Lavoratori del consorzio aurunco di bonifica: cornuti e mazziati

Apprendiamo dalla lettura dei mezzi di informazione dell’assurda situazione nella quale versano i lavoratori del consorzio aurunco di bonifica, che da ben 43 mesi non solo non prendono lo stipendio ma che sono costretti a lavorare in condizioni di estrema pericolosità, tanto da temere addirittura per la loro incolumità fisica. Ebbene all’annuncio di uno sciopero il prefetto di Caserta ha risposto loro che rischiano non solo una denuncia per “la violazione della normativa in materia di sciopero” ma anche una denuncia per “interruzione di pubblico servizio”. Della serie “cornuti e mazziati”. Non ci stupiamo dell’atteggiamento minaccioso dell’istituzione prefettizia. D’altronde sono anni che lo stato ha abbandonato i lavoratori al proprio destino. In questi ultimi cinquant’anni il parlamento ha votato leggi che di fatto li ha trasformati in ostaggi dei padroni, e questo anche quando il padrone è lo stato. La stessa normativa in materia di sciopero penalizza duramente i lavoratori, i quali sono costretti a sottostare a mille paletti per poter usufruire di un diritto, tra l’altro riconosciuto loro dalla Costituzione, e questo soprattutto per i lavoratori dei “SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI”. Oggi insomma non è più assicurato il diritto di sciopero senza limiti e condizioni di tutti i lavoratori, ma si è costretti a doverlo elemosinare. Nulla viene invece detto a proposito delle motivazioni per le quali tali sciopero vengono indetti e cioè il peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro e dei salari. Nel caso specifico dei lavoratori del consorzio aurunco di bonifica ci sono ben 43 mensilità mancanti e senza che la regione Campania abbia sentito l’obbligo di intervenire. Né tanto meno ci risulta siano intervenuti – a sbloccare la situazione con forza – i sindaci e i consigli comunali dell’alto casertano e quelli del basso Lazio, nel quale il consorzio svolge il proprio operato (in particolare Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano). Evidentemente non sentono come loro il problema. Eppure tanti di questi lavoratori sono membri delle comunità che loro stessi sono stati chiamati ad amministrare. E’ forse troppo chiedere loro di schierarsi dalla parte di chi ha fame? Da parte nostra invitiamo i lavoratori del consorzio aurunco di bonifica a non farsi intimidire dalle istituzioni. Va rifiutata la logica di chi brandisce il bastone, soprattutto se a farlo sono rappresentanti delle istituzioni repubblicane. Concludiamo sfidando il prefetto di Caserta a rimanere senza stipendio per 43 mesi e a continuare a svolgere le funzioni che gli competono senza mai lamentarsi. Di certo con la pancia piena è impossibile credere a chi è a digiuno da troppo tempo.

 

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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