Porto turistico, un altro incubo in archivio? Pare di sì

Il progetto del porto turistico, opera faraonica da 129milioni di euro,della società “Marina di Cicerone spa”, partecipata da Impresa Pietro Cidonio di Roma, Sacen di Formia e “Gruppo Ranucci Partecipazioni e Finanziaria di Roma” sembra giunto al punto che merita: quello morto! L’opera, proposta nel 2010 da Raffaele Ranucci – all’epoca assessore allo Sviluppo economico e Turismo della Regione Lazio – poi anche nostro cittadino onorario, avrebbe dovuto essere terminata nel 2014 per accogliere 620 imbarcazioni di varie dimensioni. Per i politicanti avrebbe inoltre contribuito a risolvere il problema dell’occupazione, visto l’impegno a far lavorare soprattutto aziende locali. E ne hanno fatto di ciò un vanto pubblico.

Contrariamente alle intenzioni dei nostri illustri concittadini la Determina n.G13814 del 31/10 u.s. della DIREZIONE POLITICHE ABITATIVE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE della regione Lazio ha proceduto all’archiviazione del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) inerente alla “Variante al P.R.G. vigente per la Realizzazione del Porto Turistico di Formia” nel Comune di Formia(LT), perché dopo due anni dalla richiesta di ulteriore documentazione per il completamento dell’iter autorizzativo non è stato ricevuto nulla dall’ente proponente – leggasi Comune di Formia.

Qualora ce ne fosse bisogno è l’ennesimo segno dell’inerzia e dell’incapacità programmatica della nostra classe politica bipartisan leghista-forzaitaliota-democratica e cespugli vari, capace solo di aggrapparsi a progettoni mozzafiato per abbindolare gli elettori al momento del voto e fotterli subito dopo dando in pasto ai ricconi fette di territorio da sfruttare a costo zero; come nel caso del porto, visto che “l’affaire” era il centro commerciale nell’area retrostante e non il porto in sé, che ogni giorno muore nel caos di una gestione confusionaria.

L’indifferenza che il tema della portualità suscita nella nostra classe politica è confermata dallo stato dell’approdo crocieristico al molo Vespucci del porto di Formia, costato oltre 2milioni di euro e mai entrato in funzione. Colpevolmente abbandonato senza che uno – dicasi – uno proponga il suo riuso. E intanto nella vicina Gaeta stanno per autorizzarne un altro. Alla faccia della comprensorialità tanto urlata dai sindaci nostrani. Noi invece chiediamo che questa venga affidata agli autisti sacrificati da anni in un indegno container.Eppure ce ne sarebbero da fare di cose nell’area, dalla sistemazione del terminale delle autolinee, oggi indecente per una città con altissimi livelli di traffico, al collegamento con il centro urbano altra chimera mai nata. Senza dimenticare poi la stazione marittima (costata chissà quanto), ora trasformata in sala d’attesa per i pendolari. Siamo ancora in attesa del via libera della Regione Lazio al trasferimento di traghetti e aliscafi dal MoloAzzurra. E nemmeno va dimenticata la mancata realizzazione della pensilina degli autobus, il cui progetto è già stato appaltato.Così come l’enorme capannone una volta utilizzato dalla Formia Freezing Fish S.p.a. ed ora abbandonato.

Dunque archiviata l’ennesima boutade aspettiamo di conoscere quale sarà il prossimo coniglio che uscirà dal cappello di politici avvezzi più all’arte dell’illusione che a quella del governo della città. Il nostro augurio è che gli attuali consiglieri comunali sappiano fare tesoro degli errori passati per regalare alla nostra città un futuro meno buio. Attendiamo fiduciosi.

Circolo“ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia



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