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Il numero 2, che raccoglie i comunicati stampa del gennaio del 2014, contiene 8 articoli con i quali abbiamo voluto esporre le nostre critiche all'attuale amministrazione comunale, non mancando al contempo di aggiungere le nostre proposte. Ad esempio ritenendo che la soluzione ottimale alla gestione dei rifiuti sia l'azienda speciale, visti anche i pessimi risultati degli affidamenti ai privati, così come lo choc derivante dagli aumenti della Tares. Abbiamo chiesto le dimissioni del sindaco Bartolomeo, in quanto si è sottratto al suo dovere di difensore degli interessi dei cittadini, in quanto ha deciso che il comune di Formia non si costituirà parte civile nel processo che si celebrerà per il fallimento della Formia Servizi. Il problema dell'assenza di una politica abitativa pubblica è sotto gli occhi di tutti, gravissimo perché condanna soprattutto i ceti meno abbienti. L'ennesimo allarme proveniente dalla scuola “Italo Calvino”, che vede due aule invase dalla muffa. E' allarmante inoltre l'assenza di una politica ambientale che salvaguardi il nostro territorio dagli speculatori. Di questo abbiamo parlato negli ultimi due articoli, ricordando che la cementificazione del territorio va fermata.

circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

L’azienda speciale è l’unica soluzioni ai problemi di gestione dei rifiuti

27 Gennaio 2014

La proroga di un anno dell’affidamento del servizio comunale di igiene urbano alla Latina Ambiente [D.G.C. n.177 del 4.7.2013], scadrà il 30 Giugno del 2014. Nell’occasione dovrebbe essere stata riattivata la Golfo Ambiente, la società a capitale interamente pubblico. Intenzione dell’amministrazione Bartolomeo, a quello che abbiamo letto, è di farne lo strumento per una gestione comprensoriale dei rifiuti, quindi allargata ai comuni del golfo che ne faranno richiesta. Un piano non c’è che dire “ambizioso”, figlio probabilmente delle solite manie di grandezza che paiono proprio piacere all’attuale sindaco, ma che in realtà non ha nessuna probabilità di essere realizzato.

D’altronde non si riesce a capire come tale piano possa essere fattibile, visto che almeno due dei comuni del golfo, hanno conferito la gestione dei rifiuti a società private, in particolare il comune di Gaeta lo ha fatto proprio qualche giorno fa, annunciando che per i prossimi anni il servizio sarà affidato alla Ecocar srl della famiglia Deodati, mentre non sappiamo cosa abbia fatto il comune di Minturno, dopo la parentesi della Ego Eco e lo scandalo condito dagli strascichi processuali e le condanne che ne sono generate.

Non vi è ombra di dubbio, bastano evidentemente i due esempi fatti, che la gestione dei servizi pubblici debba ritornare immediatamente nelle mani del pubblico, ma si badi bene non basta una società pubblica se questa è di capitale. Perché è bene ribadirlo che una società di capitale, cioè una S.p.A., ha come obbiettivo quello di fare gli interessi degli azionisti, anche quando l’azionista è il comune. Per assurdo potremmo trovarci con una società che produce profitti, con un comune che quindi, in qualità di socio unico, incamera questi profitti, ma senza alcun ritorno positivo per la collettività, né in termini di qualità né tanto meno di costi. D’altronde se è l’azionista che deve guadagnarci, il resto non conta, in particolar modo per la condizione dei lavoratori, che deve essere invece uno dei pilastri della gestione pubblica

E’ inoltre necessario che il consiglio comunale si riappropri del suo ruolo di difensore degli interessi della collettività, agendo da organo di indirizzo e controllo, perché la gestione dei rifiuti sia libera dai condizionamenti criminali tanto diffusi nei nostri territori. Cosa che non sarebbe possibile con una società di capitale.

Abbiamo purtroppo invece imparato che spesso i consigli di amministrazione delle società per azioni (sia esse pubbliche che private o anche miste) sono diventati l’occasione per la moltiplicazione di poltrone, che guarda caso finiscono per essere occupate da persone di provata “fede politica”.

Una scelta che produce un grosso concentrato di inefficienze e di clientelismo e che lascia le casse delle società medesime vuote.

Quindi, e lo ripeteremo fino allo sfinimento, ben venga l’idea di una gestione pubblica dei rifiuti, ma per i motivi appena espressi, chiediamo che sia l’ipotesi di una gestione comprensoriale che quella di una gestione sotto l’egida di una società per azione, seppure pubblica, siano messe da parte optando per una municipalizzata che agisca sotto controllo del consiglio comunale, motivo per il quale ribadiamo la validità della proposta di azienda speciale già portata all’attenzione dell’allora assessore all’ambiente Aldo Zangrillo, con addirittura una bozza di atto di costituzione.

