Il 28 marzo è l’anniversario della morte di Zigone

Sono passati molti anni dalla scomparsa di Enzo Simeone “Zigone” – un compagno storico della sezione di Formia di Rifondazione Comunista – eppure l’intensità del suo ricordo non accenna a stemperarsi.

In un periodo di forte smarrimento politico e culturale, nel momento in cui si evoca il superamento della distinzione tra destra e sinistra e molti ex compagni cercano di giustificare la personale abiura dal comunismo, la figura di Enzo e di molti compagni come lui – ricordiamo anche Gaetano Forte e Aldo Di Cuffa – stanno li a ricordare che vivere con umiltà e coerenza un idea, senza tradire e fare scempio della propria storia, si può.

Ai giovani che non lo ricordano, vogliamo dire che Enzo era quel compagno – o meglio, per renderlo riconoscibile a tutti i cittadini di Formia, quell’uomo – che trovavi nella strada ad ogni ora del giorno, con cui poter scambiare parole e punti di vista sapendo che nulla sarebbe stato banale.

Era il militante che attaccava i fogli di Liberazione sulla bacheca di Piazza Vittoria, da sempre centro di scontro politico e sociale delle diverse idee di società. Molti hanno conosciuto il compagno “Zigone” – simile al nome del fantasista del Verona e della Juve che negli anni 70 incantava anche per il suo anticonformismo – iniziando a prenderlo in giro per il suo lavoro di spazzino e per la sua balbuzie, finendo per apprezzarlo come uomo di idee e di cultura e piangerlo il giorno della sua scomparsa.

In questa fase storica, in cui tutti tentano di nascondere i propri fallimenti indicando la luna nel pozzo, vale a dire offrendo diversi punti di vista per nascondere le proprie colpe, la figura di persone semplici che hanno fatto della propria vita un messaggio di lotta e di resistenza contro il pensiero dominante assume le fattezze del gigante che anche col silenzio schiaccia insignificanti affabulatori.

Se il circolo di Rifondazione Comunista – forse uno degli ultimi circoli politici di questa società addormentata dalla massoneria e dal dio denaro – ancora vive, è perché si nutre dell’esempio di questi giganti , che hanno insegnato ai compagni più giovani il valore del Comunismo e del Marxismo, la curiosità intellettuale, il bisogno instancabile di costruire il partito – inteso come formazione storica e avanguardia del movimento reale che abolisce lo stato di cose esistente. Stimolo che portava a coinvolgere molti compagni nel quotidiano e faticoso lavoro di sezione, di cui tanti conservano un felice ricordo.

Molti potranno sorridere leggendo queste parole, ma lo stato attuale dell’economia mondiale dominato da un uno per cento di popolazione che detiene la totalità delle risorse contro il 99 per cento della popolazione non detiene alcunché, sta li a dimostrare la necessità di ribellarsi allo stato di cose esistente e fare come Enzo che da una periferia del mondo si è unito all’avanguardia mondiale per sollevare i proletari dalla loro condizione di schiavitù e restituire loro la dignità che spetta ai veri produttori della ricchezza mondiale.

Potrà sembrare follia! Possiamo solo dire che folle è accettare in silenzio l’aberrazione di questa società sempre più cinica e crudele verso i lavoratori, gli sfruttati, gli oppressi, i migranti, gli ultimi.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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