L’odissea quotidiana dei pendolari continua

E’ terminata un’altra settimana per i lavoratori del sud della provincia che si recano a lavorare a Roma utilizzando i treni.

La trasformazione delle ferrovie in società per azioni, se pur a controllo pubblico, ha elevato il profitto quale unico obbiettivo delle politiche del gruppo dirigente, aumentando al contempo il disprezzo per la stragrande maggioranza dei viaggiatori, tant’è che i treni regionali in genere sono diventati un inferno: lenti, sporchi, con orari e percorsi disagevoli.

Negli ultimi tempi inoltre le condizioni generali di trasporto sono peggiorate così tanto che i treni del mattino arrivano in stazione già colmi di persone, al punto che sul binario comincia la ressa per accaparrarsi i pochi posti a sedere rimasti in vista del lungo viaggio (oltre 1 ora e mezza).

I molti sfortunati che non riescono a sedersi sono costretti ad occupare gli spazi in piedi nelle carrozze ed addirittura gli spazi tra le carrozze. Inoltre, i treni spesso sono sporchi e popolati da animali poco raccomandabili, come le pulci, segno del fatto che non vengono rispettate nemmeno le condizioni igienico-sanitarie.

Dei quattro treni di ventisei convogli nuovi e sedici da ristrutturare, di cui l’assessore Lollobrigida prevede l’entrata in vigore nei prossimi tre anni, ancora non se ne vede l’ombra. Se poi si pensa che questi saranno i treni metropolitani “Vivalto” progettati per spostamenti di poche decine di chilometri, ma messi in esercizio per una tratta da 130 chilometri, allora c’è poco da stare allegri. Condizioni di viaggio vergognose, scongiurabili finanche per i buoi avviati al macello.

Pochi mesi fa sollecitammo l’amministrazione comunale affinché prendesse in considerazione il problema intervenendo presso la Regione e Trenitalia, domandando un miglioramento delle condizioni di trasporto regionali e chiedendo che fossero messi a disposizione treni puntuali, veloci ed in condizioni igienico sanitarie accettabili, nonché in numero adeguato all’elevato flusso di viaggiatori della tratta Minturno-Roma.

Il sindaco della sua gente resta in silenzio, nonostante le tante promesse degli anni precedenti, soddisfatto com’è dei lavori in corso che stanno interessando la piazza antistante la stazione. Nessuno dei suoi gli ha detto che sarebbe il caso di occuparsi delle condizioni con le quali si arriva nella stazione di Formia (futura Formia-Gaeta), prima ancora di pensare agli abbellimenti di maniera, che non rendono più sopportabile la fatica del viaggiare in condizioni disumane.

Un vizio di famiglia quello del promettere per poi non mantenere, visto che suo figlio Aldo, durante le scorse elezioni regionali, aveva giurato che avrebbe prestato tutte le attenzione del caso per risolvere i problemi dei pendolari, per poi occuparsi di tutt’altro dopo aver occupato la scranno della Pisana.

Non pervenuto l’assessore ai trasporti del comune, che infatti pare poco interessato a tutelare i cittadini che sono obbligati a servirsi di questi moderni “carri bestiame”.

Un consigliere d’amministrazione nelle ferrovie l’abbiamo avuto fino al 2010, ma non deve aver fatto molto fortuna, probabilmente troppo impegnato com’era a tentare di risolvere gli abusi edilizi locali, cosa che, a differenza della prima, gli è riuscita molto bene, come dimostrano le recenti concessioni in sanatoria (225-226-227/11) rilasciate alla “EDILIZIA CARTA ING. CLEMENTE”.

Ma qualche legame con il suo passato pare averlo conservato, visto che ci risulta essere il presidente del consiglio di amministrazione della Fercredit, società del Gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa di prodotti e servizi finanziari.

Gennaro Varriale
segretario del Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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