D’altronde la legge di stabilità 2014 (n. 147/2013), nei commi 550-569, ha riscritto tutta una serie di norme relative al rapporto tra Pubbliche Amministrazioni Locali e Aziende speciali, istituzioni e società partecipate dalle stesse.

Questa nuova impostazione fa giustizia della teorizzazione della situazione di “maggior sfavore” della gestione tramite l’Azienda speciale rispetto a quella della S.p.A. a totale capitale pubblico “in house”. Infatti, ormai, queste soluzioni gestionali sono equiparate, in quanto non si parla più di assoggettamento di aziende speciali e società a totale capitale pubblico al patto di stabilità degli Enti Locali, ma solo della necessità che i bilanci siano in pareggio, pena dopo 5 anni di conti in rosso di liquidazione.

Ed allora non capiamo proprio perché l’ipotesi dell’azienda speciale venga scartata a priori, senza nemmeno una discussione pubblica, che tanto bene farebbe alla nostra città, così come riteniamo necessario ridiscutere del servizio idrico e di quali siano le azioni da intraprendere per poter ritornare in possesso di un bene essenziale come l’acqua, ma di questo scriveremo in modo più compiuto in un prossimo comunicato stampa.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

La Tares, il tributo con l’inganno

22 Gennaio 2014

L’arrivo della quarta e ultima rata della TARES ha creato tantissimi malumori nelle famiglie formiane, non solo per le modalità di invio, nemmeno una settimana dalla scadenza, ma anche per l’importo. Ad esempio una famiglia composta da tre persone, con un reddito di circa 13mila euro netti, che abita in un appartamento di circa 75m2, è passata dal pagare 170euro a 280euro.

In un anno l’imposta ha subito un aumento del +64.7%, ma vi è di più, perché subito dopo essersi dissanguati per pagare la TARES 2013, si dovranno trovare i soldi per pagare la prima rata della TARES 2014.

A pagare pegno soprattutto le famiglie numerose con reddito basso, per le quali non è previsto alcuna agevolazione.

Aggiungiamo a ciò che la TARES contiene una novità. Infatti con la bolletta, oltre alla copertura totale dei costi, è previsto anche il pagamento dei servizi indivisibili, quali ad esempio polizia locale, ufficio tecnico, anagrafe, illuminazione pubblica, istruzione, verde pubblico e manutenzione strade. Il costo dei quali è di 30centesimi per metro quadro, con la possibilità di un aumento a 40centesimi per metro quadro. Il comune di Formia ha scelto di applicare l’aliquota più bassa, rinunciando all’aumento.

Leggendo il foglio allegato al modello F24 con cui bisognerà pagare il tributo, l’oscuro estensore del medesimo tiene a precisare, con una sottolineatura, come il tributo aggiuntivo non verrà incassato dal Comune, ma dovrà essere versato direttamente allo Stato, quasi a discolparsi del salasso di cui sono vittime i cittadini.

Riassumendo, ora i servizi indivisibili si pagano due volte. La prima con la TARES e la seconda con le tasse tradizionali, che infatti non scenderanno, e senza ovviamente la certezza che a ciò corrisponda a un miglioramento nella qualità del servizio, ma non finisce qui, perché c’è dell’altro.

Infatti la cosa più interessante è ancora un’altra e riguarda la possibilità da parte dei cittadini di poter usufruire delle “Agevolazioni e le esenzioni”, previste dagli articoli 23,24,25,26,27 del regolamento comunale, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 54 del 20 novembre 2013.

La domanda è:“quanti cittadini conoscevano la possibilità di poter usufruire di questa di queste agevolazioni ed esenzioni?”. Inoltre: “non sarebbe stato meglio inserire nella busta spedita dal comune un foglio con il quale venivano spiegate le modalità con le quali accedere alle agevolazioni, evitando così ai cittadini delle penose file?”.

Attualmente è possibile ottenere il modulo per la richiesta dell’esenzione o scaricandolo da internet oppure andando all’URP del comune di Formia.

Insomma il solito pasticciaccio all’italiana che metterà in difficoltà i cittadini, soprattutto quelli che non leggono né giornali né navigano in internet, che rischiano di pagare anche ciò che non è dovuto.

Sperando poi che le lettere siano arrivate, visto che sono tanti cittadini ancora non hanno ricevuto la lettera, con la quale si intima il pagamento del tributo.

Veniamo poi alle giustificazione prodotte dall’assessore Marciano in un suo articolo pubblicato su internet, con il quale addossa alla vecchia giunta gli aumenti.

