Sanità pubblica, la morte può attendere?

Come abbiamo raccontato più volte lo stato della sanità pubblica è drammatico. Lo confermano i dati riguardanti le liste d’attesa per le visite mediche da effettuare tramite il servizio sanitario nazionale, che vanno ben al di là dei tempi indicati dalla normativa nazionale, e cioè 30 giorni per le visite diagnostiche e 60 per le prestazioni strumentali. E’ invece noto a tutti che in più di un caso il paziente – se vuole utilizzare la sanità pubblica – è costretto a tempi di attesa che arrivano all’anno e in altri casi le prenotazioni non sono nemmeno accettate. Ben diversa la situazione qualora il paziente intenda utilizzare l’intramoenia, con la quale si intendono le prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa. Ebbene in questi casi i tempi si ridicono notevolmente. In alcuni casi addirittura si riesce ad ottenere la prestazione di cui si necessità in 1-2 giorni. Che qualcosa non funzioni nel modo dovuto se ne è accorta anche la regione Lazio, che ha previsto la sospensione delle prestazioni in intramoenia, qualora le normali liste di attesa siano lunghissime. Non sappiamo però se si è passati dalle parole ai fatti. D’altronde le motivazioni perché questo non avvenga sono tantissime, visto che sulle prestazioni in intramoenia non solo ci guadagna il medico, che riceve un compenso extra rispetto al normale stipendio, ma anche le aziende sanitarie che incassano una percentuale sui loro guadagni extra. Insomma un sistema da far venire l’acquolina in bocca, soprattutto ora che le stesse aziende sanitarie fanno fatica a far quadrare i conti, visti i numerosi tagli ai trasferimenti dello stato nei loro confronti. Eppure i cittadini continuano a pagare le tasse, nonostante vengano privati di un così prezioso diritto, come quella alla salute. La stessa Costituzione repubblicana lo definisce un diritto fondamentale dell’individuo. Così infatti recita il I° comma dell’art. 32, ad esso interamente dedicato:«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Come abbiamo visto la Carta costituzionale sancisce quindi il diritto dei cittadini a vedere tutelata la propria salute e lo Stato deve assumersi il compito di realizzare tutte le condizioni affinché ciò avvenga; questo equivale a dire che il servizio sanitario nazionale è l’esplicazione dei doveri costituzionali a carico dello Stato e a favore delle comunità. Eppure il dettato costituzionale è continuamente violato, proprio da chi dovrebbe metterlo in pratica e cioè dalla politica. E’ questo il caso del presidente Nicola Zingaretti, che è riuscito a farci rimpiangere Storace e la Polverini, due che in fatto di disastri sanitari avrebbero potuto scrivere dei libri. Ed è proprio lo stesso che ha avuto il coraggio di annunciare la realizzazione di due nuovi ospedali nel Lazio: a Gaeta e a Sora. E questo grazie alla presunta disponibilità di circa 500milioni di euro. Una notizia che ai cittadini meno attenti avrebbe potuto far fare i salti di gioia, ma noi che ormai siamo avvezzi al teatrino della politica ci ha ricordato un’altra promessa che la politica ha regalato al sud pontino e cioè la realizzazione – in località exEnaoli (Formia) – del Nuovo Presidio Ospedaliero denominato Ospedale del Golfo che avrebbe dovuto sostituire completamente la funzione ospedaliera dell’attuale Ospedale ‘Dono Svizzero’ di Formia. Ebbene gli unici soldi che al momento sono stati spesi per tale opera sono quelli riguardanti la progettazione, ma non si è andato oltre quello. Nel frattempo si è proceduto allo smantellamento della santità pubblica pontina, grazie alle politiche liberiste sostenute proprio dall’accoppiata, Forza Italia-Partito Democratico, e lo conferma il nuovo piano strategico aziendale della ASL, che assesta un altro duro colpo alla sanità pubblica pontina. Nel mentre i pazienti in fila per curarsi sentitamente ringraziano.

circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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