L’IPAB SS.Annunziata è diventata un’agenzia immobiliare o cos’altro?

Beninteso non conosciamo il patrimonio immobiliare che fa capo all’IPAB SS. Annunziata ma di fatto spulciando l’albo pretorio che fa capo ad essa abbiamo il sospetto che deve essere immenso. Partiamo dall’inizio. E’ un ente regionale che “ha lo scopo di promuovere e salvaguardare la dignità della persona in stato di bisogno attuando interventi a tutela dell’infanzia, della famiglia, della maternità , dello studio, dell’invalidità e della terza età , e delle persone dimesse o dimissibili dagli istituti di prevenzione e pena, nell’ambito della rete integrata dei servizi sociali stabiliti dalla programmazione locale e regionale”. Negli anni ha accumulato numerose proprietà , alcune delle quali sono state oggetto di discutibili interventi di valorizzazione economica ma non solo, ha infatti anche finanziato operazioni commerciali discutibili . In particolare tre sono quelle che hanno colpito il nostro interesse: Il primo riguarda l’ostello della gioventù, realizzato presso alcuni locali dell’immobile comunale di Via Amalfi a Gaeta. E’ un progetto realizzato con un finanziamento di 280mila euro presi dal fondo nazionale politiche giovanili e fondi regionali. Pare che l’IPAB SS. Annunziata sia intervenuta con un cofinanziamento. Ignoto il valore. La cosa che ci ha colpito è che non è dato sapere chi lo gestirà materialmente e soprattutto lasciano senza fiato le tariffe. Si parte da una tariffa giornaliera di 55 euri (Infrasettimanale – Giugno/Settembre) per finire agli 80 euri (Infrasettimanale – Agosto) per una Camera Standard Con Balcone Vista Mare. Non sappiamo quali giovani hanno in mente le persone che hanno architettato tale marchingegno, di certo non potranno appartenere alle categorie di cui dovrebbe occuparsi per statuto l’IPAB SS. Annunziata. Non finisce qui perché il sito dell’ente di Via Annunziata, 21 è pieno di sorprese. Infatti il consiglio di amministrazione – con deliberazione del n.6 del 29/07/2019 – decide di avviare la procedura ad evidenza pubblica per la concessione in locazione, dei seguenti immobili: a) appartamento ubicato in Gaeta (LT), Via Livorno 15 con destinazione ad uso anche non abitativo e, in particolare, turistico – stagionale; e un locale ubicato in Formia (LT), Via Vitruvio 47, con destinazione ad uso commerciale. Siccome l’appetito vien mangiando lo stesso consiglio di amministrazione decide – con deliberazione del n.6 del 29/07/2019 – di buttarsi a capofitto nella valorizzazione di un terreno di sua proprietà ubicato nel centro storico “Sant’Erasmo” della città di Gaeta, su cui dovrà sorgere un parcheggio multipiano. La realizzazione e la gestione dell’opera avverranno attraverso il ricorso all’istituto della finanza di progetto. In poche parole verrà selezionata una società privata – che in cambio della gestione pluriennale – dovrà tirare fuori i soldi realizzare l’opera. Alla fine il bene ritornerà di proprietà dell’ente di beneficenza. Per capirci è lo stesso strumento finanziario che è stato usato per realizzare il multipiano di piazza “Aldo Moro” a Formia. Quello che lascia sbigottiti e nauseati è che un Istituto pubblico di assistenza e beneficenza amministri il proprio patrimonio come una qualsiasi società immobiliare.

Meglio non è andato al teatro Remigio Paone – ora chiuso – e all’ex colonia Di Donato, nel quartiere di Castellone, che doveva diventare un albergo riservato ai figli degli emigranti laziali all’estero e di cui invece pare che ne stia occupando la procura di Cassino.

D’altronde le città in questi anni – anche le nostre purtroppo – hanno subito un forte processo di privatizzazione.

La politica ha deciso di fronte all’avanzare del capitalismo più feroce di farsi piccola, di non imporre alcuna direzione o visione ma anzi peggio. Ha creato le condizioni migliori affinché il mercato si potesse sviluppare in modo indisturbato. Per esempio, se ci sono tanti edifici abbandonati in città e tante famiglie che non si possono permettere una casa, non sarà compito della politica intercedere per affrontare quest’emergenza sociale, perché significherebbe togliere al capitale l’occasione per riprodursi. Ormai è da tempo che le città hanno smesso di essere luoghi di gestione di risorse e di distribuzione di servizi e sono trasformate in città imprenditoriali, con le stesse caratteristiche che si richiedono alle persone: di essere promotrici di sé stesse, attrattive per chi potrebbe voler investire su di loro. La chiave del successo è dunque una competizione all’insegna della necessità di attrarre gli investimenti dei privati prima che lo facciano gli altri. Le amministrazioni delle nostre città hanno fatto a gare a chi svendeva l’immenso patrimonio immobiliare pubblico di cui disponeva

D’altronde questo approccio ci sembra oramai scontato, l’unico possibile perché da decenni ci dicono che di soldi non ce ne sono e che le città, quindi noi che ci viviamo, hanno bisogno degli investimenti dei privati. Ovviamente in tutto questo lo spazio per gli ultimi è venuto meno.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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