In particolare ha dato una spiegazione del come mai nel 2013 i costi vivi del servizio di igiene urbana, sono stati pari a circa 8.300.000 euro ( 5.000.000,00 di euro circa di canone alla Latina Ambiente; 1.850.000,00 di euro per smaltimento; 750.000,00 di euro per il personale comunale distaccato alla Latina Ambiente per l’effettuazione di parte di servizi; 400.000,00 di euro per coprire l’esposizione per i crediti non corrisposti; 200.000,00 di euro circa di costi amministrativi comunali; 100.000,00 di euro di spese generali (sacchetti biodegradabili etc…)

Ci domandiamo dov’era l’attuale maggioranza, allora opposizione, quando venivano creati gli sprechi denunciati dall’assessore Marciano. Probabilmente a rigirarsi i pollici, in attesa di sostituirsi all’allora maggioranza di centrodestra, quando invece si sarebbe potuto valutare la possibilità di denunciare, ad esempio alla Corte dei Conti e all’autorità per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, per l’aver dato un incarico diretto ad un soggetto privato con un aggio da 500.000 euro e senza alcun ribasso sulle spese generali.

Aggiungiamo a ciò che con delibera n.346 del 27 dicembre 2013 il comune di Formia ha previsto l’assunzione di 2 persone [1 istruttore contabile e 1 istruttore tecnico geometra], da destinare alle attività di controllo ed accertamento della TARSU/TARES e al piano straordinario di assistenza ai contribuenti. Le modalità previste sono la somministrazione di lavoro temporaneo per un costo di 21mila euro/3mesi. Insomma il comune di Formia si è rivolto ad una società di lavoro interinale. Chissà chi saranno i due fortunati.

Concludiamo ricordando agli ignari cittadini che gli aumenti non si limiteranno alla TARES, infatti il governatore Nicola Zingaretti ha deciso di aumentare l’aliquota Irpef regionale dello 0,6% nel 2014, di un ulteriore 1% nel 2015. Attualmente l’aliquota è dell’1,73%. Quindi nel 2015 arriveremo al 2.33% di aumento.

Ovviamente sia per la TARES che per l’aumento dell’Irpef regionali dobbiamo ringraziare, a vario titolo, i partiti di opposizione e di maggioranza che siedono in consiglio comunale.

Insomma si continua a spremere il cittadino come un limone, fino all’ultima goccia.

Gennaro Varriale

segretario del circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

Le dimissioni del sindaco Bartolomeo sono un atto dovuto

18 Gennaio 2014

Il 17 dicembre del 2013 il sindaco Bartolomeo, con un comunicato stampa, informò i suoi concittadini che il comune di Formia non si sarebbe costituito parte civile nel processo penale a carico degli ex-amministratori della società Formia Servizi spa, indagati per bancarotta fraudolenta relativamente al fallimento della società Formia Servizi.

Le motivazioni a sostegno di questa sua personale scelta sono, come dichiarato dallo stesso sindaco che: “ ..il processo penale concerne comunque delle ipotesi distrattive e di natura documentale afferenti ai bilanci e alle scritture sociali della Formia Servizi spa che, alcun danno patrimoniale hanno provocato all’Amministrazione Comunale…… alcun danno diverso, anche di natura non patrimoniale, si ritiene essere stato cagionato a causa dei fatti di cui alle imputazioni oggetto del processo penale predetto al Comune di Formia, avendo, di contro, l’Amministrazione Comunale, per effetto della sentenza dichiarativa di fallimento del 23/9/2010, acquisito, senza alcun costo, al proprio patrimonio indisponibile un’opera pubblica (il parcheggio multipiano di Piazza Aldo Moro, a Formia) realizzata dalla Formia Servizi spa e costata alla società stessa alcuni milioni di euro”.

L’altro giorno il vice procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, ha valutato in circa 1 milione e 400mila il danno provocato dal mancato pagamento di tributi comunali come Tarsu e Tosap, alla Città di Formia.

Chiamati a risarcire il danno oltre a tutti gli amministratori della società, anche l’ex-sindaco Michele Forte e l’ex assessore al bilancio Raffaele Manna.

Le notizie sono contenute negli articoli pubblicati da Latina Oggi in data 16 e 17 Gennaio 2014, che non possiamo che ringraziare per aver reso pubbliche le motivazioni con le quali non solo si portano a conoscenza dell’opinione pubblica le magagne dell’allegra gestione della Formai Servizi, ma che sbugiardano di fatto quanto dichiarato dall’attuale sindaco rispetto al fatto che non sussistano danni per la comunità e quindi la conseguente necessità di costituirsi parte civile al processo.

A nostro avviso, con la Formia Servizi, si è scritta una delle pagine peggiori della politica formiana, che vede come principale protagonista l’attuale sindaco, il quale dopo essersi tanto prodigato per la gestione privata dei parcheggi e averla vista crollare sotto i suoi piedi, non si risparmia in difese di parte nonostante il ruolo che ricopre imponga la difesa degli interessi lesi dell’intera città.

