L’assenza di una politica abitativa “pubblica” è intollerabile

Per anni la risposta ai bisogni abitativi della popolazione formiana è stata data con la realizzazione di alloggi popolari. A tutt’oggi le abitazioni di proprietà dell’ATER, l’ente regionale a cui spetta il compito della gestione del patrimonio immobiliare pubblico [L.R. n.30 del 3 settembre 2002], sono oltre 500, dislocate non solo nei quartieri periferici di S.Giulio, di S.Pietro, di Scacciagalline, di Penitro, ma anche nel pieno centro di Formia (via Mamurra, via s.Teresa, Via Cassio, via Rubino, via A. Tosti ed etc).
Gli ultime 24 alloggi di edilizia economica e popolare sono stati costruiti a Penitro, insieme ai quali l’allora amministrazione comunale aveva promesso gli interventi di urbanizzazione relativi alle strade, ai marciapiedi, agli impianti di illuminazione pubblica e alle fognature.
Ovviamente poca cosa per soddisfare la sete edilizia delle famiglie residenti nella nostra città.
La dimostrazione è nelle oltre 200 famiglie che compongono la lista, aggiornata al 2° semestre 2012, dei richiedenti di un alloggio popolare pubblicato sul sito del comune. Ovviamente vanno aggiunte le tante famiglie che la domandano non la fanno per sfiducia completa nello istituzioni.
D’altronde senza più il flusso dei finanziamenti garantiti dallo Stato, negli anni è divenuto difficile sia poter conservare l’integrità fisica del patrimonio realizzato, sia poter fronteggiare le esigenze di alloggi non più soltanto delle categorie dei meno abbienti, ma anche di altre categorie di cittadini, come quelle formatesi con l’abolizione dell’equo canone e il lievitare vertiginoso dei canoni di locazione dell’edilizia privata, che di fatto hanno reso impossibile poter affittare un alloggio di piccole/medie dimensioni.
La dimostrazione della difficoltà nelle quali versano le famiglie è la delibera n.351 del 14 novembre 2012 con la quale la giunta comunale ha provveduto a trasmettere alla regione Lazio le 482 domande per la concessione di un contributo “regionale” a sostegno degli inquilini bisognosi [annualità 2011]. Non sappiamo se anche per l’anno 2012 e 2013 sono stati previsti contributi.
Ma veniamo all’oggi. L’attuale giunta comunale ha modificato, con delibera n.329 del 20 dicembre 2013, i criteri con i quali è possibile concorrere ad entrare nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare.
Infatti, per venire incontro al crescente disagio socio-ambientale e alla continua e sempre più rapida evoluzione del quadro economico-sociale, si è reso necessario includere, tra le famiglie aventi diritto, anche “i nuclei familiari con figli minorenni avendo perso ogni forma di reddito sono per forza di cose costretti ad appoggiarsi temporaneamente presso l’abitazione dei propri genitori e/o di parenti, i quali a loro volta già versano in precarie situazioni di disagio abitativo”.
La D.G.C. n.329/2013 non risolve i problemi dei “senza casa” che sempre più affollano le cronache dei giornali, visto che di nuove case popolari non se ne vede l’ombra, tranne quando si tratta di strumentalizzazioni a fini elettorali, come le 5 case promesse a Scacciagalline e che ci risulta non siano mai state realizzate.
Dannosi anche gli interventi legislativi. Nel decreto “milleproroghe” il governo Letta ha di fatto annullato il blocco degli sfratti abitativi per fine locazione, in particolare di chi non ha un reddito sufficiente a sostenere il costo di un affitto “esoso”.
Nel 2007 Rifondazione Comunista, per tramite di un’interpellanza consiliare depositata dall’allora consigliere comunale Delio Fantasia, chiedeva conto di come veniva gestito il patrimonio edilizio pubblico, mortificato da abusi e complice indifferenza.
A oltre sei anni l’interpellanza rimane valida, sebbene nessun comunista sieda nel consiglio comunale.
E’ necessario, quindi, verificare se chi abita nelle case popolari sia legittimato o meno a starci, o se vi siano in atto abusi, da parte di persone che non vivono più in difficoltà economiche e quindi, non hanno titolo per beneficiarne; verificare se esistono case popolari che sono sub-affittate, addirittura, a prezzo di mercato, quando invece in città, vivono molte famiglie disperate ed in condizioni di disagio economico, che, pur continuando dignitosamente a rispettare la legge, sono vittime di un mercato degli affitti letteralmente impazzito.
E’ necessario, per questo, che venga effettuato un controllo a tappeto, da parte della locale polizia municipale e dell’ATER provinciale di Latina, affinché gli appartamenti disponibili vengano repentinamente messi a disposizione delle emergenze presenti in città.
In questi anni è di certo mancata la politica, laddove con questo termine indichiamo la più nobile capacità di di progettare il futuro e all’interno di esso di sostenere le classi sociali meno abbienti, perché se si guarda ai finanziamenti piovuti sulla nostra città nell’ultima decade poco o nulla ha riguardato questi ultimi, molto invece chi già ha.
Non sarebbe, quindi, il caso di chiedere finanziamenti per l’edilizia popolare , evitandone invece di chiederne per progetti faraonici che nulla hanno a che fare con le esigenze reali dei cittadini?
Nell’attesa, qualora si renda necessario, si proceda alla requisizione degli alloggi che sono vuoti, perché il diritto all’abitare ritorno ad essere tale.
Crediamo, inoltre, che sia necessario un serio piano per la manutenzione delle attuale patrimonio edilizio pubblico, in quanto molti alloggi popolari risentono dell’età e quindi presentano tutte le problematiche legate ad essa (infiltrazioni d’acqua, impianti non a norma, intonaci cadenti, etc….). Eppure ci risulta che fino ai primi mesi del 2012 vi era un appalto per la manutenzione, da circa un milione di euro, dato alla Cpl Concordia, con uno dei due sportelli, previsti da contratto, proprio a Formia in via Cassio. E poi?

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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