Master Plan, l’ennesima bufala? Ed intanto le periferie sono in stato di abbandono

Apprendiamo da fonti giornalistiche che nei giorni scorsi è stato definito il Master Plan denominato “Le città del Golfo , dei Monti Aurunci e delle Isole pontine” , con la quale gli amministratori delle città del comprensorio si impegnano a dotare le stesse di infrastrutture allo scopo di superare le attuali criticità dovute in gran parte ad una pessima viabilità (trasporto passeggeri e commerciale su gomma, ferrovia e vie marittime).

I responsabili del progetto hanno sottolineato, poi, la necessità della valorizzazione del patrimonio naturalistico, paesaggistico-ambientale, storico, archeologico e culturale territorio. L’obbiettivo del piano, insomma, è quello di rilanciare lo sviluppo economico del territorio e di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Per noi in realtà è l’ammissione degli orrori che sono stati fatti negli scorsi anni, orrori che noi additiamo ad una mancata pianificazione del territorio ed uno sviluppo che ha privilegiato più gli interessi dei privati che quelli della collettività.

Peccato poi che essa sia una cantilena che siamo costretti ad ascoltare da anni, infatti è sempre da anni che si continua a parlare a sproposito di progetti faraonici (Pedemontana, Ospedale del Golfo), mentre tutto ciò che è ordinario latita. Più volte ad esempio abbiamo chiesto all’amministrazione comunale un’attenzione particolare per le tante «periferie» abbandonate della nostra città, ma purtroppo il nostro grido d’allarme è risultato inascoltato, tant’è che le stesse risultano ancora in un totale stato di abbandono. Non c’è alcuna opera di riqualificazione delle periferie, ma solo una rincorsa ossessiva ad un’occupazione selvaggia degli ultimi spazi verdi che rimangano «vivi» nelle periferie, con l’obbiettivo di una massiccia cementificazione.

Le periferie sono diventate – negli anni – terreno di conquista per gli speculatori e ciò ha significato un netto peggioramento del livello di qualità della vita. In questa città si è costruito troppo, tanto da spingerci a pensare che sia assolutamente necessario adottare un piano regolatore che sappia indirizzarsi per una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta “crescita zero”. Che si utilizzano i volumi esistenti, del resto la nostra città è piena di case sfitte, utilizzate spesso solo per il periodo estivo, per soddisfare le esigenze di un turismo mordi e fuggi.

E quindi tanto varrebbe dare soddisfazione e soluzione al grande problema dell’emergenza abitativa attraverso una politica che sappia riutilizzare l’esistente. Poi sono necessari interventi per portare servizi, strutture culturali, sportive nelle periferie, di cui sono assolutamente carenti, senza che però questo diventi l’ennesima occasione per rafforzare le manovre speculative di chi si vuole arricchire, traendo profitto dai bisogni di socialità dei cittadini.

In un contesto del genere schizofrenica ci pare l’atteggiamento della giunta Forte che pare andare avanti più a colpi di slogan che avendo chiari quelli che sono le esigenze del territorio. Bene la costruzione della scuola materna a Penitro. Molti dubbi sul tanto pubblicizzato futuro impianto sportivo polivalente di Penitro, non tanto per l’utilità dell’opera in sé, ma per la sua futura gestione. Non vorremmo infatti si faccia la fine del Palamendola di S.Pietro, di cui abbiamo già denunciato una lunga serie di anomalie. Ovviamente non ricevendo alcuna risposta.

Pessima la chiusura del parco “Antonio De Curtis”, unico polmone verde “pubblico” rimasto nel quartiere di S.Janni-Gianola, sottratto alla fruizione pubblica, per colpa di quattro miserabili spicci, che avrebbe dovuto stanziare la regione Lazio per pagare il personale di sicurezza all’ingresso. Oppure i motivi sono altri? Non sarebbe stato meglio darlo in gestione direttamente agli abitanti del quartiere?.