La costituzione di parte civile in questo procedimento da parte del comune di Formia è un atto dovuto all’intera cittadinanza che travalica ogni appartenenza o accordo trasversale che ha permesso le necessarie coperture politiche che hanno consentito agli amministratori della Formia Servizi, di poter fare i danni sanzionati dalla Corte dei Conti.

E’ necessario porre definitivamente fine alle vecchie modalità di fare politica e arrivati a questo punto crediamo sia alquanto necessario avviare una profonda opera di “depurazione” partendo dalle dimissioni dell’attuale classe politica, che rimane legata a tripla mandata ai soliti interessi speculativi e di parte.

Chiediamo pertanto ufficialmente le dimissioni del sindaco Bartolomeo, responsabile del tentativo di sottrarsi alle responsabilità che invece impone il ruolo che attualmente ricopre, e cioè di difensore degli interessi della collettività, cosa che ha deciso evitare negando la costituzione di parte civile del comune di Formia nel processo contro gli amministratori e politici per il fallimento della Formia Servizi.

Chiediamo inoltre, considerata la mancanza dell’attuale sindaco, che ogni cittadino formiano, singolarmente o riunito in associazione, si costituisca parte civile in questo processo, così come previsto dalla normativa vigente, per tutelare gli interessi propri e dell’intera collettività e sopperire alle inadempienze di tutti quei politicanti che attualmente amministrano la nostra città e che, sostenendo il sindaco nella sua decisione, si sottraggono alla difesa degli interessi della collettività.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

L’assenza di una politica abitativa “pubblica” è intollerabile

13 Gennaio 2014

Per anni la risposta ai bisogni abitativi della popolazione formiana è stata data con la realizzazione di alloggi popolari. A tutt’oggi le abitazioni di proprietà dell’ATER, l’ente regionale a cui spetta il compito della gestione del patrimonio immobiliare pubblico [L.R. n.30 del 3 settembre 2002], sono oltre 500, dislocate non solo nei quartieri periferici di S.Giulio, di S.Pietro, di Scacciagalline, di Penitro, ma anche nel pieno centro di Formia (via Mamurra, via s.Teresa, Via Cassio, via Rubino, via A. Tosti ed etc). Gli ultime 24 alloggi di edilizia economica e popolare sono stati costruiti a Penitro, insieme ai quali l’allora amministrazione comunale aveva promesso gli interventi di urbanizzazione relativi alle strade, ai marciapiedi, agli impianti di illuminazione pubblica e alle fognature.

Ovviamente poca cosa per soddisfare la sete edilizia delle famiglie residenti nella nostra città. La dimostrazione è nelle oltre 200 famiglie che compongono la lista, aggiornata al 2° semestre 2012, dei richiedenti di un alloggio popolare pubblicato sul sito del comune. Ovviamente vanno aggiunte le tante famiglie che la domandano non la fanno per sfiducia completa nello istituzioni.

D’altronde senza più il flusso dei finanziamenti garantiti dallo Stato, negli anni è divenuto difficile sia poter conservare l’integrità fisica del patrimonio realizzato, sia poter fronteggiare le esigenze di alloggi non più soltanto delle categorie dei meno abbienti, ma anche di altre categorie di cittadini, come quelle formatesi con l’abolizione dell’equo canone e il lievitare vertiginoso dei canoni di locazione dell’edilizia privata, che di fatto hanno reso impossibile poter affittare un alloggio di piccole/medie dimensioni.

La dimostrazione della difficoltà nelle quali versano le famiglie è la delibera n.351 del 14 novembre 2012 con la quale la giunta comunale ha provveduto a trasmettere alla regione Lazio le 482 domande per la concessione di un contributo “regionale” a sostegno degli inquilini bisognosi [annualità 2011]. Non sappiamo se anche per l’anno 2012 e 2013 sono stati previsti contributi.

Ma veniamo all’oggi. L’attuale giunta comunale ha modificato, con delibera n.329 del 20 dicembre 2013, i criteri con i quali è possibile concorrere ad entrare nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare.

Infatti, per venire incontro al crescente disagio socio-ambientale e alla continua e sempre più rapida evoluzione del quadro economico-sociale, si è reso necessario includere, tra le famiglie aventi diritto, anche “i nuclei familiari con figli minorenni avendo perso ogni forma di reddito sono per forza di cose costretti ad appoggiarsi temporaneamente presso l’abitazione dei propri genitori e/o di parenti, i quali a loro volta già versano in precarie situazioni di disagio abitativo”.

