La mobilità di questa città

Il problema della congestione veicolare della viabilità di Formia nasce, in buona parte, dalla sovrapposizione dei flussi di traffico che hanno origini e destinazioni esterne al territorio comunale con i flussi di traffico urbani a causa dell’assenza di un passante viario che dovrebbe essere, nelle buone intenzioni dei governanti da qualche decennio a questa parte: la Pedemontana, che, essendo un’infrastruttura strategica, non può essere onere del solo Comune di Formia.

Ormai siamo tutti ben consapevoli che non si può fare affidamento sulla Pedemontana per la risoluzione dei problemi di viabilità a breve e medio termine perché sono accertate le croniche mancanze di fondi, le oggettive difficoltà tecniche dovute all’orografia dei luoghi ed alla loro configurazione idrogeologica, oltre ai recidivi annunci trionfalistici riguardanti i tempi inerenti la progettazione e la realizzazione dell’opera da parte dell’exSenatore Forte e sempre disattesi anche per i motivi di cui sopra.

E’ dovere dell’Amministrazione Comunale di Formia prendere tutti quei provvedimenti che rientrano nelle sue competenze per minimizzare la congestione del traffico veicolare necessaria per garantire ai Cittadini di Formia, ed a coloro che la vogliono visitare, una qualità della vita decisamente superiore a quella attuale. Il contributo che quest’amministrazione potrebbe dare, e purtroppo non dà accecata com’è dal miraggio della realizzazione della Pedemontana, opera monumentale che ancora non ha trovato una collocazione tra le grandi opere del governo Berlusconi, è la realizzazione della terza strada di attraversamento del centro. La strada di collegamento di via Madonna di Ponza alla stazione ferroviaria via delle Fosse – via Solaro – stazione.

Semplice, a due corsie, ma in grado di scaricare – in parte – il traffico della litoranea, di via E. Filiberto e via Divisione Julia. Unitamente al completamento della riqualificazione della via Sparanise che avviene a singhiozzo e secondo una priorità di progettazione e realizzazione delle infrastrutture mancanti che ci lascia perplessi. Ci riferiamo, per esempio, alle realizzazione del ponte in località S. Croce, a scapito del ponte di via Pietra Erta. La riqualificazione della via Sparanise andrebbe a formare con il collegamento Madonna di Ponza-stazione ferroviaria un unico asse viario alternativo che correrebbe da S. Croce fino alla Stazione ferroviaria e che collegandosi alle viabilità esistente (via P.Testa, via Olivetani, via Appia) formerebbe un passante interno, secondario, ma in grado di smaltire sicuramente una portata veicolare non trascurabile, oltre a creare il collegamento pedonale tra la stazione ferroviaria ed i rioni Rio Fresco e Madonna di Ponza che contribuirebbe ulteriormente a ridurre il traffico veicolare.

Altro caso davvero singolare è il ponte Tallini. Anche ad un occhio inesperto è evidente lo stato di degrado della struttura, quindi ci domandiamo se l’Amministrazione si sia interessata al problema per salvaguardare l’incolumità delle persone e visto che allo stato attuale il ponte rappresenta un’infrastruttura importante per la città. Inoltre il ponte è l’unico modo per un disabile di raggiungere il porto dal centro cittadino, dato che il sottopasso di Largo Paone ed il sovrappasso della Villa Comunale non sono fruibili. Il problema del ponte di Mola, è un stato un caso eccezionale, ma allo stesso tempo, è l’esempio di ciò che ci aspetta e che quotidianamente si verifica sulle strade della nostra città a causa dello stato critico della mobilità.

Ciò è il frutto di una politica economica centrata sull’uso degli autoveicoli che, in una prospettiva di crescita della popolazione, giocoforza conduce all’acutizzarsi di questo stato, producendo un consumo indiscriminato del territorio, il degrado dell’ambiente che invece andrebbe profondamente riqualificato sottraendolo all’aggressione dell’inquinamento, del traffico e dei parcheggi. Allo stesso tempo preoccupano i risvolti negativi che il traffico ha sulla salute dei cittadini. Secondo uno studio dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile per la prima volta l’indice di motorizzazione delle 50 città prese come campione è in diminuzione.