Da censura l’assenza di un arredo urbano (panchine, illuminazione,…) adeguato a garantire caratteristiche di sicurezza e godibilità degli spazi pubblici. Ancora peggio il beffardo annuncio dell’assessore l’assessore all’Urbanistica, Benedetto Assaiante, che prevede la realizzazione di sei nuovi alloggi popolari, posti al piano terra del complesso Ater, lotto 8 di Scacciagalline, in via Rio Fresco, grazie ad un finanziamento regionale di 400mila euro. E’ bene sapere che tali alloggi verranno ricavati dalla trasformazione di locali commerciali, in totale stato di abbandono. Una vera miseria rispetto alle reali esigenze della cittadinanza. Evidentemente si punta a risolvere il problema casa con l’indebitamento privato, invece che con serie politiche abitative pubbliche.

In un contesto come questo il saccheggio del territorio è purtroppo un fatto conclamato, in quanto esso non è più inteso come “bene comune” al servizio della collettività, ma è diventato un luogo in cui si afferma il concetto di “valore di mercato” nel quale le città, ed in particolare le periferie, sono diventate semplici accumulatori di cemento, dove non trovano più posto la tutela dell’ambiente e le esigenze dei soggetti che man mano vi hanno trovato posto. Per cui risultano sconosciute all’attuale amministrazione parole come risanamento ambientale, la conversione ecologica della produzione verso beni che contengono un alto tasso di innovazione sociale, come ad esempio la mobilità sostenibile e le energie rinnovabili, la ripresa delle colture tipiche dei luoghi, l’accorciamento delle filiere dei consumi a chilometro zero.

Altrettanto sconosciuta all’attuale amministrazione è la centralità delle dinamiche sociali tra tutti i soggetti che vivono la periferia, senza le quali esse stesse diverrebbero dei non luoghi. Ed invece proprio grazie alla capacità di creare relazioni che gli individui che le popolano riescono a trarre la forza per non abbandonare la speranza di un futuro migliore, dando invece il via a progetti che nulla hanno di speculativo, ma che anzi rafforzano i legami sociali tra persone che, altrimenti probabilmente si ignorerebbero.

Alla politica rimane l’obbligo di ascoltare i portatori di queste istanze, per progettare insieme un diverso modo di intendere lo sviluppo della città Un capitolo a parte, ma non secondario, lo riserviamo alla gestione dei beni archeologici presenti sul territorio cittadino. In un paese come l’Italia che possiede oltre la metà dei beni storici dell’intero pianeta, sembra che nessuno abbia interesse a frenare il veloce degrado a cui essi stanno andando in contro, quando invece sarebbe un’ottima opportunità per farne una voce importante della nostra economia. Ed invece molti di essi sono stati cancellati dalla veloce cementificazione del territorio, che ha prodotto solo disastri ed a cui sembra che finalmente si voglia porre freno.

Peccato che gli interventi previsti destano in noi numerosi dubbi. Prendiamo ad esempio l’anfiteatro romano di Formia, che sarà interessato da una profonda opera di riqualificazione, ma a tutti è sfuggito un particolare: la struttura verrà acquistata dalla provincia di Latina, grazie ad un finanziamento regionale di 650mila euro, quindi in definitiva sottratta alla gestione diretta del comune di Formia, che potrebbe non avere più voce in capitolo e di cui ci impegniamo ad occuparcene in una prossima occasione. La tutela del patrimonio archeologico significa non solo la sua conservazione ma anche la capacità di usufruirne in coerenza con le sua caratteristiche da un lato e dall’altra dalla possibilità che non diventino le solite cattedrali nel deserto, ma luoghi in cui i cittadini riscoprano una diversa socialità, lontana anni luce da quella attuale, fatta di disperante solitudine ed inutili accumulazioni.

Circolo “ENZO SIMEONE”

Partito della Rifondazione Comunista

Formia

Bibliografia

Ma dove vivi? La città raccontata Autore di Edoardo Salzano – Corte del Fontego
La città e il suolo urbano di Hans Bernoulli – Corte del Fontego
Città di quarzo. Indagando sul futuro a Los Angeles di Davis Mike – Manifestolibri
Città morte. Storie di inferno metropolitano di Davis Mike – Feltrinelli
Il Senso delle Periferie di Davide Bazzini e Matteo Puttilli – Elèuthera
Progettare per abitare di Adriano Paolella – Elèuthera
Viaggio al termine della città di Leonardo Lippolis – Elèuthera
La città imprevista di Paolo Cottino – Elèuthera
I vandali in casa di Antonio Cederna – Laterza

Siti web

www.eddyburg.it
www.stopalconsumoditerritorio.it

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