L’incredibile settimana di un lavoratore che utilizza gli autobus della COTRAL per andare al lavoro

Nel suo caso un tabacchino. L’acquisto dei biglietti è avvenuto fortunatamente senza alcun problema. Subito dopo ha consultato il sito della COTRAL per capire qual era la corsa che avrebbe fatto al caso suo. E’ rimasto favorevolmente colpito dalla facilità con la quale è riuscito a farlo. Ha inoltre scoperto che era disponibile anche l’app da installare sul proprio telefonino, in modo da poter consultare l’orario degli autobus anche lontano da casa. Operazione che ha subito effettuato. Il tempo di un click è sul suo telefonino giganteggiava il nuovo logo della Cotral.
L’unica pecca è l’assenza dell’indicazione del costo del biglietto.
Comunque il giorno dopo aver acquistato i biglietti e identificato la corsa da utilizzare per arrivare al lavoro si è quindi recato alla fermata più vicina. In perfetto orario si è materializzato l’autobus e quindi vi è salito sopra. Prima operazione che ha fatto è stata quella di obliterare il biglietto e poi di prendere posto. Quest’ultima operazione è stata favorita dall’assenza degli studenti, che a quell’ora di solito affollano i mezzi pubblici.
Durante il viaggio ha notato che molte fermate non erano segnalate, ma comunque il viaggio è avvenuto senza grossi scossoni, anche grazie alla guida attenta dei vari autisti che si sono succeduti alla guida durante la settimana. Arrivato nei pressi della destinazione ha prenotato la fermata e quindi è sceso dall’autobus. Le operazioni di viaggio descritte si sono ripetute per i cinque giorni lavoratori della settimana, sia all’andata che al ritorno. Tutto bene ciò che finisce bene? Ebbene no. Infatti il lavoratore si è molto lamentato dello stato degli autobus. Infatti non solo erano vecchi, almeno di una decina d’anni, ma presentavano anche una lunga serie di problemi, in particolare – a suoi dire – i sedili non erano solo sporchi ma anche rovinati, probabilmente a causa dell’usura del tempo. E poi: i martelletti da utilizzare per rompere i vetri in caso di emergenza erano inesistenti, molti dei pulsanti per prenotare la fermata erano rotti, gli indicatori della fermata prenotata erano guasti, le uscite di emergenza erano in apparenza inutilizzabili o quantomeno manomesse, in alcuni casi erano presenti i cartelli indicanti l’obbligo di indossare le cinture di emergenza ma in molti altri casi no, i monitor erano spenti. Inoltre la strumentazione di bordo degli autobus presentava tutta una serie di imperfezioni strutturali, come ad esempio viti mancanti, pannelli di plastica che erano in parte staccati, ma che comunque lo hanno impressionato.
Senza trascurare la totale impossibilità per persone con disabilità e a ridotta mobilità di prendere l’autobus. Ha scoperto che è possibile solo su prenotazione (con un preavviso minimo di tre giorni lavorativi).
Insomma lo stato del trasporto pubblico – al di là dei proclami entusiastici dell’attuale presidente della regione Lazio e del suo staff – è ancora pessimo. Evidentemente siamo ancora una volta di fronte alla politica del dire più che alla politica del fare. E’ inutile annunciare in maniera trionfalistica che si sta lavorando per migliore la rete dei trasporti pubblici, quando questo nella realtà non avviene. Evidentemente per il presidente Zingaretti il sud pontino è troppo lontano dalla Pisana per meritarsi la sua attenzione.
E questo anche grazie ai suoi referenti locali, che troppo impegnati a servirlo e riverirlo si sono dimenticati che i cittadini del sud pontino hanno diritto a delle risposte, in particolare proprio per quanto riguarda l’efficienza dei servizi pubblici, che ormai sono ridotti ai minimi termini.
Ricordiamo lo stato di abbandono in cui versa il capolinea dei pullman che attualmente si trova al Molo Vespucci di Formia. Che poi chiamarlo capolinea è un azzardo, vista l’assenza di una qualsiasi segnalazione che lo identifichi come tale. Nemmeno una pensilina hanno ancora avuto modo di installare per proteggere gli incauti passeggeri. Eppure è passato un’eternità e l’incarico della progettazione è stato già dato.
E’ ora di cambiare rotta, prima che sia troppo tardi, cioè per non doverci poi lamentare una volta che i servizi pubblici vengano messi sul mercato, così come è stato fatto con l’acqua.
Ed allora non basteranno le lamentale sui socialnewtork per evitare il peggio.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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