L’arroganza del potere nei confronti dei lavoratori non ha limiti

Nei giorni scorsi l’amministratore della Formia Rifiuti Zero, società di diritto privato a capitale completamente pubblico (controllata cioè al 100% dal comune di Formia), ha deciso non solo di licenziare un operaio che si trova in carcere, ma lo ha fatto dando sfoggio dell’arroganza di cui sono capaci solo chi sa che la passerà liscia, potendo contare sul silenzio-assenso di tutte le forze politiche, i cui rappresentati siedono in consiglio comunale.
Infatti ha voluto mettere in piazza il dramma del lavoratore detenuto con un volantino che ha voluto distribuire personalmente, ai suo colleghi (così li chiama), all’interno del deposito deposito di rifiuti all’ex Enaoli, facendosi aiutare in questo da alcuni “capi squadra”, che ovviamente hanno ritenuto opportuno di prestarsi a questa miserabile operazione.
All’amministratore della Formia Rifiuti Zero, che cita l’articolo 54 – comma 2 della Costituzione Italiana nel quale è scritto che:«I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge», rispondiamo con l’articolo 27 comma 3 nel quale è scritto invece che:«Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
Aggiungiamo che il licenziamento non è automatico nel caso in cui una persona sia detenuta.
Infatti secondo la giurisprudenza consolidata l’articolo 1464 del codice civile prevede comunque una lunga serie di eccezioni prima che si possa giungere al licenziamento del lavoratore.
Quindi è stato l’amministratore della Formia Rifiuti Zero ad aver deciso il licenziamento, facendoci venire in mente la celebre frase: « Ah… me dispiace. Ma io so’ io… e voi non siete un ca**o!» del marchese del grillo, magistralmente interpretato da Albero Sordi, rivolta a dei popolani, per evidenziare l’impunità derivata dal suo lignaggio.
E poi ancora: Il contratto che lega i lavoratori alla Formia Rifiuti Zero è di tipo privatistico, quindi la citazione dell’articolo 54 – comma 2 è fuori luogo, essendo quest’ultimo rivolto ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche e purtroppo per l’amministratore della Formia Rifiuti Zero non è il caso degli operatori ecologici formiani.
Grave il comportamento dell’amministrazione comunale che con il proprio silenzio ha avvallato tale scelta.
D’altronde i diritti dei lavoratori sono sotto attacco da anni, avendoli trasformati nel capro espiatorio contro cui riversare tutto l’odio di cui è capace l’attuale classe dirigente che governa questo paese. Al grido «troppi diritti fanno male all’economia» hanno smantellato le tutele di cui hanno goduto.
Non stupisce inoltre che il licenziamento sia poi diventato occasione per un durissimo attacco ai sindacati, utilizzando come pretesto il presunto mancato accordo con l’azienda, con il quale la stessa riconosceva ai dipendenti un bonus di 180euro/medi.
Ed invece ci hanno raccontato che le cose non stanno così.
Insomma la guerra ai dipendenti e ai sindacati è stata ufficialmente dichiarata e prevediamo che, senza una risposta adeguata, mieterà altra vittime tra i lavoratori.
D’altronde ci hanno insegnato che i lavoratori non devono togliersi il cappello davanti al padrone, ma anzi rispondere “pan per focaccia” alle loro provocazioni.

Circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia

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