L’assessore Aldo Forte prepara la successione ma sbaglia argomento

Ormai il figlio del sindaco Forte parla più da erede al trono che da delegato del Presidente della Regione Lazio, tanto da credere di poter disquisire come meglio crede senza tema di smentita, non perdendo mai occasione di intervenire a sproposito sulle questioni che riguardano Formia, soprattutto quando si tratta di finanziamenti conquistati per il nostro comune.

Così facendo capita che l’assessore alle politiche sociali, si occupi di spazi culturali, per affrontare un problema di salute pubblica. Una questione a dir poco caotica e dispersiva, tutta svolta nel campo di un’unica forza politica: l’UDC.

E’ questo il caso del teatro “Remigio Paone” – chiuso ormai da lungo tempo, sottratto alla città con ridicole scuse – oggi portato al centro delle politiche sociali regionali, dall’intervento dell’assessore Forte che propone di farne il primo Centro regionale sull’obesità e sui disturbi alimentari del sud pontino, problemi che riguardano in maniera particolare giovani e i giovanissimi.

Alla novella dell’assessore, avremmo reagito con sorpresa per la fantasia della proposta, se non fosse evidente il filo che lega il teatro, alle politiche sociali ed alla cultura. Infatti, a pochi è noto, nonostante l’avessimo fatto già notare, che l’attuale presidente dell’IPAB “SS Annunziata” (proprietario del teatro) è il signor Raniero De Filippis, che – guarda caso – è anche direttore del dipartimento alle politiche sociali e famiglia della regione Lazio, quindi un dipendente dell’assessore Aldo Forte. Ma non finisce qui. Infatti, la memoria corre indietro nel tempo fino alle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura – sodale UDC – circa un famoso documento, con il quale l’IPAB “SS Annunziata”accusava la giunta Marrazzo di aver gestito male i finanziamenti per la ristrutturazione dell’edificio.

Un documento non firmato, stranamente, dal presidente bensì dal suo vice, come sottolineato dall’assessore La Mura, (almeno così era scritto nel comunicato dell’assessore), il quale nello stesso documento coglieva l’occasione per chiedere aiuto proprio all’Assessore ai Servizi Sociali, forse, per intervenire presso un suo sottoposto. Fatto sta che oltre alle chiacchiere nulla di nuovo è all’ordine del giorno.

Noi riteniamo il problema dell’obesità, una questione seria, che necessita di un approccio sistematico, diffuso sul territorio, che va ben oltre la creazione di un centro, che sarebbe altrimenti l’ennesima cattedrale nel deserto. Uno studio recente dell’ospedale “Bambin Gesù” di Roma dimostra come l’obesità infantile sia un problema gravissimo per numero di bambini in sovrappeso, incidenza dello stesso e per i problemi che il soprappeso già determina in tenera età.

Nella sola Regione Lazio risultano obesi 15 bambini su 100 che frequentano la terza elementare, in sovrappeso altri 30 su 100. I fattori determinanti (97-98%) dei casi di obesità infantile sono legati a fenomeni quali: a) costituzione (familiarità), b) sedentarietà, c) abitudini alimentari incongrue, come il consumo di prodotti di distributori automatici di cibo, che trovano spazio sia in scuole medie e superiori, sia – ed il fatto è gravissimo – nelle scuole elementari.

Il Journal of Adolescent Health dimostra l’impatto decisamente negativo sull’organismo degli studenti del cibo spazzatura venduto dalle malefiche macchinette patatine, biscotti e bevande zuccherate, direttamente connessi all’aumento dell’obesità. I piccoli, infatti, sono particolarmente sensibili a questo tipo di offerta, che peraltro determina anche una certa dipendenza. Lo stesso studio ha confrontato distributori di cibo “spazzatura” e distributori di “cibo sano”, verificando l’enorme miglioramento dell’apporto nutrizionale del “cibo sano”.

Infine, lo stesso rapporto evidenzia come le scuole svolgono un ruolo fondamentale nelle abitudini alimentari del bambino, confermando l’effetto devastante della presenza dei distributori automatici di cibo negli istituti. Ancora una volta, il modello di consumo fondato sul profitto ad ogni costo, dalla rendita vigliacca sulla salute dei bambini, dimostra come ingenuamente si possa condannare piccoli innocenti ad un’esistenza problematica se non si prende coscienza del proprio destino.

Allora, vorremmo dire al caro Assessore, prima di occuparsi del teatro Remigio Paone, per toglierlo alla cittadinanza ed dalla sua destinazione naturale, si occupi di far togliere dalle scuole elementari i distributori automatici di cibo spazzatura, se proprio vuole fare una casa utile alla società e non un mero esercizio di potere. Se proprio vuole combattere l’obesità si faccia promotore di una legge che proibisca la vendita, nelle scuole di ogni ordine e grado, di prodotti che contribuiscono a danneggiare la salute dei nostri futuri “cittadini”, incentivando invece il consumo di prodotti biologici.

Quanto meno cosi facendo, eviterà di apparire stranamente fuori luogo, e forse più convincente se proprio vuole costruire la successione a suo padre.

circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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