La D.G.C. n.329/2013 non risolve i problemi dei “senza casa” che sempre più affollano le cronache dei giornali, visto che di nuove case popolari non se ne vede l’ombra, tranne quando si tratta di strumentalizzazioni a fini elettorali, come le 5 case promesse a Scacciagalline e che ci risulta non siano mai state realizzate.

Dannosi anche gli interventi legislativi. Nel decreto “milleproroghe” il governo Letta ha di fatto annullato il blocco degli sfratti abitativi per fine locazione, in particolare di chi non ha un reddito sufficiente a sostenere il costo di un affitto “esoso”

Nel 2007 Rifondazione Comunista, per tramite di un’interpellanza consiliare depositata dall’allora consigliere comunale Delio Fantasia, chiedeva conto di come veniva gestito il patrimonio edilizio pubblico, mortificato da abusi e complice indifferenza.

A oltre sei anni l’interpellanza rimane valida, sebbene nessun comunista sieda nel consiglio comunale. E’ necessario, quindi, verificare se chi abita nelle case popolari sia legittimato o meno a starci, o se vi siano in atto abusi, da parte di persone che non vivono più in difficoltà economiche e quindi, non hanno titolo per beneficiarne; verificare se esistono case popolari che sono sub-affittate, addirittura, a prezzo di mercato, quando invece in città, vivono molte famiglie disperate ed in condizioni di disagio economico, che, pur continuando dignitosamente a rispettare la legge, sono vittime di un mercato degli affitti letteralmente impazzito.

E’ necessario, per questo, che venga effettuato un controllo a tappeto, da parte della locale polizia municipale e dell’ATER provinciale di Latina, affinché gli appartamenti disponibili vengano repentinamente messi a disposizione delle emergenze presenti in città.

In questi anni è di certo mancata la politica, laddove con questo termine indichiamo la più nobile capacità di di progettare il futuro e all’interno di esso di sostenere le classi sociali meno abbienti, perché se si guarda ai finanziamenti piovuti sulla nostra città nell’ultima decade poco o nulla ha riguardato questi ultimi, molto invece chi già ha.

Non sarebbe, quindi, il caso di chiedere finanziamenti per l’edilizia popolare , evitandone invece di chiederne per progetti faraonici che nulla hanno a che fare con le esigenze reali dei cittadini? Nell’attesa, qualora si renda necessario, si proceda alla requisizione degli alloggi che sono vuoti, perché il diritto all’abitare ritorno ad essere tale.

Crediamo, inoltre, che sia necessario un serio piano per la manutenzione delle attuale patrimonio edilizio pubblico, in quanto molti alloggi popolari risentono dell’età e quindi presentano tutte le problematiche legate ad essa (infiltrazioni d’acqua, impianti non a norma, intonaci cadenti, etc….). Eppure ci risulta che fino ai primi mesi del 2012 vi era un appalto per la manutenzione, da circa un milione di euro, dato alla Cpl Concordia, con uno dei due sportelli, previsti da contratto, proprio a Formia in via Cassio. E poi?

Gennaro Varriale

segretario del circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

La muffa è di casa nella scuola “Italo Calvino”

8 Gennaio 2014

Nel Novembre del 2012 scrivemmo “allarmati” a proposito della scuola elementare “Italo Calvino” che era vergognoso il fatto che piovesse nella mensa. Siamo a Gennaio del 2014, quindi a oltre un anno dalla nostra denuncia, e pare proprio che nulla sia stato fatto per risolvere il problema, anzi.

Alcuni genitori ci hanno contattato, subito dopo il rientro dalle vacanze natalizie, per denunciare che la salubrità di due aule, occupate da una prima e da una terza , è gravemente compressa dalla comparsa sul soffitto di un ampio strato di muffa, la vastità della quale e la sua localizzazione intorno ai neon ci fa temere che l’umidità possa aver interessato anche l’impianto elettrico.

Sperando inoltre che non la muffa non sia l’indicatore di danni più seri alle strutture dell’edificio scolastico, così come di problemi igienico-sanitari, che potrebbero compromettere la salute dei piccoli studenti, visto che l’esposizione alla muffa degli ambienti interni è associata significativamente – lo sottolineano numerosi studi medici – ad una scarsa salute dell’apparato respiratorio e alla possibilità dell’insorgere di malattie raffreddore, irritazione degli occhi, congiuntivite, congestione, asma e allergie.

Una situazione a dir poco insostenibile quella vissuta dai bambini della scuola elementare “Italo Calvino”, che continua nonostante varie segnalazioni, perché nulla è stato fatto per risolvere l’inconveniente, eppure la manutenzioni degli istituti scolastici primari è un compito che spetta al comune di Formia, che non può sottrarsi alle proprie responsabilità.