Se tale studio avesse considerato anche Formia probabilmente saremmo nelle ultime posizioni, visto come siamo dominati dall’auto, con tutto ciò che ne consegue sia in termini di invivibilità che di rischio per la nostra salute , con quest’ultimo sempre taciuto, evidentemente per paura di creare allarmismo, tanto che si continua a far finta di nulla. Diversamente, poiché la salute è un diritto fondamentale del cittadino, sarebbe molto utile conoscere quanto volte in un anno è stata superata la soglia del PM10, sigla che identifica i prodotti derivati dai processi di combustione dei motori a combustibile fossile.

Questi prodotti, ignorati dai più, sono molto pericolosi. In Italia i decessi causati da un quantità eccessiva di PM10 nell’aria sono oltre 30mila (fonte UE). In epoca recente, nel centro di Formia sono state rilevate concentrazioni di PM10 superiori ai limiti di legge, quindi allo stesso tempo riteniamo e chiediamo che siano fatte ulteriori indagini ed approfondimenti su queste concentrazioni.

Dato l’attuale stato di cose, la politica deve cambiare il proprio approccio al problema, per avviare la collettività sulla strada che conduce, se non alla soluzione, all’attenuazione del problema entro limiti compatibili con quella di una maggiore qualità dell’ambiente, con conseguenti ricadute positive sulla nostra salute. Lo stato di emergenza, che pervade il nostro quotidiano, deve essere lo stimolo per un sostanziale cambiamento della politica comunale sulla mobilità, in modo da trasformarla da passiva, ossia succube dell’azione caotica e scoordinata dei diversi soggetti che agiscono sul nostro territorio, in attiva ed integrata, interagente con tutti soggetti, sensibilizzati e motivati, quindi finalizzata alla diffusione di modi di spostamento sostenibili per tutta la collettività.

Discutere di soluzioni al problema della “mobilità” nella nostra città presuppone uno studio serio ed approfondito, che affronti i nodi cruciali del problema quali ad esempio: la domanda di trasporto (origine-destinazione) nel nostro comune, l’analisi del comportamento degli utenti della viabilità comunale, l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico, la riduzione delle emissioni di CO2 per combattere il riscaldamento globale.

In tal senso occorre dotare la città del PIANO URBANO DELLA MOBILITÀ (PUM) (differente dal Piano Urbano del Traffico) per definire: le zone critiche, di cui ne abbiamo individuato almeno tre: centro (via Vitruvio, via Lavanga, via Divisione Julia, via XXIV maggio); svincolo Appia – variante – via Unità d’Italia (rotonda dei Carabinieri); spiagge (Vindicio – Santo Janni), nonché i progetti adeguati relativi al sistema territorio-trasporti, con le ipotesi di investimenti in infrastrutture ed innovazioni gestionali da attuarsi nel medio periodo, sia su scala urbana che su scala metropolitana e sovra-comunale. La redazione del PUM presuppone la redazione di un analisi degli spostamenti e quindi dei flussi veicolari e dell’analisi della domanda e dell’offerta di spostamento. Nella suddivisione del territorio in aree omogenee secondo determinate caratteristiche (zooning) e contestualmente all’individuazione delle zone ad accesso limitato devono essere individuate delle zone parcheggio, alcune delle quali già presenti, di tipo complementari, nelle quali deve avvenire lo scambio di mezzi privato-pubblico.

Inoltre il piano deve essere sviluppato secondo tre principi di riferimento:

1) migliorare i servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici sia in termini numerici che di distanze;

2) ridurre il costo generalizzato del trasporto sostenibile allocando parte della superficie stradale a suo uso esclusivo a scapito dei veicoli privati il cui costo generalizzato viene così ad aumentare;

3) la realizzazione di una rete intermodale di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli permessi da un sistema basato solo sugli autoveicoli privati.

