Cantone conferma che i diritti dei lavoratori sono sotto attacco

Con Delibera del Consiglio del 12 febbraio 2019 l’ex-magistrato Cantone – in qualità di presidente dell’ANAC (autorità nazionale anticorruzione – ci ha tenuto a far sapere che l’obbligo di prevede la clausola sociale è da restringere ai contratti ad alta intensità di manodopera.

Leggiamo che “si tratta di un’interpretazione avallata dal Consiglio di Stato, essendo tale l’interpretazione costituzionalmente orientata, perché coerente con la considerazione di principio per cui la clausola in esame rappresenta un limite alla libertà di iniziativa economica, e quindi deve essere proporzionato agli obiettivi da raggiungere”.

Cos’è la clausola sociale? E’ l’obbligo da parte di una società che si aggiudica un appalto pubblico di assorbire il personale utilizzato dal precedente gestore del servizio.

Ebbene se una volta ciò era obbligatorio, ora non lo è più. Infatti l’art. 50 del Codice Appalti, prevede che Per gli affidamenti dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale, con particolare riguardo a quelli relativi a contratti ad alta intensità di manodopera, i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti inseriscono, nel rispetto dei principi dell’Unione europea, specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, prevedendo l’applicazione da parte dell’aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. I servizi ad alta intensità di manodopera sono quelli nei quali il costo della manodopera è pari almeno al 50 per cento dell’importo totale del contratto”.

Ad avviso dell’ANAC quindi l’obbligo di prevede la clausola sociale è da restringere ai contratti ad alta intensità di manodopera.

Intanto non capiamo cosa centri l’autorità anticorruzione di Cantone con l’argomento in questione.

Sarà che lo stesso Cantone è stato elevato a santo laico, per cui si sente in dovere di intervenire su tutto lo scibile umano, ma che lo faccia danneggiando i lavoratori lo troviamo inammissibile.

D’altronde sono questi gli anni nei quali il capitalismo ha dettato legge e lo ha fatto in maniera feroce, grazie ad una classe politica prona ai suoi interessi.

Negli ultimi anni l’ attacco ai diritti dei lavoratori si è fatto più insistente, la crisi di sistema che ha investito il nostro paese ha fatto si che il padronato scaricasse i costi della crisi sulla classe lavoratrice, con politiche che hanno mirato a indebolire salari e a distruggere le conquiste sociali ottenute con lotte e sacrifici dai nostri padri.

D’altronde oggi sono tre le tendenze globali che destano a nostro avviso l’allarme maggiore: riduzione degli spazi democratici, strapotere aziendale incontrollato, influenza dei potentati economici sul parlamento e di conseguenza sulla legislazione.

Il lavoro dignitoso e i diritti democratici si sono indeboliti in quasi tutti i paesi, mentre le disuguaglianza hanno continuato a crescere, perché è vietato porre limite alla libertà di iniziativa economica delle imprese. Lo conferma Cantone.

Centrale in questa opera di demolizione è stato il parlamento.

Centrosinistra e centrodestra hanno fatto a gara nell’approvare – sotto la dettatura del padronato – normative sempre più penalizzanti nei confronti dei lavoratori.

Nell’assenza di una forza comunista questo processo di demolizione è andato avanti senza sosta.

E’ ora che questo vuoto venga colmato. Noi lavoreremo perché questo avvenga.

Circolo “ENZO SIMEONE”

partito della Rifondazione Comunista

Formia

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