Il silenzio della politica sulla crisi occupazionale

E’ grave che all’interno dell’ultima campagna elettorale non abbiano trovato spazio le vertenze che riguardano i lavoratori che operano sul nostro territorio. A rischio è il loro posto di lavoro. Parliamo dei lavoratori dell’ATP, la cooperativa che gestisce il servizio di trasporto pubblico urbano in virtù del contratto di servizio n.8376 in data 06/06/1999, poi prorogato numerose volte fino ad arrivare al 31/03/2013 (D.G.C. n.403 del 21 dicembre 2012), in attesa di un bando di gara che probabilmente mai avrà luce.

Ci risulta che sono oltre 4 mesi che non vedono il becco di un quattrino e nonostante questo continuano a garantire la continuità del servizio. La causa presunta è la mancata erogazione dei finanziamenti della regione Lazio, senza i quali il costo del servizio è insostenibile per chiunque, che poi sono miracolosamente apparsi a pochi giorni dal ballottaggio, che ha visto coinvolto, guarda caso, un esponente del PD, lo stesso partito in cui milita il presidente della regione Zingaretti.

Anche i lavoratori della SIS, la società che ha sostituito la SOES nella gestione delle strisce blu, lamentano la mancata erogazione di alcuni stipendi a fronte di un peggioramento delle condizioni lavorative. Non proprio un bell’inizio per la società perugina con cui i cittadini avranno a che fare nei prossimi anni.

Purtroppo un futuro non proprio roseo riguarda anche i lavoratori della nettezza urbana che sono attualmente alle dipendenze della Latina Ambiente, a cui è stato imposto di gestire il servizio di igiene urbana fino a quando non verrà assegnato definitivamente a una società privata vincitrice del bando di gara, così come deciso dal centrodestra in consiglio comunale. Venne inoltre detto che la procedura per l’affidamento sarebbe stata ultimata nel mese di luglio 2012. Peccato che il bando di gara, per un importo di oltre 20milioni di euro (per cinque anni), sia stato revocato (D.G.C. n.80 del 28/03/2013), in attesa di uno nuovo che dovrà essere predisposto dal responsabile dell’ufficio ambiente.

In una situazione di incertezza come questa ci domandiamo quale sarà il futuro degli oltre 60 dipendenti della Latina Ambiente, visto che come specificato nel bando, la nuova società non avrà nessun obbligo di assumere i lavoratori che oggi sono alle dipendenze della società partecipata dal comune di Latina. Infatti come specificato nel comma 3 art.10 dell’appalto, la nuova società avrà la possibilità di licenziare il personale che riterrà opportuno.

Altro capitolo spinoso riguarda le dodici lavoratrici in forza all’asilo “Le querce”, la cui gestione è passata alla cooperativa la Le.Sa.Sca. per conto del Consorzio Intesa, vincitrice dell’apposito bando di gara.

Secondo il segretario provinciale della CGIL Giulio Morgia, il nuovo contratto, firmato con riserva, risulta essere peggiorativo. Infatti secondo lui non sono stati rispettati i livelli di provenienza, le competenze economiche, le ore di servizio (da 27 a 22 ore lavorative), tanto da generare una perdita per ogni operatrice di circa 250 euro lordi.

Parliamo di servizi pubblici nei quali il comune di Formia ha deciso di comportarsi come le famose tre scimmiette e cioè: «non vedo, non sento, non parlo». Ed il motivo per il quale abbiamo insistito in campagna elettorale per la loro ripublicizzazione, così da tutelare i lavoratori e i cittadini.

Messi peggio sono i lavoratori della casa di cura “Sorrisi sul mare”, che sono vittime di un assurdo braccio di ferro tra la proprietà e la regione Lazio, che al momento ha causato il licenziamento di 35 lavoratori e a cui probabilmente ne seguiranno altri. E pare non sia bastata la venuta di Zingaretti e le sue promesse elettorali a fare chiarezza.

Siamo da sempre contro la sanità privata, ma ci interroghiamo sul perché si sia arrivato a tanto e soprattutto perché a pagarne le conseguenze debbano essere sempre i lavoratori.

E i lavoratori della sanità pubblica? Non pervenuti!! anche se parliamo di moltissimi precari.

Concludiamo ricordante che altre vertenze lavorative aperte sono quelle della Ginori, fiore all’occhiello dell’industria italiana, ma che la proprietà probabilmente ha deciso di dismettere tanto da iniziare l’avvio delle procedure di cassa integrazione per centinaia di lavoratori, senza che inoltre vi sia alcuna prospettiva per gli altri, e della cantieristica navale, che lentamente muore.

D’altronde riscontriamo una certa subalternità culturale da parte dei lavoratori nei confronti di chi produce licenziamento a getto continuo, quasi una resa «senza spargimento di sangue», e con la politica che è la grande assente, è un grave errore.

E’ necessario quindi costruire una rete sociale capace da un lato di dare una risposta ai problemi dei lavoratori, soprattutto per quanto riguarda il sostegno al reddito, e dall’altro essere al fianco dei lavoratori in lotta, rivendicando la centralità della politica come strumento di lotta, contro chi vuole fare carta straccia dei diritti dei lavoratori.

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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