Uno studio da condurre anche in fase di redazione del PRG, sede opportuna per dare quelle risposte senza le quali inesorabilmente ci troveremo per anni ad affrontare emergenze sistematiche, simili a quella verificatasi in occasione della ristrutturazione del ponte di Mola, senza idee e senza i sistemi necessari per affrontare le esplosioni di traffico con quella caotica serie di provvedimenti tampone, che non solo non risolvono il caos, ma lo aggravano, dando la misura dell’improvvisazione e del ritardo con cui si affronta la crisi e di quanto sia inefficiente ed inadeguato il settore deputato alla soluzione dei problemi della viabilità di Formia.

Lo studio deve essere la necessaria fase preliminare a cui deve seguire l’adozione di un sistema di gestione della mobilità (mobility managment), che da un lato sappia analizzare i fattori che determinano la crisi attuale e dall’altra che predisponga i piani da adottare per il suo superamento, con particolare attenzione ad una verifica continua sull’efficacia della loro attuazione, una modalità real-time che analizzi le criticità e le risolva all’istante. Da questa prima valutazione è evidente che devono essere avviate e potenziate delle organizzazioni e delle pratiche ambientali che necessitano di un incentivazione pubblica.

I nodi da affrontare sono tanti. Ne individuiamo in via provvisoria, alcuni:

1. Produzione di una MOBILITA’ FERROVIARIA METROPOLITANA, utilizzando la rete ferroviaria per porre in essere una metropolitana leggera tra la stazione centrale ed altre periferiche, ma condizione necessaria è il completamento del ripristino della linea Formia-Gaeta ancora in alto mare. Peccato che purtroppo a fronte della promessa di destinare almeno l’1% del bilancio regionale ai pendolari, da parte della giunta Polverini, sono previsti tagli dal Governo per 71,6 milioni di euro nel 2011 (fonte Legambiente), Aggiungiamo poi che a fronte dei tanto pubblicizzati aumenti previsti dalla regione Lazio, nella finanziaria, del governo Berlusconi di quest’anno è stato previsto che i finanziamenti delle tratte ferroviarie locali siano legati alla crescita del prezzo dei biglietti, per cui ci aspettiamo a breve sostanziosi aumenti: per i treni regionali si stima un rincaro del 25% e gli abbonamenti del 15%, cosa che non potrà che disincentivare l’uso dei mezzi pubblici a favore di quelli privati.

2. Sviluppo della MOBILITA’ CICLABILE: redazione di BICIPLAN, la costruzione di piste ciclabili e l’implementazione di servizi di BIKE SHARING (specie nel periodo estivo), con l’installazione in più punti della città di postazioni dove è possibile prelevare e lasciare a costo minimo bici comuni e mosquitos, adottando il sistema elettronico con tessera magnetica (Milano, con le 1.400 biciclette e 100 punti di prelievo ne è un esempio valido). Riteniamo fondamentale la realizzazione di una pista ciclabile con la funzione di collegamento di tutta la costa, suddivisa in tre tratti (Gianola – Mola; Mola – Marina di Castellone – Marina di Castellone – Vindicio). La regione ha già stanziato dei finanziamenti da poter utilizzare allo scopo.

3. Sviluppo della MOBILITA’ PEDONALE, che significa favorire l’accessibilità e la fruizione universale degli spazi pubblici, con la redazione di PEDIPLAN, con interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nei percorsi, con la realizzazione dei percorsi sicuri casa-scuola e del Pedibus.

4. Il ritorno all’isola pedonale, cosa stoltamente abbandonata dall’attuale amministrazione, così miopi da non capire, al contrario di come pensano, che può contribuire fortemente alla ripresa economica della città. Estendendo la sua durata, in termini di giorni e di orario, fino ad averla sette giorni su sette. Ma come si può parlare dei benefici dell’isola pedonale ad una classe di commercianti come quella a cui appartengono coloro che sostengono di essere stati tagliati fuori dalla viabilità cittadina a seguito dell’allontanamento della carreggiata di pochi metri dai loro negozi?

