Le promesse del sindaco Forte non valgono niente

Questo ci viene da pensare ricordando le parole del sindaco Forte che, nel tentativo di tranquillizzare la cittadinanza circa il problema del ritardo nella consegna della posta, aveva voluto precisare, per tramite dei mezzi di informazione locali, di essersi fatto latore, nei confronti dell’amministratore delegato di Posteitaliane dott. Massimo Sarmi, delle lamentele dei cittadini, chiedendogli di intervenire per eliminare “il disservizio che si sta registrando nella città di Formia in ordine ai ritardi e alle disfunzioni nella distribuzione e consegna della corrispondenza postale”.

Decine sono le persone che nel frattempo hanno continuato rivolgersi a noi per lamentarsi della situazione ormai insostenibile del servizio di recapito della posta. Ed allora sindaco? Vogliamo trasformare le parole in fatti? Oppure vuole far credere ancora ai suoi concittadini che tutto è stato risolto?

Evidentemente nulla è stato fatto in tal senso, a dimostrazione che siamo davanti ad un chiaro progetto di smantellamento del servizio postale, con l’obbiettivo di vendere poi a prezzi da saldo ai privati ciò che ne rimarrà, tenendo per sé la gallina dalle uova d’oro, cioè i servizi finanziari, come il «Bancoposta».

Ci sembra di rivedere in fotocopia ciò che è avvenuto per il servizio idrico, con il Consorzio degli Aurunci lasciato miseramente fallire dall’attuale classe politica , in modo da avere la scusa e poter giustificare la cessione di un bene così prezioso ai privati.

Anche qui siamo davanti alla costituzione di una società per azioni che, nel produrre profitti per i soci, ha finito per dimenticare la propria missione, e cioè l’obbligo di dover offrire un servizio efficiente ed economico ai cittadini (ormai nel contempo diventati utenti).

E così ci siamo trovati a dover sostenere, con l’aumento esponenziale delle tariffe, società non solo inefficienti, ma anche incapaci di tenere fede agli impegni sia in termini di investimenti (soldi) e sia in termini di mantenimento degli standard qualitativi previsti dai contratti di concessione.

Un sistema di cui hanno saputo beneficiare enormemente le persone, spesso politici, che hanno trovato spazio nei consigli di amministrazione, con stipendi che potevano contare di a molti zeri.

Una storia che purtroppo continua a ripetersi ancora oggi. In questi anni la dismissione del patrimonio pubblico, aziende comprese, è stato portato avanti in maniera criminale dagli stessi che ora si lamentano che i servizi pubblici sono in uno stato di assoluto degrado.

Ed il tutto molto spesso ha pesato interamente sulle spalle dei lavoratori, chiamati a dover sopportare il peso dei tagli occupazionali e di salari sempre più insufficienti a soddisfare le necessità della vita quotidiana, a cui poi negli anni si è accompagnato un sempre maggior ricorso alla precarietà, formidabile arma di ricatto nei confronti di tanti lavoratori.

Un cocktail micidiale che in definitiva si è tradotto in ciò che tutti siamo costretti a sopportare quotidianamente, e cioè che la posta non arriva perché molto spesso giace nei magazzini delle poste, in quanto non è possibile consegnarla per la mancanza di personale.

Allora, signor sindaco, pretendiamo che lei faccia sentire con maggior forza la rabbia dei suoi concittadini, fino a quando il servizio di recapito postale non ritornerà ad essere degno di un paese civile, minacciando anche di adire alle vie legali qualora sia necessario farlo.

Gennaro Varriale
segretario del Circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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