Lo sfruttamento dei migranti arriva anche nella nostra città? Lo chiediamo all’amministrazione comunale

L’Isola ecologica di via S. Maria Cerquito (Ex ENAOLI) è il centro del sistema di Raccolta dei Rifiuti cittadino gestito dalla Formia Rifiuti Zero. Il centro – la cui proprietà è del Comune – è un cantiere e come tale soggetto alle leggi della sicurezza sul Lavoro.
Nei giorni scorsi abbiamo visto giovani extracomunitari al lavoro nel Cantiere Ex Enaoli privi dei Dispositivi di Protezione Individuale che devono essere consegnati in dotazione agli operai della Formia Rifiuti Zero per svolgere le proprie mansioni. Questi lavoravano con abiti civili e scarpe da ginnastica, privi d’abbigliamento adeguato e soprattutto privi delle scarpe antinfortunistiche, quindi sicuramente in contrasto con le prescrizioni del Piano Operativo di Sicurezza aziendale, sicuramente senza l’approvazione del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione aziendale che se informato avrebbe dovuto provvedere a mettere in sicurezza i giovani operai.
La Società peraltro è assai sensibile al tema visto che in condizioni simili, come è accaduto in passato, un operaio della Formia Rifiuti Zero rischia un provvedimento disciplinare per inosservanza delle norme sulla sicurezza, finanche il licenziamento nel caso di continuazione del suo comportamento omissivo.
Dunque ci domandiamo e chiediamo al suddetto Responsabile del Servizio, all’amministrazione comunale e alla dirigenza della Formia Rifiuti Zero le ragioni della presenza di questi ragazzi all’interno centro di raccolta rifiuti e soprattutto il nome di chi ha autorizzato la loro attività all’interno del cantiere.
Detto questo, nell’epoca in cui essere pagati per lavorare è diventato un lusso, vogliamo chiedere se quei lavoratori percepiscono un salario per il lavoro svolto oppure faticano “gratis et amore dei”. A tal proposito gradiremmo l’intervento dei sindacati confederali per spiegare il loro inquadramento lavorativo e la loro posizione assicurativa. Se – come deve essere – i giovani operai hanno svolto un corso di formazione sulla sicurezza sul posto di lavoro e sono stati informati dei rischi che corrono lavorando il quel posto.
Degli extracomunitari non sappiamo nè i nomi né tantomeno la loro provenienza. Forse sono ospiti del centro di accoglienza straordinario gestito del Gus (Gruppo Umana Solidarietà) di Macerata? Se cosi fosse – e noi ovviamente non lo speriamo – sarebbe un fatto gravissimo, in quanto al di fuori di qualsiasi logica e buon senso.
I modi in cui ha cominciato a svolgersi quest’attività pone forti interrogativi. Non possiamo non chiederci in che modo interventi di questo tipo garantiscano una migliore integrazione di chi è fuggito dal proprio paese di origine alla ricerca di un futuro migliore e si trova a fare la conoscenza con le solite furbizie italiche, di cui onestamente avremmo fatto volentieri a meno, non fosse altro per non doverci vergognare di quanto avvenuto.
Noi vogliamo vivamente l’integrazione dei giovani migranti in fuga da conflitti e persecuzione. Ricordiamo che sono 65,3 milioni le persone nel mondo costrette a fuggire dal proprio Paese. Di queste, circa 21,3 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali di età inferiore ai 18 anni. In Italia – dato del 2016 – sono arrivati 181.405 persone.
Soprattutto vogliamo che questa ha da essere condotta nei canoni della legalità e nel rispetto della dignità delle persone e delle leggi sul lavoro. Dunque tacciano i tanti razzisti ignoranti, il cui unico scopo è quello di gettare benzina sul fuoco di un’intolleranza sempre più diffusa. Possano star tranquilli questi gli utili idioti che in noi troveranno sempre una forte e libera opposizione.
Da comunisti per noi la solidarietà tra lavoratori e nei confronti degli ultimi prevale su tutto il resto, dunque al bando lo sfruttamento – sia esso in qualsiasi forma – perpetrato ai danni di chi oggi più che mai è nelle condizioni di non potersi opporre al ricatto dello sfruttatore di turno.
Per queste ragioni chiediamo a chi di dovere di far chiarezza su quanto accaduto.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

oooerowerower