I cannibali

Lo studio delle questioni urbanistiche del territorio formiano, in particolare gli aspetti relativi al diritto alla casa ed alla mobilità, devono sempre fare i conti con un territorio compromesso da uno sviluppo incontrollato ed irrazionale.

Lo abbiamo visto per le infrastrutture stradali che devono fare i conti con una selva di case sparse confusamente sul territorio, lo vediamo con il costante squilibrio tra il bisogno di abitazioni a basso costo e la presenza di abitazioni inutilizzate, oppure, con l’assenza di aree e strutture di servizio nelle zone di completamento ed espansione urbana. Tutti temi su cui torneremo e sui cui siamo disponibili ad un confronto pubblico.

Questo stato però non è casuale. Tutt’altro! Ha infatti origini lontane.

Tant’è che lo scrive alla fine del ‘800 Friedrich Engels, nell’introduzione all’edizione tedesca del 1891 de “La Guerra Civile in Francia” di Karl Marx.

Egli infatti commentando la situazione politica dell’America del nord di quegli anni scrive: “abbiamo qui due grandi bande di speculatori politici (si riferisce al partito democratico e a quello repubblicano) che alternativamente entrano in possesso del potere, e lo sfruttano coi mezzi più corrotti e ai più corrotti scopi; e la nazione è impotente contro queste due grandi bande di politici, che apparentemente sono al suo servizio, ma in realtà la dominano e la saccheggiano”.

Attualizzando e calando questo pensiero nel nostro territorio non c’è dubbio che ciò che abbiamo davanti i nostri occhi è proprio frutto di questo processo di cannibalizzazione.

In Italia, la ricostruzione post bellica prima e lo sviluppo urbano ha assunto rapidamente caratteri distruttivi ed incontrollabili in un ambiente di dilagante illegalità.

Il processo di ricostruzione ed il relativo corposo intreccio di interessi intessuto allo scopo, caratterizzato da una politica economica dei diversi governi volta ad incentivare la proprietà della casa, anche per i ceti medi e popolari, in funzione della stabilità e del controllo sociale, soprattutto nel mezzogiorno, ha dato vita ad un solido blocco urbano edilizio, che ha arruolato un ceto tecnico e professionale che docilmente si è prestato ad un’opera di mascheramento ideologico di gravi problemi sociali in problemi tecnico-amministrativi.

Il blocco costituito da speculatori, politici e tecnici consenzienti, ha letteralmente cannibalizzato il territorio, compromettendone lo sviluppo urbano, procedendo con la costante deleteria infrazione di leggi e vincoli che la stessa cultura urbanistica borghese si è imposta ed ha mostrato di volersi dare.

L’intreccio affari – politica non è un fenomeno patologico, da estirpare da un corpo sano, con le denunce ma la stessa natura della classe borghese che viene allo scoperto, indifferente alle sue stesse convenzioni ideologiche, rinsaldando il suo potere in maniera più brutale ed aggressiva.

Il prodotto è un’edificazione insensata estranea ad ogni razionale pianificazione ed ai bisogni reali, che compromette in maniera irreparabile l’equilibrio della specie umana con la natura. Da questo punto di vista l’urbanistica rivela il volto inumano, sperequato e distruttivo, del modo di produrre capitalistico.

Dunque lo sviluppo urbano ed in esso il “Problema della casa” (“Wohnungsfrage”) non può trovare soluzione nel quadro del sistema economico e sociale capitalistico, come predetto Friedrich Engels oltre secolo addietro.

Come si può vedere la questione è tutt’altro che nuova ed imprevista ma è nota da oltre un secolo. Contro questa malattia conosciamo una sola cura:“l’azione di un partito comunista che si schieri a difesa dei reali interessi dei lavoratori”.

Circolo “ENZO SIMEONE”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

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