Chiediamo, per questo, che l’amministrazione guidata dal sindaco Bartolomeo, non solo intervenga immediatamente per la soluzione del problema, ma che rassicuri la popolazione, soprattutto i genitori dei bambini e dei ragazzi che le frequentano, circa lo stato dell’istituto scolastico.

Speriamo solo che il mancato intervento non sia da imputare alla mancanza di fondi per le manutenzioni. In tempi di “spese pazze” sarebbe una grave responsabilità, non avere in cassa soldi per i necessari interventi per la manutenzione del patrimonio pubblico, anche perché i problemi che riguardano gli edifici scolastici spesso sono già noti e quindi facilmente programmabili.

Se, invece, per qualche motivo misterioso non bastano i soldi si prendano da altri capitoli di bilancio, perché quando c’è in gioco la sicurezza e la salute dei piccoli studenti che frequentano la scuola pubblica, non c’è da scherzare, ma solo da rimboccarsi le maniche e provvedere immediatamente alla soluzione dei problemi e non lasciare che un altro anno passi invano.

Gennaro Varriale

segretario del circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

L’assenza di una politica ambientale degna di una città “sostenibile”

6 Gennaio 2014

Nel corso degli ultimi anni abbiamo provato a fotografare lo stato del nostro ambiente, spesso scontrandoci con la scarsità di dati ufficiali da poter utilizzare per un giudizio più preciso. Consultando gli ultimi rapporti sullo stato dell’ambiente della regione Lazio molte sono le domande a cui è difficile dare una risposta, in particolare sullo stato attuale.

Ad esempio non conosciamo le condizioni delle acque dei nostri fiumi. Nel 2003 lo Stato ecologico del corso d’acqua (SECA) del Rio Santacroce, nel cui bacino ricade la zona industriale di Penitro, in località Fosso degli ulivi è stato valutato scadente (classe 4); non conosciamo le condizioni delle acque marine. Se non che, nel 2003 il tratto di mare di 100 m a sinistra del Rio Santa Croce ricade nelle Zone permanentemente interdette per inquinamento (ZPI) (Dati ARPA Lazio); non conosciamo le condizioni dei fenomeni erosivi sulla costa. Nel 2003, nell’arco di Litorale Torre Orlando – Marina di Castellone, su un tratto di 8.5 km di costa, 2.7 km (pari al 27%) erano in arretramento. Peraltro, questo dato non considera il litorale di Gianola/S.Janni.

Non conosciamo nemmeno la qualità dell’aria che respiriamo. Nel 2003 le concentrazioni di PM10 e di benzene sono risultate superiori ai margini di valutazione, ponendo Formia in classe 2 (dopo Roma e Frosinone). Nonostante questa indicazione non abbiamo ancora una stazione di rilevamento.

Conosciamo, invece, le condizioni delle abitazioni nel nostro comune (511 ab/kmq densità abitativa doppia rispetto alla media regionale), ossia che ci sono 46 abitazioni non occupate ogni 100 famiglie (di cui: 28 utilizzate per vacanze e 10 non utilizzate (dato 2001). Mentre le ultime rilevazioni segnalano che il 12.7% delle famiglie, versa in condizioni di povertà. Come siamo bene a conoscenza del deficit di spazi per verde e sport (-126.217 mq) e di spazi per l’istruzione (-69.574 mq) (dati elaborati per redazione variante PRG 2010). Oppure delle difficoltà di mobilità nel nostro comune, tra i primi nella provincia per spostamenti, con 43 per 100 abitanti, caratterizzato da evidenti problemi di mobilità urbana e di crisi del nodo intermodale di scambio. A queste si aggiungono, poi, le incognite legate ai possibili gravi danni derivanti da attività incontrollate, quali i conferimenti abusivi nelle discariche di Penitro e degli Archi, oppure i depositi di materiale ferroso, pet coke e caolino, nel porto di Gaeta. L’attività portuale, merita un attenzione particolare visto che nel golfo, sia a Gaeta che a Formia, sono stati presentati progetti per la realizzazione di porti turistici e per approdi di navi crocieristiche; a Gaeta, s’intende ampliare l’area portuale e spostare il pontile petroli in prossimità della spiaggia turistica di Vindicio.

Su scala ancora più vasta, destano non poche preoccupazioni gli effetti potenziali derivanti dai lavori per la dismissione dell’ex raffineria di Gaeta, dall’apertura a breve di una nuova discarica di inerti nel territorio tra Gaeta e Itri, nonché dallo smantellamento della centrale nucleare del Garigliano.

Una soluzione a questo diffuso stato di incertezza può essere nell’applicazione delle NORME IN MATERIA DI AMBIENTE (D. Lgs n°152/06. D. Lgs n°4/08 e n°129/10) che impongono la valutazione ambientale strategica (VAS) su piani e programmi, che possono avere impatti significativi sull’ambiente; assicurando che l’attività umana sia compatibile con lo sviluppo sostenibile (Titolo II del D. Lgs n°152/06). Nel nostro caso sarebbe più che mai opportuna una valutazione ambientale generale e complessiva estesa a tutto il Golfo, come già sostenuto tempo fa pubblicamente dall’ing. A. Di Mille.

