I soldi mai incassati dei canoni del Consorzio Bim

Sono passati oltre 9 mesi dalla nomina dell’assessore Manna e del consigliere comunale Filosa a componenti dell’assemblea del consorzio Bim (Bacino imbrifero montano), allo scopo dichiarato di recuperare i crediti, circa 3milioni di euro a quanto ci risulta, che lo stesso vanta nei confronti dell’Enel. Peccato che da allora si siano perse le tracce dei provvedimenti presi perché il comune di Formia possa mettere le mani sulla parte di propria competenza.

E’ interessante sottolineare come si sia potuti arrivare a dover riscuotere un credito così elevato, perché è l’ennesima dimostrazione della colpevole superficialità con la quale viene amministrata la cosa pubblica. Spulciando un allegato scovato sul sito del comune di Lenola, data presunta di pubblicazione l’aprile del 2010, si scopre che esistono delle leggi, R.D. 11.12.1933 n° 1775, legge 27.12.1953 n° 959 e dalla Legge 22.12.1980 n° 925 per cui i concessionari di derivazioni d’acqua per forza motrice aventi potenza nominale superiore a 220 k/N sono soggetti al pagamento di sovracanoni ai comuni che comprendono nel loro territorio dei bacini imbriferi e montani, cioè zone dove si raccolgono le acque piovane. In poche parole l’Enel che produce energia idroelettrica tramite lo sfruttamento dell’acqua di tali bacini è tenuta a pagare un canone di utilizzo ai comuni in cui essi sono localizzati. Con Decreto 12323/4A del 17/05/1956 l’allora prefetto della Provincia di Latina costituì il Consorzio della Provincia di Latina proprio ai sensi dell’art. 1 della legge 959 del 1953; dovrebbero far parte di questo consorzio i Comuni di Roccamassima, Lenola, Campodimele, Itri, Formia, Spigno Saturnia, Castelforte e SS. Cosma e Damiano.

La sede fu stabilita poi nel Comune di Formia, anche se a quanto ci risulta di tale ufficio nessuno ne è mai stato a conoscenza, tant’è che dai noi interpellati i responsabili della Federbim (Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano), ci hanno risposto che anche loro non ne sapevano più nulla da anni. Il servizio di Tesoreria per il Consorzio era stato dato in gestione al Banco di Napoli e che in data 13/06/1985 il c/c bancario di cui era titolare il consorzio presentava un saldo di Lit. 5.658.761 ed interessi di Lit. 747.319. Aggiungiamo inoltre che sono stati effettuati dei trasferimenti in denaro – in un periodo che va dal 19.06.1984 al 24.11.1994 – dal valore di oltre circa 100milioni di lire da parte Ministero dei Lavori Pubblici in favore del suddetto Consorzio.. In una riunione tenutasi poi nell’aprile del 2010 a Campodimele i comuni compresi nel Consorzio decidevano di procedere al recupero dei sovracanoni BIM per gli anni pregressi. Il primo atto conseguente era la riattivazione degli organi di governo, tra cui l’assemblea.

Quindi veniamo ai giorni nostri, quando di tale operazione di recupero si è persa la traccia. Sarebbe utile intanto sapere dai nostri amministratori quale è la parte spettante al comune di Formia, qual’è lo stato dei procedimenti in corso per la riattivazione del Consorzio. Quali sono gli atti amministrativi che sottintendono tale procedimento. Quali passi intende intraprendere il nostro comune nel caso in cui si dovessero verificare difficoltà nel recupero del credito. Se è stata riaperta la sede presso il nostro municipio e con quali costi da parte della collettività, visto che il palazzo comunale sembra sia diventato luogo in cui trovano rifugio organizzazioni che poco hanno a che fare con la collettività (vedi ad esempio la camera di commercio che da mesi staziona con un suo dipendente negli ex locali del Cilo). Se intanto l’amministrazione ha ritenuto opportuno valutare di contribuire con finanziamenti propri alle opere pubbliche relative al bacino imbrifero comunale, in attesa di poter eventualmente recuperare tali crediti, visto che erano destinati, come ampiamente riportato dagli organi di stampa, «ad esempio ad interventi per la pulizia degli argini e degli scoli, in ogni caso opere che hanno un’importanza fondamentale anche nella prevenzione del dissesto idrogeologico del nostro territorio». Non vorremmo che invece non si sia fatto colpevolmente nulla, accontentandosi della sola nomina dell’assessore Manna e del consigliere Filosa a consiglieri, così da resuscitare un decrepita assemblea , per poi tenere in vita l’ennesimo ente inutile, di cui l’Italia abbonda. Tanto un posto non si nega a nessuno.

Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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