5. MOBILITA’ VEICOLARE da controllare mediante la GESTIONE della DOMANDA: moderazione del traffico (traffic calming), limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing e trasporto a chiamata; promozione del car pooling; utilizzo di sistemi di information technology (ITS) per la gestione dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione satellitare, ecc). Sotto quest’aspetto devono essere considerati:

a. Pianificazione della MOBILITA’ AZIENDALE delle principali aziende ed istituzioni (Enti pubblici, dipendenti delle Forze dell’ordine, Poste, Ferrovie, Agenzie): redazione del Piano spostamenti casa-lavoro, implementazione di sistemi di telelavoro, introduzione della figura del mobility manager.

b. La RIORGANIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO, intervenendo con: a) il coordinamento tra gli attuali gestori (CO.TRA.L, Atp, Riccitelli) i quali, a loro volta dovranno coordinare le corse con gli orari di arrivo e partenza dei treni; b) il potenziamento dell’offerta; c) la soluzione dell’annoso problema del capolinea; d) l’introduzione del biglietto unico a tempo, come avviene nelle grandi città; e) la realizzazione di un sistema informativo che migliori la comunicazione delle informazioni che riguardano il trasporto pubblico, con la diffusione su portali web e su insegne stradali (alimentate ad energia solare) degli orari dei mezzi e del relativo tempo di attesa.

c. Politiche di TARIFFAZIONE: Pedaggio urbano (accesso a pagamento in particolari zone urbane), PARK PRICING (sosta a pagamento); PARK AND RIDE (agevolazione nell’interscambio tra automobile e mezzo pubblico, obbiettivo semplice data la ormai ampia disponibilità di parcheggi di cui dispone il centro di Formia, realizzati grazie alla precedente amministrazione ma inaugurati dal Sindaco Forte con invidiabile entusiasmo; crediti di mobilità. Su questo punto, a nostro avviso è necessario anche il contributo della gestione della sosta, che sappia, nonostante il demone del profitto, collaborare interagendo con il pubblico, per rispondere al bisogno di una mobilità sostenibile. Tariffe dei parcheggi modulate al fine di incidere sulla riduzione dei prezzi dei biglietti dei mezzi pubblici e sul potenziamento delle numero di corse e sulla riduzione dei tempi di spostamento con corsie preferenziali e precedenze.

d. Nell’ambito del commercio e dei servizi: l’incentivazione e la promozione della consegna a domicilio dei prodotti; l’introduzione dell’e-government, cioè la possibilità di poter usufruire dei servizi comunali, di uso comune quali ad esempio certificati, visure, direttamente da casa, senza doversi spostare inutilmente in centro.

In tal senso, è da valutare la richiesta dello stato di emergenza, per ottenere fondi da impiegare nella direzione da noi indicata, perché si risolva una volta e per sempre la soluzione di questo grave problema, senza dover aspettare la realizzazione della Pedemontana, ormai un’opera la cui “infinita” attesa serve a mascherare l’incapacità progettuale di chi governa la nostra città, in quanto come tutti sanno è un’opera che mai si farà, non essendoci i finanziamenti. In conclusione ancora meglio sarebbe se tutto ciò fosse condiviso con la cittadinanza, ma questo sappiamo essere assolutamente pleonastico per un’amministrazione che gestisce in maniera personalistica la cosa pubblica.

Ricordiamo che durante lo sviluppo del Piano di Azione Locale dell’agenda 21 è stata proposta l’istituzione di un Osservatorio dell’Edilizia Sostenibile. Noi vorremmo andare oltre, proponendo un OSSERVATORIO sulla SOSTENIBILITA’ che oltre di EDILIZIA tratti i temi dell’ENERGIA, dell’AMBIENTE e della MOBILITA’, aperto ai contributi di tutti i cittadini, consapevoli come siamo che è necessario ripartire dal basso per garantire un futuro “sostenibile” alla nostra città.

Il Direttivo
circolo “Enzo Simeone”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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