La VAS, che è parte integrante dell’approvazione dei piani, deve comprendere: a) una verifica sul rispetto della normativa attuale; b) l’elaborazione del rapporto ambientale; c) lo svolgimento di consultazioni; d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni; e) la decisione; f) l’informazione sulla decisione; g) il monitoraggio.

Fin dall’inizio, l’ente proponente (nel nostro caso il comune) avvia la consultazione con l’autorità competente (es. Regione e/o ministeri) e gli altri soggetti competenti in materia ambientale. In questa fase, le autorità mettono a disposizione del pubblico la proposta di piano ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. Stabilendo quindi l’obbligo dello svolgimento delle consultazioni e l’informazione sulle decisioni.

Il comune di Formia tra il 2011 ed il 2012 ha promosso 12 procedure di VAS. Tuttavia non si sa né a che punto sono queste procedure, tra cui sono comprese :il porto turistico, la variante generale di PRG, la variante per la riqualificazione Ex Salid, la variante urbanistica nel quartiere ex P.D.Z. 167 “Scacciagalline”. Non é dato sapere neanche se queste si stanno svolgendo in un quadro comune di riferimento, con un sistema di indicatori sociali, ambientali ed economici omogenei, riconducibili ad un unico rapporto ambientale. Non si sa nemmeno se siano state avviate pubbliche consultazioni.

Sulla sostenibilità ambientale della pianificazione in atto e futura ci saremmo aspettati un’analisi preliminare tesa ad ottenere una visione d’insieme delle problematiche ed una dichiarazione sugli obiettivi da raggiungere, più che mai opportuni strumenti di confronto.

Nel progetto “OPEN DATA AMBIENTE”, di cui ricordiamo il recente bando per la realizzazione di una multipiattaforma collegata al sito del comune, avremmo potuto trovare un indicazione su quanto manca, invece niente. Speriamo almeno che il finanziamento regionale di 167mila euro per il progetto siano spesi proprio per sopperire a tali lacune.

Probabilmente, in fatto di pianificazione urbana, partecipazione e trasparenza sono visti come ostacoli da superare, rapidamente senza troppa pubblicità. Quando invece per la città sono una straordinaria occasione di conoscenza delle proprie difficoltà e delle potenzialità. In tal modo, nonostante la legge, la collettività resta privata di una visione di insieme di cui invece si sente il bisogno.

Oggi sarebbe opportuna la produzione di un RAPPORTO AMBIENTALE unico che contenga tutti gli elementi utili alla conoscenza del nostro territorio, attraverso il quale discutere oggettivamente sulle azioni che realmente servono per tutelare il territorio, gli abitante e l’economia, o sulle ragionevoli alternative.

Sul fronte dell’innovazione, questo potrebbe essere contenuto in un sistema informativo territoriale (SIT) – per motivi di economia da sviluppare con risorse open-source (sistema GRASS) – che raccolga la cartografia della pianificazione sovraordinata (PTP, PAI et altri), la norma di PRG, i piani subordinati (PLUS, PUT, PRUSST, Acustico (quando sarà)), lo stato degli indicatori ed i risultati dei monitoraggi periodici nei siti oggetto di attenzione. In tal modo i cittadini – e non sono pochi – potranno avere conoscenza delle condizioni della loro zona e delle reali urgenze che occorrono. Un SIT consentirebbe un’attività di controllo a cui potrebbero partecipare, non solo particolari gruppi di interesse, ma tutti i soggetti interessati, primi tra tutti i cittadini.

D’altronde una pianificazione controllata consentirebbe di valutare scenari alternativi che possano migliorare l’evoluzione del territorio, sostituendo quella fatta di annunci che lasciano sul terreno opere di dubbia utilità, ad esempio nell’arredo urbano, con la sostituzione delle pensiline.

La valutazione di scenari alternativi sarebbe stata più che mai opportuna nel caso della risistemazione della spiaggia di Gianola, dove si interviene ancora con opere di difesa invasive senza avere cognizione dell’impatto paesaggistico e degli effetti che hanno generato il fenomeno, quindi di eventuali altri interventi mitigatori, tra cui anche il ripascimento delle praterie di Poseidonia. Oppure nel caso del porto Turistico, dove ancora deve essere spiegato se – e per chi – è più conveniente la realizzazione del nuovo porto o la ristrutturazione di quello esistente. Invece oggi assistiamo ad una pianificazione compulsiva di cui non sappiamo se un giorno tutto questo lavoro avrà effettivamente migliorato il nostro ambiente.

