Referendum costituzionale: Un no forte alla riforma dei padroni

Il prossimo 4 Dicembre gli elettori e le elettrici saranno chiamati a esprimersi con il voto sulla riforma della Costituzione targata politicamente “Boschi/Renzi/Verdini” ma voluta dai poteri forti (Confindustria, il Fondo Monetario Internazionale, banca d’affari JP Morgan, l’agenzia di rating Fitch, la Banca d’Italia, la BCE,…).
Proprio la banca d’investimento JP Morgan, la prima nel settore dei derivati cioè nella finanza speculativa, condannata per 13 miliardi per lo scandalo dei mutui sub-prime, ha messo nero su bianco che andavano rottamate le Costituzioni dei paesi del Sud Europa perché prevedono “la tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori.. il diritto di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo.. esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni” è cosa che può parlare ad un’ampia parte della società. Raccoglie la giusta indignazione contro le elitès, esplicita il carattere inaccettabilmente autoritario di quel disegno, esplicita il legame tra l’attacco ai diritti sociali e l’attacco alla democrazia. J.P.Morgan è l’emblema di quello che vogliono oggi le grandi multinazionali dell’economia e della finanza: concentrare il potere nelle mani di pochi per fare gli interessi di pochi. Ed è chiarissimo quel messaggio quando dice che “il test chiave sarà in Italia”.
D’altronde la ‘manomissione’ della Costituzione toglie potere al Parlamento e lo consegna al governo. La dinamica che produce la riforma della nostra Carta costituzionale è quella della concentrazione del potere dal popolo e dal parlamento verso il governo, cioè verso l’alto: è questo il motivo per il quale bisogna votare no, proprio perchè si riduce il potere del popolo a favore dei poteri forti.
E’ tutto questo perché – secondo Renzi – è necessario velocizzare il processo di approvazione delle leggi. Forse che leggi come la controriforma Fornero delle pensioni, il Jobs Act, la “buona scuola” avrebbero dovuto essere approvate più rapidamente, eliminando persino la possibilità di costruire un’opposizione?
Inoltre non viene abolito il Senato, ma il diritto dei cittadini di eleggerlo. Al posto del voto popolare, i futuri membri saranno tutti nominati: 95 dai consigli regionali, tra cui 21 sindaci e 5 dal Presidente della Repubblica. Dato il carattere non elettivo e “part-time” dei membri del Senato, non ci sarà nessuna rappresentanza reale delle regioni ma solo di alcuni territori, presumibilmente i più forti.
La “riforma” Renzi della Costituzione insieme all’Italicum produce una svolta autoritaria senza precedenti. La disponibilità ora manifestata da Renzi a modificare l’Italicum è una promessa che non vale niente, perché tutto sarà comunque deciso dopo il referendum.
E’ quindi necessario fermare il piano eversivo – che è figlio della “riforma” della Costituzione – andando a votare in massa per il no, così da lanciare – da un lato – un messaggio chiaro ed inequivocabile a Renzi e ai poteri forti e dall’altro per dimostrare che i cittadini e le cittadine non si fanno comprare con mance e promesse.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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