Un consiglio comunale malato ed incapace di progettare il futuro

Rifondazione Comunista forse è ormai il circolo politico più vecchio che esiste in città. Lo è infatti dal 1991. Non vuol dire se non una cosa! Quasi trent’anni di archivi contenenti atti del Consiglio e della Giunta e ritagli di giornale riportanti le polemiche politiche dell’ultimo quarto di secolo. Se ne sono viste tante! Per cui ci si dovrebbe aspettare dopo interminabili discussioni una soluzione condivisa da destra e sinistra. Invece no! Eppure in questa città addormentata e bisognosa di una visione del futuro di problemi da risolvere ce ne sono e non sono pochi. Le difficoltà non possono – in alcun modo – giustificare la rinuncia al ruolo di governo del territorio e richiedono invece uno sforzo, un impegno di rigore e creatività per affermare il valore prioritario della salvaguardia dell’interesse collettivo, che implica giustizia sociale e democrazia reale. Nonostante tanto grigiore non siamo avvezzi ad arrenderci, per questo proviamo a sottoporre diverse questioni di urbanistica , molte delle quali gridano vendetta per la cialtroneria con cui sono state gestite da destra e sinistra. Vista la vastità della materia lo faremo in più puntate.

Questione 1. Il piano regolatore generale

Il PRG di Formia è stato adottato con Delibera del Commissario il 29/10/1974 ed approvato dalla Regione Lazio il 21/01/1980 quando ormai nei fatti era già superato. Le previsioni di quello strumento urbanistico sono state del tutto disattese se non per una la volumetria urbanistica realizzata. Nel 1999 si giunse all’approvazione della variante De Lucia (DCC n.124 del 21/12/2000) uno dei pochi studi seri fatti da un urbanista di primo piano della scena nazionale ed internazionale. Variante affossata dallo stesso consiglio comunale che propose nella stessa seduta 27 emendamenti tali da renderlo di fatto inapplicabile. L’affondamento del PRG De Lucia fu condotto sia da destra che da sinistra, dove erano presenti i portatori di interessi particolari, rappresentati da 22 P.R.U.S.S.T. (PIANI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA E SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO), che andando a variare le previsioni urbanistiche richiedevano un lavoro di revisione del piano che, ovviamente, non fu affidato allo stesso progettista. Dunque si decide di dare incarico all’arch. S. Benedetti di aggiornare il piano, il cui lavoro si è perso nel tempo. Fu poi la volta del paesaggista Purini proposto dalla Destra (per cui ha presentato una proposta di variante nel 2011); accolto dalla sinistra che riprese il lavoro di De Lucia, unico valido per fare una variante di PRG, per aggiornarlo secondo i canoni della moderna urbanistica che ha superato il metodo classico della zonizzazione urbanistica – che tanti guai ha fatto al pubblico specie sugli standard urbanistici – per passare al metodo della perequazione che – sulla carta – dovrebbe consentire uno sviluppo armonico tra edilizia pubblica – ad uso di tutti (scuole centri comunali parchi piazze) – e privata (case impianti privati). La variante generale fu pubblicata nel Giugno 2015. Da allora siamo a zero. Oggi il PRG dovrebbe essere verificato alla luce della legislazione regionale sulla Rigenerazione Urbana. Da allora l’argomento più interessante trattato con molta inettitudine è stato: “chi fa l’assessore all’urbanistica?” Una tragedia per un paese di quasi quarantamila abitanti con enormi problemi. A noi Comunisti preme l’obbligo di ricordare gli enormi problemi che il PRG deve affrontare e risolvere! (1) L’adeguamento degli standard urbanistici (verde e spazi pubblici) con particolare riguardo nelle periferie. (2) Le questioni urbanistiche dell’intera riviera e non del centro altrimenti detto “Waterfront”, con particolare attenzione alla viabilità secondaria, in particolare gli accessi al mare. (4) Le pianificazioni di dettaglio della Ex D’Agostino, della SALID, del Ospedale vecchio e nuovo e del Pastificio Paone. La riqualificazione della Colonia di Di Donato e della discoteca 7up. (5) L’enorme problema del disagio abitativo e dell’indisponibilità di abitazioni per l’edilizia residenziale pubblica. In un comune dove quasi la metà delle abitazioni sono “seconda casa”, mentre si fatica a trovare abitazioni ad affitto agevolato. Cosa si vuol fare? Se ne vuole parlare? Si vuole adottare un provvedimento minimo di recupero e riqualificazione urbanistica? Oppure dovremmo raccontare ai nostri figli che siamo stati vittime di consiglieri comunali incapaci di risolvere nulla. O raccontare la verità del PRG, ovvero che ammettere che sulla base delle previsioni demografiche in questa città non si può costruire un’abitazione in più di quella già realizzata.U

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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