L’unica emergenza:“Cacciare la borghesia dal potere”

La crisi idrica ha fatto esplodere gli annosi problemi della qualità delle nostre infrastrutture che, purtroppo a circa vent’anni dal fatidico 2000, hanno gli stessi problemi di sempre. Ebbene negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una assurda crisi idrica che ha colpito la città a macchia di leopardo, con strade completamente prive d’acqua, poste a fianco di strade che hanno avuto disponibilità d’acqua per tutto il giorno. Mostrando l’incapacità della rete quanto meno di attenuare i disagi distribuendo equamente le poche risorse idriche disponibili.
Poi le manifestazioni di protesta hanno messo in evidenza quello che durante l’estate la stessa crisi idrica aveva attenuato: il traffico e l’incapacità della rete viarie di offrire alternative per consentire a quanti per necessità sono costretti a scavalcare Formia.
La politica affronta il problema sempre nello stesso modo, con soluzioni “smart”, dati dettagliati e l’eldorado dietro l’angolo.
In questo vortice di profonda rabbia mischiata con soluzioni scintillanti, si rischia di perdere di vista i nodi dei problemi; tra cui la necessità non differibile di recuperare i deficit infrastrutturali ed i ritardi nella soluzione di problemi che impediscono ciò.
Un esempio su tutti: la dispersione idrica! Insieme alla siccità ci viene opposta come la calamità che causa tutto questo, ma non abbiamo sentito nessuno dei responsabili del problema dire, quali siano le linee di distribuzione che danno le dispersioni maggiori e quali gli interventi utili ed i tempi previsti per ridurre il fenomeno ad esempio dal 70% al 60%. Niente di tutto ciò si preferisce aspettare l’inverno per mettere a tacere il problema che si ripresenterà puntualmente l’anno prossimo.
Altro problema infrastrutturale che colpisce le zone pianeggianti da San Pietro, a Gianola e Penitro, è il calo di pressione, che forse rende necessario la realizzazione di un serbatoio di compensazione per attenuare il fenomeno; assicurando peraltro una maggiore disponibilità d’acqua nei momenti di crisi; magari riducendo i tempi dell’interruzione.
Quest’ultimo è un provvedimento che può essere annoverato tra quelle opere di urbanizzazione che i costruttori di Formia avrebbero dovuto realizzare e non lo hanno fatto con la complicità dei politici che hanno beneficiato dei loro voti.
Un esempio di pianificazione urbanistica che un amministrazione responsabile avrebbe dovuto fare ed invece colpevolmente non ha fatto, lasciando che espandere la città nel caos.
Cosi Formia, una città a cui la natura ha donato di tanta acqua raccolta sotto le nostre montagne, si trova ad affrontare la siccità. Per colpa di una classe politica che da quando è al governo, lasciando perdere il fantasma “pedemontana” buona per ogni elezione, non è stata in grado di realizzare nemmeno quei ponti e ponticelli che avrebbero permesso di attenuare il blocco del traffico.
Chissà se alle prossime elezioni avranno il coraggio di ripresentarsi, sicuramente lo faranno i loro colleghi e/o emissari che ci opporranno nuove soluzioni ad antichi problemi sotto il segno dell’emergenza, indicandoci le imprese private come portatori delle azioni risolutive. Noi sappiamo che non è cosi, che fino a quando le risorse pubbliche saranno gestite da quanti vorranno massimizzare i profitti per destinarli al proprio tornaconto personale, i cittadini potranno solo subire gli effetti, o meglio i danni, della gestione di questi farabutti.
Per questo possiamo dire che l’unica emergenza è cacciare la “borghesia” dal potere

circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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