Gennaro Varriale

segretario del circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

La città fonte di ricchezza ma per chi?

2 Gennaio 2014

Nella diatriba scatenatasi, tra opposte fazioni, dopo l’affidamento dell’appalto per la realizzazione del polo crocieristico all’impresa di William Di Cesare, marito della consigliera di maggioranza Alessia Valeriano [Ripartiamo Insieme], emerge chiaramente quali grossi interessi economici si celino dietro l’idea di sviluppo che hanno gli amministratori [passati, presenti e futuri] della nostra città.

Il gruppo consiliare dell’UDC ha adombrato sospetti sull’affidamento e noi non possiamo che sollecitare chi di dovere ad indagare per appurare se ci sono state eventuali scorrettezze, altrimenti dovremmo continuare a parlare di casualità.

Così come è ovviamente casuale che nella stessa zona, sorgerà il porto “Marina di Cicerone”, progetto ambizioso targato Raffaele Ranucci, senatore del PD, su cui abbiamo espresso più volte pesanti critiche. In questo caso i capitali sono privati, ma la città tutta sarà costretta a subire un digerire l’ennesimo progetto dannoso.

L’idea di sviluppo a suon di investimenti pubblici [appaltati a privati] e privati è a dir poco contraddittoria, in quanto se è chiaro quali sono i vantaggi per i privati [il profitto], meno chiari sono i vantaggi per la collettività, a fronte tra l’altro di un consistente esborso economico e spesso di un danno ambientale che è sotto gli occhi di tutti.

In particolare la costa della nostra città è ostaggio di un’idea di sviluppo che è lontano mille miglia dalle reali necessità di chi ci abita, al netto poi di ciò che sta avvenendo nei comuni limitrofi, in particolare per Gaeta, la cui espansione “economica” verso il mare è sempre un bel punto interrogativo.

Il probabile aumento del turismo vacanziero e le paventate ricadute economiche “positive” che ne conseguirebbero, sono utilizzati per catturare il favore dei cittadini.

I milioni di euro che stanno atterrando nella nostra città non è detto che siano un sollievo per l’economia cittadina, sempre più in sofferenza, se non è chiaro cosa si vuole che Formia diventi, al di là dell’attuale ammasso informe di cemento. E su questo ci piacerebbe aprire un dibattito pubblico, non viziato da interessi particolari ma dall’idea che serva progettare una città al servizio della collettività, valorizzandone la storia e le tradizioni, ma senza l’ossessione del “dio denaro” a decidere del nostro futuro.

Non crediamo che possa più funzionare il ricatto occupazionale, utilizzato come testa d’ariete, per far digerire alla città scelte orribili, che ne condizioneranno l’immediato futuro.

L’occupazione per molti è sempre più una chimera, ma di cure efficaci non ne vediamo nemmeno l’ombra, paga dazio anche la “qualità della vita”, che va sempre più peggiorando. Lo confermano le statistiche che vedono l’intera provincia scivolare sempre più in basso nella classifiche riguardanti la qualità della vita.

D’altronde nessuno ha chiaro quale sia la correlazione tra investimenti pubblici e la creazione di nuovi posti di lavoro, infatti nonostante nostre ricerche, pare proprio che sia impossibile conoscere i numeri che giustifichino lo scempio del territorio, come se l’occupazione sia da intendersi come figlia del caso e non frutto di un’oculata programmazione.

A questo si deve aggiungere che lungo tutta la costa pontina si studiano e si progettano porti turistici di piccole e medio proporzioni, che inevitabilmente faranno concorrenza l’uno all’altro.

D’altronde cosa aspettarsi da chi ha deciso di privatizzare, un po’ alla volta tutti i beni comuni dell’umanità: terra, acqua e prima o poi anche l’aria.

Il “dare e avere” imposto alla collettività, in nome di un’idea di sviluppo che poco a che fare con le necessità di un territorio spogliato gradualmente di ogni sua peculiarità, è sempre più soccombente per quanto riguarda la difesa degli interessi generali, mentre vede vincitori pochi privati, che in questi anni hanno imposto il loro volere, facendosi forte degli appoggi di cui godono all’interno del palazzo.

Ci sorprende poi che si continui a dare credito a questa classe politica, la stessa, cioè, che si è alternata alla guida della nostra città, con i risultati “disastrosi” che tutti conosciamo.

Ed allora è impossibile sfuggire alla domanda sul perché si voglia continuare a promettere molto e a mantenere poco, continuando nell’imbroglio a danno dei cittadini.

Gennaro Varriale

segretario del circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

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Fonte "Partito della Rifondazione Comunista - Circolo "ENZO SIMEONE"

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