La salmonella è scomparsa? Noi crediamo proprio di no

Se l’ordinanza n°89/2011 ha dato idea del modo in cui quest’amministrazione intende provvedere al miglioramento della qualità del mare, cioè a chiacchiere; la gestione – molto tardiva – dell’emergenza causata dalle analisi dell’ARPA Latina, è ancora più sconcertante.

Già il tempo tra il 1/8 ed 30/8 colpevolmente trascorso per scoprire che le acque del litorale non erano sane getta una pesante ombra su quale sia l’interesse dominante della pubblica amministrazione, ovvero, la salute dei cittadini o il profitto degli operatori turistici. Rivelando lo scontro tra interessi contrapposti. Come se non bastasse, l’approccio usato dell’amministrazione è a dir poco dilettantesco, sotto diversi aspetti. Il primo è la comunicazione. Noi ci aspettiamo una comunicazione chiara e puntuale, con i cartelli – che non si sono mai visti se non molto dopo – sul luogo, con le comunicazioni della massima autorità sanitaria del comune – il sindaco – che chiarisce quanto sta accadendo e da indicazioni precise sul comportamento da tenere. Niente di tutto ciò.

D’altra parte è pressi che molti comunicati stampa firmati dal sindaco e dagli assessori, non vengano pubblicati sul sito ufficiale del comune per invece apparire su siti locali non istituzionali e riconducibili a persone vicine all’attuale maggioranza. Ma se pensiamo che la stessa ordinanza 89/2011 che vieta la balneazione è stata pubblicata in silenzio, sperando di tenerla nascosta alla cittadinanza, cosa che probabilmente sarebbe accaduta se non fosse stato per il nostro colpo d’occhio che ha consentito di renderla pubblica e riportare l’attenzione su una questione cruciale per il nostro ambiente e la nostra salute. Ed allora si capisce come quello che sembra una casualità sia invece un metodo. Il secondo, che aumenta il senso di abbandono dei cittadini da parte del governo, riguarda il modo come è gestito il rischio “salmonellosi” sul nostro litorale. Noi ci saremmo aspettati l’immediato controllo del fenomeno con il prelievo di campioni ed una serie di analisi, a seguito del sopralluogo dei responsabili tecnici del comune e di Acqualatina, volti a chiarire immediatamente il problema e la sua soluzione.

Invece, dai giornali, visto che il comune non ritiene necessario informarci, apprendiamo che «un sopralluogo effettuato in data 6 settembre, con il quale il personale della società Acqualatina ed il personale del servizio igiene ambiente del Comune di Formia verificano che il canale di acque bianche situato in via Piscinola, e che scarica sull’arenile del lungomare Ferrara in prossimità del lido Celeste, risultava asciutto; nessun refluo fognario sembrava pertanto scaricare sull’arenile del lungomare Ferrara; il sollevamento fognario Piscinola, gestito da Acqualatina, risultava correttamente funzionante; il by-pass che collega il sollevamento fognario Piscinola con canale di acque bianche risultava non attivo e pertanto asciutto».

Di modo che, quanto è stato verificato con un analisi di laboratorio, può essere tranquillamente rettificato “a naso”, pardon a vista, da un sopralluogo, senza essere sfiorati lontanamente dall’idea che forse sarebbe d’obbligo dare informazioni più precise. Tant’è che solo questa mattina a distanza di quindici giorni dall’atto sindacale saranno effettuati controlli più accurati proprio per valutare l’entità del danno. Poveri noi! In quali mani siamo finiti! Certo, deve essere davvero seccante per un’amministrazione alle prese con l’evento dell’anno, o con impegni ben più importanti, come ad esempio la concessione della cittadinanza all’ex assessore regionale Raffaele Ranucci, doversi distrarre dal glamour della kermesse cittadina per doversi dedicare agli obblighi per cui in campagna elettorale sindaco, assessori e consiglieri, chiedono insistentemente il voto. O forse, evidentemente l’imbarazzo ed il timore della giunta Forte deve essere fortissimo, considerato l’effetto prodotto da questa crisi su “l’evento” che deve provare a salvare la solita stagione turistica “piatta e agonizzante” (da raddrizzare con un colpo di coda ad effetto).

Al Sindaco, noi un consiglio lo vogliamo dare, per evitare che quanto temuto possa verificarsi. Risolva il problema e si impegni a migliorare la qualità dell’acqua di Gianola, se vuole dedicarsi con tranquillità ai propri “impegni” istituzionali senza che i rompiscatole dei cittadini che lei vorrebbe amministrare siano li a distrarvi dalla vita mondana. Certo, il timore è che al clamore suscitato dall’emergenza verrà messa la sordina, con la buona probabilità che il fenomeno in corso riesploderà in tutta la sua drammaticità scoprendo quanto tempo sia passato inutilmente.

Il tentativo dell’amministrazione di tranquillizzarci con dichiarazioni rassicuranti ci lascia totalmente indifferenti, perché aspettiamo che siano i fatti a dare le risposte, per questo chiediamo conto dei 750 000 € che l’amministrazione avrebbe dovuto spendere quest’anno per la spiaggia di Gianola – Santo Janni; come aspettiamo i risultati dell’ARPA Lazio, agenzia regionale Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio, ente pubblico istituito con legge regionale n. 45 del 06.10.1998, attivo dal settembre 1999 ed operativo dall’aprile 2000, deputato al controllo ambientale per constatare il ritorno delle nostre acque a standard accettabili. Ad una normalità precaria, devastata dal dilettantismo dei nostri amministratori. Questo è quanto faremo, questo è quanto invitiamo a fare a chi non si rassegna ad essere derubato del proprio futuro, con promesse irrealistiche quanto insopportabili.

Gennaro Varriale
circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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