Rifiuti, la democrazia violata

Scrivere che la politica è malata nel suo modo di sentire e di pensare potrebbe apparire un’affermazione ovvia, pensando soprattutto a quanto forte sia il danno che la stessa ha prodotto e continua a produrre nella gestione della cosa pubblica. Il danno oggi riguarda il futuro dei lavoratori dell’AMA servizi ambientali, che sono vittime del disegno manicheo dell’attuale sindaco di vendere il servizio di raccolta dei rifiuti ad una società privata. Le intenzioni sono chiare, meno le conseguenze di tale gesto, che rischia di distruggere all’istante l’unico servizio che ancora funziona nella nostra città.

Eppure l’esempio dell’acqua dovrebbe essere di monito a tutti. Le conseguenze della cessione di un servizio essenziale nelle mani del privato hanno trasformato un diritto universale in merce, privandoci della possibilità di poterlo amministrare nei modi e nei tempi più confacenti ai bisogni della collettività.

E’ un errore pensare che esista un obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, perché tutti fanno finta di dimenticare il risultato del voto referendario del 12 e 13 Giugno, con il quale circa 27 milioni di italiani hanno votato per la totale abrogazione della disciplina inerente l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali introdotta dall’articolo 23-bis del D.L. n. 112/2008 così come convertito dalla legge 133/2008. Si ricorda che tale normativa comprendeva, tra i settori oggetto di riforma, quello del servizio idrico, quello dei trasporti pubblici locali, quello dello smaltimento dei rifiuti urbani e tutti i servizi pubblici aventi rilevanza economica ad esclusione dei settori della distribuzione di gas naturale e di energia elettrica (il cui mercato è già liberalizzato), del trasporto ferroviario regionale e quello della gestione delle farmacie comunali. Nelle Regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano sono esclusi anche i contratti di servizio in materia di trasporto pubblico locale su gomma.

L’esito del 1° referendum ha comportato il ripristino dell’articolo 113 “gestione delle reti ed erogazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” di cui al D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), che consente all’ente pubblico di optare liberamente tra le tre differenti modalità di affidamento a: società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica; società a capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato venga scelto attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica; società a capitale interamente pubblico a condizione che l’ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano. (Fonte Il sole 24 ore)

L’obbligo della privatizzazione imposta dal ex-governo Berlusconi che il sindaco Forte, nel silenzio più totale dell’assessore all’ambiente Aldo Zangrillo, porta a sua scusante è quindi una bugia bella e buona, che non fa onore a chi amministra la nostra città. La cessione del servizio rifiuti minaccia il futuro della nostra città.

Noi della Rifondazione Comunista siamo stati, in tempi non sospetti, tra i primi a lanciare il grido di allarme per questi indirizzi di gestione speculativa dei servizi, ricordando al sindaco Forte i casi di Minturno, Gaeta, Terracina e Latina, che non hanno assolutamente migliorato i servizi per i cittadini né apportato alcun vantaggio, ma anzi in molti casi hanno visto l’intervento della magistratura.

Ne abbiamo piene le scatole di un clima politico che trasforma il pubblico in sinonimo di inefficienza e al contrario regala al privato il ruolo di “garante di efficienza”. Ribadiamo la validità della proposta per la costituzione di un’azienda speciale a totale controllo pubblico per la gestione dei servizi di natura ambientale, fatta da un ampio schieramento di forze politiche e sociali (Rete dei valori, Sud Pontino Social Forum, Italia dei valori, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito dei comunisti dei lavoratori, Partito della Rifondazione Comunista).

entre l’iter per la l’indizione del bando di gara per i servizi di natura ambientale è ancora in alto mare, la nostra è bella che pronta, basterebbero un paio di passaggi in consiglio comunale per la sua approvazione, e quindi liberare la nostra città dell’incubo del privato. Sindaco Forte, invitiamo anche lei a fare un “passo indietro”. Siamo pronti per questo a regalarle la nostra proposta.

La invitiamo inoltre a riflettere sulla necessità di ricostruire l’idea di un’amministrazione pubblica efficiente e trasparente che sappia rispondere alle aspettative dei cittadini. Ed è per questo che chiediamo a tutti i consiglieri comunali di pensare all’interesse generale e non al proprio particolare.

Gennaro Varriale
segretario del Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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