repubblicana. La banca di investimento statunitense, ma presente ovunque ci sia da succhiare il sangue ai cittadini, fa parte della finanza speculativa, cioè di quell’1% della popolazione che detta le regole al mondo, contro il restante 99%, ed è l’esempio di cosa vogliono oggi le élites della grande finanza e delle multinazionali, a cui governi complici hanno consegnato sempre più poteri e risorse, a discapito della sovranità popolare.
E per fare questo raccontano un sacco di bugie, grazie anche alla stampa di regime, che non smette di essere la cassa di risonanza di quanti hanno a cuore che il 4 dicembre vinca il sì.
La riforma costituzionale firmata da RENZI-BOSCHI-VERDINI-CONFINDUSTRIA-J.P. MORGAN non abolisce il Senato, ma abolisce solo il diritto dei cittadini di eleggere i senatori. I futuri membri del Senato saranno tutti nominati: 95 dalle regioni tra cui 21 sindaci, 5 dal Presidente della Repubblica. I compiti dei senatori sono confusi ed al tempo stesso gravosi: impossibili da svolgere per chi contemporaneamente deve fare il sindaco magari di una grande città.
E’ inoltre falso che ci siano tagli significativi ai costi della politica. La Ragioneria Generale dello Stato ha quantificato risparmi pari a 49 milioni, un decimo di quanto va dicendo Renzi, meno di un caffè a testa all’anno per ogni abitante. Si risparmierebbe davvero invece se si tagliassero i privilegi ingiustificati dei parlamentari: indennità, diaria, vitalizi.
E’ invece vero che si centralizzano le decisioni politiche colpendo le istituzioni locali. Attraverso la cosiddetta “clausola di supremazia statale” si potranno imporre progetti in contrasto con le comunità chiamate poi a subirne le conseguenze: sull’ambiente, la salute, l’assetto del territorio.
D’altronde la “riforma” della Costituzione voluta dai padroni, insieme all’Italicum, produce una svolta autoritaria senza precedenti.
Le disponibilità ora manifestate da Renzi a modificare l’Italicum sono promesse che non valgono nulla, perché tutto sarebbe comunque deciso dopo il referendum.
Con il premio di maggioranza abnorme dell’ltalicum un partito con il 25% dei voti o anche meno, avrà il 54% dei seggi alla Camera cioè 340 seggi.
Questo, insieme alla “riforma” costituzionale, fa sì che un unico partito concentri nelle proprie mani un potere enorme: dalla deliberazione dello stato di guerra all’elezione del Presidente della Repubblica.
Per questo nelle prossime settimane ritornemo in piazza per urlare il nostro no alla riforma costituzionale voluta dai padroni.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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